Mark Strand: il poeta dell’assenza e del futuro anteriore

Mark Strand e la poetica del futuro anteriore

Mark Strand (1934-2014) è stato uno dei più importanti e influenti poeti americani contemporanei, noto per il suo stile minimalista, surreale e profondamente introspettivo. La sua poesia esplora i temi dell’assenza, del tempo, della memoria e dell’identità, con un linguaggio preciso e allusivo, che cattura l’essenza sfuggente dell’esperienza umana. Come scrisse di lui il *The New Yorker*: «Scrittore dall’immaginario indimenticabile, Mark Strand riesce a catturare barlumi che si librano al margine del conscio».

La vita e la carriera di Mark Strand: un intellettuale raffinato

Gli studi e l’inizio della carriera poetica

Mark Strand nasce a Summerside, nell’Isola del Principe Edoardo, in Canada, l’11 aprile 1934, ma trascorre gran parte della sua vita negli Stati Uniti. Studia pittura con Josef Albers alla Yale University, e successivamente letteratura all’Università dell’Iowa, dove frequenta il prestigioso Writers’ Workshop. La sua prima raccolta di poesie, *Sleeping with One Eye Open*, viene pubblicata nel 1964, e segna l’inizio di una lunga e prolifica carriera poetica.

I premi e i riconoscimenti internazionali

Nel corso della sua carriera, Mark Strand ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui la McArthur Fellowship, il Premio Pulitzer per la Poesia nel 1999 (per la raccolta *Blizzard of One*), e il Wallace Stevens Award nel 2004, conferito dall’Academy of American Poets per l’eccellenza nella sua opera poetica. È stato anche nominato “Poet Laureate” degli Stati Uniti nel 1990.

Le opere di Mark Strand: tra poesia, prosa e saggistica

Le raccolte poetiche: da *Sleeping with One Eye Open* a *Blizzard of One*

Oltre a *Sleeping with One Eye Open* e *Blizzard of One*, Mark Strand ha pubblicato numerose altre raccolte poetiche, tra cui *Reasons for Moving* (1968), *Darker* (1970), *The Story of Our Lives* (1973), *The Late Hour* (1978), *Selected Poems* (1980), *The Continuous Life* (1990), *Dark Harbor* (1993), *Man and Camel* (2006), *Almost Invisible* (2012) e *Collected Poems* (2014).

La prosa: racconti, saggi e libri per bambini

Mark Strand è stato anche autore di prose, tra cui racconti (come *Mr. and Mrs. Baby and Other Stories*, 1985), saggi sull’arte (come *The Art of the Real*, 1983) e libri per bambini (come *The Planet of Lost Things*, 1982).

Lo stile e i temi della poesia di Mark Strand

L’assenza e il vuoto come elementi centrali

Uno dei temi centrali della poesia di Mark Strand è l’assenza, il vuoto, la mancanza. Le sue poesie sono spesso popolate da figure solitarie, che si muovono in paesaggi spogli e desolati, sia interiori che esteriori. Come scrive lo stesso Strand in una delle sue poesie più famose, “Keeping Things Whole”: *«Dovunque sono, io sono ciò che manca. Quando cammino, divido l’aria e sempre l’aria si fa avanti, per riempire gli spazi che il mio corpo occupava. Tutti abbiamo delle ragioni per muoverci. Io mi muovo per tenere assieme le cose»*.

Il tempo e la memoria: il futuro anteriore

Un altro tema ricorrente nella poesia di Strand è il tempo, in particolare il rapporto tra passato, presente e futuro. Strand utilizza spesso il tempo verbale del futuro anteriore (“sarà stato”) per esprimere l’idea di un futuro già compiuto, di un destino ineluttabile. Come scrive Carlo Carabba nella prefazione all’edizione italiana di *The Future Is No Longer What It Was* (*Il futuro non è più quello di una volta*, Minimum Fax, 2006), per Strand il futuro è *«un tempo in cui le cose non solo saranno, ma saranno state»*.

L’ironia e il surrealismo: un linguaggio poetico unico

Lo stile di Mark Strand è caratterizzato da un’apparente semplicità, da un linguaggio preciso e asciutto, ma anche da una sottile ironia e da elementi surreali, che creano un effetto di straniamento e di mistero. Le sue poesie, spesso brevi e concise, sono dense di significato e di suggestioni, e invitano il lettore a una riflessione profonda sulla condizione umana, accostandolo per certi versi a Kafka.

Mark Strand in Italia: traduzioni e accoglienza critica

Mark Strand è stato tradotto e apprezzato anche in Italia, dove le sue opere sono state pubblicate da diverse case editrici, tra cui Minimum Fax, Donzelli e Mondadori. La sua poesia ha influenzato numerosi poeti italiani contemporanei, che ne hanno apprezzato la profondità, l’originalità e la capacità di esprimere l’inquietudine e la complessità dell’esistenza.
Strand è stato anche un apprezzato traduttore, in particolare del poeta brasiliano Carlos Drummond de Andrade.

Come scrive lo stesso Strand ne *Il nuovo manuale di poesia*: « (…) Se un uomo lascia che le sue poesie vadano in giro nude, avrà paura della morte. Se un uomo ha paura della morte, verrà salvato dalle sue poesie. Se un uomo non ha paura della morte, le sue poesie forse lo salveranno, forse no. Se un uomo finisce una poesia, s’immergerà nella scia bianca della propria passione e verrà baciato dalla pagina bianca».

Mark Strand, con la sua poesia intensa e suggestiva, ci ha lasciato un’eredità preziosa, un invito a confrontarci con il mistero dell’esistenza e con la bellezza fragile e fugace del mondo.

Fonte immagine per l’articolo Mark Strand e la poetica del futuro anteriore: Wikipedia

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A proposito di Adele Migliozzi

Laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico, coltivo una grande passione per la scrittura e la comunicazione. Vivo in provincia di Caserta e sono annodata al mio paesello da un profondo legame, dedicandomi con un gruppo di amici alla ricerca, analisi e tutela degli antichi testi dialettali della tradizione locale.

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