Qual è la differenza tra Olocausto e Shoah?

Qual è la differenza tra Olocausto e Shoah?

Sicuramente vi sarà capitato di incontrare i termini Shoah e Olocausto utilizzati come sinonimi della pulizia etnica perpetrata durante gli anni del secondo conflitto mondiale (1939-1945) soprattutto per mano della Germania di Hitler, che aveva segregato, sfruttato e poi ucciso milioni di persone, perlopiù ebrei, all’interno dei campi di concentramento. In questo articolo ci focalizzeremo sui significati dei due termini, andando a sottolineare la differenza tra Olocausto e Shoah. 

Cosa si intende per Olocausto? 

Prima di parlare, nello specifico, della differenza tra Olocausto e Shoah, bisogna necessariamente andare a guardare più da vicino i due termini. Il termine Olocausto deriva dal greco antico Holokaustos, formato dal prefisso holos, che significa intero, unito a kaustos, che invece si traduce con bruciato, per cui il significato della parola è quindi bruciato per intero, completamente bruciato. Tale sostantivo veniva utilizzato anticamente in riferimento ad alcune pratiche religiose che prevedevano non solo vittime sacrificali di origine animale, ma anche umani.  Oggi questo termine viene utilizzato come sinonimo di  Shoah, cioè del genocidio effettuato dai nazisti, contro gli Ebrei, con un totale di quasi 6 milioni di vittime.  

E cosa significa, invece, Shoah?  

Shoah è, invece, una parola di origini ebraiche presente nella Bibbia che significa tempesta devastante o catastrofe, ed essendo il termine di origine ebraica molto spesso lo si preferisce a quello di Olocausto, utilizzato soprattutto nei paesi di tradizione anglosassone.  

La presenza di questi due termini, e in generale la differenza tra Olocausto e Shoah, utilizzati in riferimento alla stessa tragedia, ha portato alla nascita di un dibattito, che ha evidenziato la sostanziale differenza tra Olocausto e Shoah. 

Come già accennato, il termine Olocausto risulta avere un’accezione più religiosa, rimandando ad una sorta di sacrificio che doveva essere fatto alle divinità, e molti studiosi hanno sottolineato l’ambiguità intrinseca del termine,  che voleva richiamare l’incenerimento dei corpi nei forni crematori.  

Parlare di Olocausto, però, fa pensare che l’assassinio di sei milioni di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale sia stato una sorta di sacrificio inevitabile, riprendendo l’etimologia stessa della parola, alludendo a quei riti sacrificali che si svolgevano durante l’antichità. 

Ma l’orrore di ciò che è avvenuto non è qualcosa da porre ad un livello religioso e così lontano da noi esseri terrestri, causa originaria del dolore provocato a questa popolazione, vittima dell’odio umano e non del volere divino. Parlare di Olocausto è un po’ come distaccarsi dal peso della responsabilità che tocca ognuno di noi esseri umani, unici colpevoli.  Nonostante il termine Shoah sia comunque di derivazione teologica, esso è ormai largamente preferito in Europa, anche grazie al grande impatto del documentario del regista francese Claude Lanzmann del 1985 e intitolato proprio Shoah 

Inoltre, un’altra differenza tra Olocausto e Shoah è che con il primo termine di solito si indicano tutte le persone prese di mira dal regime nazista degli anni 30’ e 40’, quindi persone diversamente abili, individui affetti da malattie mentali, membri della comunità gay e così via. Il secondo invece fa specificatamente riferimento alla popolazione ebraica, in quanto termine considerato meno offensivo rispetto alla parola Olocausto, soprattutto per i motivi sopracitati.  

Fonte immagine di copertina per l’articolo “Qual è la differenza tra Olocausto e Shoah”: Pixabay

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