La storia si ripete: corsi e ricorsi, una riflessione sulla pandemia
“La storia si ripete“. Quante volte sentiamo pronunciare questa frase, riferendosi ad un evento storico che ritorna, ad avvenimenti eclatanti, ad errori puntualmente ricommessi o a incontri ed esperienze che sorprendentemente si ripresentano, come ulteriori esami da superare! La storia sembra davvero ripetersi, come un ciclo continuo che ci riporta sempre al punto di partenza, insegnandoci che il passato ha ancora molto da dire al presente. Ma c’è di più: esiste un concetto ancora più profondo e articolato, che è quello di corsi e ricorsi storici, sviluppato dal filosofo, storico e giurista del XVII secolo, Giambattista Vico. Questo concetto offre una chiave di lettura per comprendere le dinamiche che regolano il fluire del tempo e delle civiltà. Esplorare il concetto di corsi e ricorsi ci aiuta a capire come gli eventi storici non siano semplicemente una serie casuale di fatti, ma seguano un percorso che, pur nella sua complessità, presenta delle regolarità. Questo non significa che il futuro sia già scritto, ma che conoscere il passato ci fornisce gli strumenti per interpretare il presente e, forse, per costruire un futuro migliore. L’idea di fondo di Vico, che espone nella sua opera, la “Nuova Scienza”, è che la storia dell’umanità attraversa delle fasi cicliche, delle ere che presentano determinate caratteristiche. Queste fasi vengono classificate da Vico in: età degli dei, età degli eroi ed età degli uomini. Le civiltà progrediscono attraverso di esse, fino a raggiungere il loro apice, la loro massima espressione, per poi decadere, attraverso un ricorso che segna il ritorno a una condizione di barbarie, da cui però ha origine un nuovo corso. Secondo la sua teoria, determinati eventi e avvenimenti vengono ciclicamente riproposti da madre storia, anche se ciascun ricorso comprende sempre il corso precedente, inglobandolo e superandolo, fino a completarlo, e magari peggiorarlo o migliorarlo.
La storia si ripete: cosa sono i corsi e ricorsi storici di Vico
La storia diviene una sorta di guida per l’uomo, dal momento che il suo studio e la sua conoscenza approfondita possono aiutarlo a comprendere meglio il proprio tempo e a fronteggiare con maggiore consapevolezza e audacia le problematiche che ritornano da epoche lontane, ripresentandosi con nuovo vigore. I corsi rappresentano le fasi ascendenti e progressive, i ricorsi quelle discendenti e di decadenza.
Perché la storia è una guida per l’umanità
La storia, con le sue luci e le sue ombre, ci offre esempi concreti di come le società abbiano affrontato sfide simili alle nostre, con successi e fallimenti. Attraverso lo studio della storia, possiamo imparare dagli errori del passato, comprendere le cause profonde di eventi come guerre, carestie e pandemie, e cercare di costruire un futuro in cui questi errori non vengano ripetuti.
Primo Levi: comprendere è impossibile, conoscere è necessario
«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre!» (da I sommersi e i salvati di Primo Levi). Queste parole risuonano con una forza impressionante. Perché a ritornare sono anche quegli eventi storici che il passato ha combattuto strenuamente, senza però riuscire a debellarli davvero. Ma l’età moderna ha qualcosa in più, qualcosa su cui il passato non poteva contare: la conoscenza, appunto. Quella che può dare dignità a chi in passato è stato travolto da quegli eventi repentini e devastanti, a chi non ha avuto il privilegio di poter guardare dietro sé e trovare gli esempi edificanti sui quali oggi si può contare. Ecco perché la memoria storica è così preziosa. Ed è tale solo se impregnata di impegno, e libera dall’apparenza e dalla superficialità. La conoscenza induce alla consapevolezza di ciò che accade o potrebbe accadere o ancora ripresentarsi come uno tsunami. Ma per quanto uno tsunami possa essere imprevedibile, conoscerne l’esistenza e comprendere le probabilità con cui possa presentarsi a scompigliare e distruggere, aiuta notevolmente a cercare soluzioni concrete per arginare il disastro. Conoscere la storia può dunque aiutare a capire che può talvolta ritornare con un sorriso o con un violento ceffone! La memoria storica è un dovere, un impegno civile, che rende gli uomini degni di definirsi tali, di essere liberi.
Corsi e ricorsi: le guerre e la schiavitù nella storia
Sono diversi gli eventi che ciclicamente ritornano. La storia si ripete attraverso le mode, gli stili, i gusti, così come drasticamente attraverso le guerre, le condizioni climatiche, le forme di schiavitù, carestie ed epidemie. Analizziamo alcuni esempi di eventi ricorrenti.
Homo homini lupus: le guerre nella storia dell’uomo
Gli eventi bellici sono tra quelli più diffusi e ricorrenti nella storia. L’uomo, come afferma Thomas Hobbes, è “un lupo per un altro uomo” (Homo homini lupus), disposto a perdere se stesso, la propria coscienza e la propria dignità in nome di interessi economici, politici e in nome della religione. Quanto sangue è stato versato in nome di Dio! Dalle Crociate combattute tra l’XI e il XIII secolo, fino all’odierno terrorismo religioso promosso dall’ISIS! Oppure le guerre per accaparrarsi i territori, da quelle combattute nel periodo preistorico tra tribù alle più moderne colonizzazioni di imperi su ampi territori nazionali e internazionali, come ad esempio nell’Antica Roma, nel Medioevo o nel Rinascimento. Le battaglie esistono da sempre. Dunque cosa impariamo davvero dalla storia, se invece di evitarle si fa di tutto per perpetrarle?
La schiavitù: una piaga mai debellata, ieri e oggi
Che dire della schiavitù! Anni di lotte per le liberazioni e per la salvaguardia dei diritti umani. Eppure, la schiavitù non può ritenersi del tutto abolita. Magari non si assiste più alla compravendita degli uomini africani, ma non risultano forse ancora schiavizzati per lo sfruttamento da parte delle grandi potenze mondiali dei loro preziosi sottosuoli? Non esiste forse la schiavitù nell’aspirazione di un futuro migliore da parte di coloro che attraversano il mare con barche fatiscenti per poi morire o essere costretti a pagare ingenti somme agli scafisti neo-negrieri? Oppure, non è forse una forma di schiavitù l’odierno asservimento volontario alla tecnologia, ai mass media, ai brand e marchi pubblicitari, che ormai operano una vera e propria manipolazione delle coscienze senza esclusione di colpi? E noi, completamente inermi a sorridere in faccia ai nostri stessi carnefici! A tal proposito, cosa impariamo dalla storia?
Corsi e ricorsi storici: le epidemie nella storia
E il problema epidemie e pestilenze? Niente di più attuale nel drammatico periodo pandemico di Covid-19! Come non paragonarlo alla peste di Atene del lontano 430 a.C.: epidemia ignota, morte del personale sanitario e distanza adottata come soluzione per superarla.
Pandemie del passato: la peste di Atene e la peste nera
La peste di Atene, descritta da Tucidide, presenta inquietanti analogie con la pandemia di Covid-19. Anche in quel caso, si trattava di una malattia sconosciuta, che colpì duramente la città di Atene e causò la morte di un gran numero di persone, tra cui molti medici e infermieri. E la peste nera del XIV secolo che portò a un drastico crollo demografico con la perdita di circa un terzo della popolazione europea? Un evento drammatico che segnò profondamente la storia del Medioevo e che ci ricorda quanto le epidemie possano essere devastanti.
Epidemie: la storia si ripete! Dal vaiolo all’influenza spagnola, fino al Covid-19
E ancora le epidemie che si sono succedute e ripetute nel corso della storia, dal vaiolo alla difterite, dalla poliomielite al morbillo, dalla rosolia all’ebola, fino all’influenza spagnola e all’ultimo SARS-CoV-2, che hanno falcidiato la popolazione a livello mondiale. L’influenza spagnola del 1918, in particolare, causò milioni di morti in tutto il mondo e rappresenta un monito per il presente. Tutto ciò dimostra che non siamo invincibili, né più forti grazie alle portentose innovazioni scientifico-tecnologiche. Basta un minuscolissimo invisibile nemico per metterci KO, ma oggi, a differenza del passato, possediamo un ottimo strumento, quello della conoscenza, che può infonderci maggiori certezze, non certo per prevenire eventi di tale portata, imprevedibili e colossali, ma quanto meno per affrontare il problema, evitando il più possibile errori grossolani di valutazione e organizzazione per la sicurezza collettiva. La prevenzione, i vaccini e la ricerca scientifica sono armi fondamentali per combattere le epidemie, così come è essenziale il ruolo di istituzioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
La storia si ripete: la conoscenza come arma contro gli errori del passato
Da questo punto di vista, la tecnologia dovrebbe essere nostra alleata e non aguzzina. Ma il problema fondamentale risiede nella mente umana e nella possibilità di utilizzare al meglio capacità e competenze, per porle al servizio di tutti, ricordando il lato umano del nostro essere e lasciando un po’ da parte quello egoistico, robotico e deleterio. Detto ciò, nella ricorrenza degli eventi, la storia può insegnare sul serio che gli eventi stessi e le loro conseguenze possono essere migliorati, e non necessariamente peggiorati. Che dipende da che parte scegliamo di stare, ma sul serio: dalla parte della vita o della morte e del male. Perché i veri limiti non sussistono nella natura né tantomeno negli stessi accadimenti. Gli unici veri limiti sussistono nella natura umana, che purtroppo spesso non è benigna, ma distruttrice di se stessa. La storia si ripete, è vero. Ma ciò che si dovrebbe accuratamente evitare è la reiterazione maldestra o consapevole degli errori commessi e subìti.
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