L’origine del divario economico e sociale tra Nord e Sud dell’Italia è una questione controversa e affonda le sue radici indietro nel tempo. Nel corso degli anni si è affermato un dualismo su quale fosse la vera condizione del mezzogiorno prima dell’unita d’Italia. Da un lato ci sono coloro che sostengono che le differenze tra le diverse aree della penisola fossero già marcate, dall’altro alcuni sono convinti della vivacità del sud in epoca borbonica e attribuiscono la colpa alle nuove politiche dello stato unitario e all’atteggiamento colonialista dei Savoia. Ma qual è la verità?
Il territorio
Nel 1861 il Sud ha un PIL più basso del 10% rispetto al Nord, oggi siamo arrivati al 55%. Tuttavia già prima dell’unità il motore dell’economia nel regno delle due Sicilie è meno efficiente di quello del nord. Il territorio impervio e la malaria, le reti stradali e ferroviarie assenti condizionano la principale attività del mezzogiorno, ovvero l’agricoltura. A questo si aggiunge l’arretratezza tecnica e la cattiva gestione della terra. Al Nord non ci sono questi problemi; le paludi padane, venete e lombarde sono state trasformate in risaie con reti di canali.
Dal 1850 nel Piemonte di Cavour nasce un’ élite liberale che vuole confrontarsi con le maggiori potenze europee. Questa incentiva la diffusione di istituti bancari e di credito con cui finanziare investimenti e fornire capitale alle industrie del Nord. La situazione è ben diversa al Sud, dove fino al 1860 c’è solo il banco delle due Sicilie e questo aumenta questo divario tra Nord e Sud. Al Sud non vengono fatti progetti di bonifica e non vengono costruite strade e ferrovie; il Piemonte in quel periodo diffonde la rete ferroviaria e nel 1859 possiede metà del chilometraggio della penisola. Questo porta alla nascita di un’economia più dinamica, mentre al Sud l’unica ferrovia è quella che porta da Napoli a Portici. Ulteriore divario tra Nord e Sud sta nel fatto che quasi tutta la popolazione è formata da contadini poveri, analfabeti e privi di coscienza sociale. In Sicilia in particolare oltre l’85% degli abitanti è analfabeta, a differenza de 45 % del Nord. Al Sud manca l’innovazione, mentre il Nord ha recepito le tecniche della rivoluzione agricola europea, soprattutto inglese.
Divario tra Nord e Sud: l’industria
Al Sud alla fine dell’800 ci sono aziende importanti come le officine di Pietrarsa a Napoli, la ferriera di Mongiana e i cantieri navali di Castellammare di Stabia; industrie volute dalla corona per ridurre la dipendenza dall’importazione estera. Dai porti meridionali salpa la prima nave d’Italia e viene costruito il primo ponte di ferro. Nel 1839 viene inaugurata la prima ferrovia italiana Napoli-Portici, tuttavia il divario tra Nord e Sud è evidente dal fatto che trenta anni dopo le ferrovie del Nord si estendevano per più di 2000km, al meridione c’era solo il collegamento con Capua e Salerno.
La politica
All’unità d’Italia si comincia a vedere il divario tra Nord e Sud. Il paese non è unitario, l’unificazione è avvenuta rapidamente e non c’è un’ identità nazionale; la lingua italiana è parlata da una piccola parte della popolazione. Inizia un conflitto sociale tra Nord e Sud che è evidente anche sul fronte parlamentare; i deputati meridionali portano avanti le richieste dei proprietari terrieri e non della maggior parte della popolazione, la stessa cosa fanno quelli del Nord. Coloro che sono al potere, inoltre, non conoscono bene il Mezzogiorno, non sono a conoscenza della povertà e della miseria del Sud.
Il sistema monetario
Il regno d’Italia aveva riunito sotto un’unica nazione realtà con monete diverse; il ministro delle finanze Quintino Sella nel 1862 vara un provvedimento per sostituire la moneta borbonica con la carta-moneta piemontese. Successivamente c’è stata anche l’unificazione tributaria tra nord e sud, che ha comportato un incremento della pressione fiscale nel mezzogiorno.
Gaetano Salvemini riteneva che la struttura sociale semi-feudale del sud-Italia avesse impedito la formazione di una classe borghese moderna, anche la mentalità dell’uomo meridionale ha avuto un ruolo fondamentale, in quanto si è opposta all’innovazione.
Subito dopo l’unità d’Italia ci si rende conto che il paese non è un’entità ben definita, in questo periodo iniziano le sommosse sociali nella popolazione meridionale. I contadini del sud esprimono un disaccordo verso il processo di unificazione e incompatibilità con il nord. Si formano bande di briganti, ma anche gruppi di soldati che appartenevano al vecchio esercito napoletano fedele ai Borbone.
Con il tempo è nata la convinzione che il nord si stesse arricchendo a spese del sud e di tutto il paese, c’è stato un drenaggio di capitale dal sud al nord, per opera dello stato andando così a incrementare ulteriormente questo divario tra Nord e Sud. Il sud è stata una colonia che ha permesso lo sviluppo della grande industria del nord.
Il divario tra Nord e Sud, dopo gli anni del boom economico, è diventato sempre più grande. Oggi molti giovani del sud si trasferiscono al nord per trovare maggiori opportunità lavorative e una migliore qualità di vita. La questione meridionale è molto complicata, poiché i fattori che hanno influito sono tanti e hanno portato ad una realtà attuale in cui il divario tra nord e sud sembra ormai insanabile.
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