Riflessioni esistenziali di Blaise Pascal: le più importanti

Riflessioni esistenziali di Blaise Pascal: le più importanti

Blaise Pascal è un filosofo considerato precursore dell’esistenzialismo poiché nel 1600 aveva già elaborato alcune riflessioni esistenziali. L’esistenzialismo, però, è una corrente filosofica nata nel periodo a cavallo tra le due guerre mondiali e dunque, parecchio secoli più tardi. Il termine proviene da  “existere” che significa “trarre fuori”, quindi uscire dall’essere nella sua universalità per rendersi individualità.

Nelle riflessioni esistenziali di Blaise Pascal notiamo come il filosofo operi delle riflessioni sull’esistenza, soffermandosi in particolare sui problemi esistenziali, sulle domande esistenziali che ogni individuo si pone, anche nel momento della solitudine, della fragilità e delle riflessioni personali.
L’esistenzialismo di Pascal è improntato sulla religione, mentre la corrente di pensiero del ventesimo secolo vedrà come protagonista un pensiero ateo.
Pascal si dedica alle riflessioni esistenziali, cerca di dire non solo come agire ma da anche dei consigli circa la conduzione della propria esistenza. 

Riflessioni esistenziali di Blaise Pascal

Secondo il filosofo francese ogni umano dovrebbe innanzitutto fare di se stesso l’oggetto del proprio studio, ogni individuo dovrebbe creare una riflessione personale, su se stessi ma anche sui problemi esistenziali, per esempio: “qual è il senso dell’esistenza? Perché noi siamo in questa vita che ci appare come qualcosa che abbia un senso ma poi siamo destinati a morire? Da dove proveniamo? Quali sono le nostre provenienze e qual è il senso della nostra esistenza?”.
La maggior parte delle persone dalla mentalità comune rispetto alle riflessioni esistenziali attua un processo chiamato “divetissement” ed è un atteggiamento che vede gli uomini preferire fuggire da certi quesiti scomodi a causa della paura che essi gli incutono. Agli uomini sono, in un certo senso, attratti dal caos e quando restano soli per lungo tempo senza far nulla, incombe su di loro la noia esistenziale ed essi sentono quindi il bisogno di riempire il vuoto con una qualche attività che possa distrarli.

Pascal trova risposte nella religiosità; la fede potrebbe dare una risposta di senso mentre la scienza la considera muta rispetto ai problemi esistenziali, poiché essa è limitata all’intelletto che da solo non può spiegare il perché l’uomo sia anche sentimento, emotività e perché le sue azioni a volte sono dettate dal cuore.
Pascal afferma che: “l’uomo è un misto di miseria e grandezza, è tutto di fronte al nulla e nulla di fronte al tutto, permanente in una condizione mediana come se fosse nato finito ma destinato a qualcosa che va oltre l’infinito”.

L’uomo diviso in due spiriti: l’esprit de geometrie e l’esprit de finesse

L’esprit de geometrie ha per oggetto enti della matematica, della logica, quindi procede attraverso razionalità e ha come organo l’intelletto.
L’esprit de finesse ha per oggetto l’uomo nella sua interezza, procede intuitivamente e ha come organo il cuore. “Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”. Quest’ultimo quindi coglie gli aspetti dell’umanità che vanno oltre la materia.
La filosofia è adeguata a far comprendere le domande esistenziali che non possono trovare la risposta nella semplice ragione, quindi nell’esprit de geometrie, ma si appellano alla religione. Il Cristianesimo per Pascal è la religione più ragionevole, quella che più dà un senso a questa posizione mediana. Prima del peccato originale l’uomo era destinato all’infinito, alla felicità totale ma a causa del peccato è piombato in uno stato inferiore. Per questo l’uomo vorrebbe trovare la felicità eterna, bene universale perché l’ha conosciuta. 

Per farci capire al meglio la sua filosofia Pascal elabora una dottrina: “la scommessa su Dio” e dice che: “ noi dobbiamo scommettere sull’esistenza di Dio perché la posta in gioco è alta e se si vince, si vince l’infinito, se si perde, si perde la preghiera e le pratiche religiose”. Termina dicendo: “tu inizia a metterti sulla strada di Dio, anche se si inizia per scommessa perché alla fine se eri destinato continuerai da solo, se Dio è dentro di te procedi in maniera spontanea”.  Quindi se cerchi Dio significa che è già dentro di te.

Fonte immagine: By unknown; a copy of the painting of François II Quesnel, which was made for Gérard Edelinck en 1691[réf. nécessaire]. – Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12193020

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