Il classico dell’animazione sovietica con cui Fyodor Khitruk segnò la storia: Vinni Pukh. Apparso su francobolli, vagoni ferroviari e monumenti pubblici, solo una versione del corto su YouTube, oggi ha oltre 70 milioni di visualizzazioni.
Vinni Pukh (in russo: Винни-Пух, 1969) è la rivisitazione russa del celebre orsetto inglese Winnie the Pooh delle amate storie di A.A. Milne. Immediatamente riconoscibile a livello globale, nel nostro immaginario collettivo occidentale, ecco comparire il protagonista: l’orso corpulento, apatico e giallo miele dei film Disney, amato da generazioni cresciute con i cartoni animati del sabato mattina e gli astucci di marca.
Ma nella Russia dell’Europa orientale, l’immagine duratura di Winnie (diventato Vinni Pukh) è molto diversa: una palla di pelo marrone scuro e nevrotica, con gli occhi vitrei e senza sorriso che emana confusione esistenziale.
Quali sono i tratti distintivi unici del protagonista e di questo cartone animato?
Laddove il Winnie americano è calmo, lento e intontito, il Vinni Pukh sovietico è iperattivo e cammina e chiacchiera costantemente tra sé con una voce rauca e monotona. Perfino le sue canzoni sono poco scandite e frettolose piuttosto che essere melodie calme, dolci e serene.
Questa versione di Winnie The Pooh ha debuttato per la prima volta più di 50 anni fa nel cortometraggio storico del 1969 di Fyodor Khitruk, il regista e sceneggiatore di questo grande classico.
Laddove i film Disney sono morbidi e sentimentali, quelli di Khitruk sono ironici, distaccati, enigmatici; con scene create per far divertire, intrise di un senso di autentica tragedia o di sconcerto. Tutto ciò non significa che Khitruk stesse consapevolmente cercando di essere sovversivo: infatti, secondo quanto affermato dall’animatore stesso in alcune interviste pubbliche, egli non aveva nemmeno visto i film Disney prima di forgiare il proprio stile personale. Nonostante ciò, il doppiaggio in lingua inglese dei film di Khitruk si è spesso concentrato sulla loro natura relativamente bizzarra, il che sembra ridurli a un cliché e ignora il fatto che sono di fatto profondamente fedeli alle storie originali di A.A. Milne.
Una ragione per cui i film di Khitruk potrebbero sembrare strani in superficie è che si rifiutano di nascondere gli aspetti dell’esperienza dei bambini che sono di per sé surreali, curiosi, sgradevoli. Laddove Disney offre una visione romantica dell’infanzia, la visione di Khitruk è molto più trasandata, e forse più accurata.
Non c’è una colonna sonora cinguettante e pastorale o un doppiaggio melodioso con Khitruk. Invece di sfondi ordinati e meticolosamente realizzati, l’animatore russo raffigura il Bosco dei Cento Acri come un patchwork di scarabocchi irregolari e macchiati come quelli che potremmo trovare in un libro da colorare per bambini. Ma Khitruk non si è limitato a un solo stile: ognuno dei suoi film ha un linguaggio visivo unico: dagli scarabocchi manoscritti di Il Giovane Friedrich Engels (Юноша Фридрих Энгельс, 1970) alle sontuose cornici di Un uomo in cornice (Человек в рамке, 1966).
La rimozione del personaggio di Christopher Robin
Ma forse l’elemento più importante da considerare è che Khitruk ha rimosso completamente il personaggio di Christopher Robin, cercando di cancellare il peculiare suggerimento – presente sia nei film Disney che nelle storie di Milne – che in realtà Winnie è solo un animale di peluche le cui avventure si svolgono solamente nell’immaginazione di Robin, un bambino vero.
Rimuovendolo dalla storia, Khitruk dissolve la barriera tra i bambini e i loro giocattoli e di conseguenza anche tra fantasia e realtà, una barriera che per molti bambini semplicemente non c’è: il cartone animato Vinni Pukh non cerca di modellare l’infanzia in ciò che le persone adulte credono che dovrebbe essere. Piuttosto, presenta l’infanzia così come viene vissuta dai bambini stessi.
Gli studi d’animazione Soyuzmultfilm e Soyuzdetfilm ai tempi dell’URSS
Ciò che Khitruk stava facendo rappresentava un sorprendente allontanamento dalle tradizioni dell’industria dell’animazione controllata dallo stato dell’Unione Sovietica.
Nella prima metà del XX secolo, gli animatori della Soyuzmultfilm – lo studio russo d’animazione statale – si trovavano di fronte a un insolito enigma: da un lato, ci si aspettava che si infondessero nei loro film elementi di realismo didattico socialista per crescere gli spettatori bambini con le giuste lezioni ideologiche dell’Unione. D’altro canto, forse ironicamente, ci si aspettava che modellassero il loro stile di animazione su quello di Walt Disney, il cui lavoro era ammirato sia da Eisenstein che da Stalin nonostante le sue tendenze decisamente anticomuniste. Il risultato fu una miscela disorientante di propaganda anti-occidentale trasmessa attraverso immagini ispirate all’occidente.
Ma Khitruk fu uno dei primi animatori a rompere con la tradizione voluta dall’Unione. Sebbene avesse ricevuto influenze anche dall’americana famigerata casa d’animazione Disney, dagli inizi del suo lavoro, Khitruk cercò di ritagliarsi una nicchia unica.
Per citare un’altra importante produzione dello stesso animatore: il film d’esordio nel 1962: Storia di un crimine, uscì nel bel mezzo del disgelo di Krusciov, un periodo di liberalizzazione nelle arti e nella cultura sovietiche stimolato dal programma di destalinizzazione di Nikita Krusciov.
Lontano da un’imitazione Disney, Storia di un crimine vanta immagini altamente stilizzate. Al contrario, la sua geometria colorata e nitida ricordava di più i film della rivale Disney: UPA, un altro studio innovativo e distaccato che si opponeva alla dipendenza dal realismo nell’animazione propagata dalla grande casa di produzione americana.
La corrente d’innovazione oppositrice alle tradizioni sovietiche d’animazione: capolavori diversi da Vinni Pukh
La personalità di Khitruk fu solo una delle tante innovatrici della Soyuzmultfilm, tra i cui ex studenti figura anche l’animatore di Il riccio nella nebbia, Yuri Norstein.
Infatti, fin dall’inizio questo studio d’animazione ha rappresentato un centro di sperimentazione artistica: coloro che erano stati emarginati da altri campi per aver creato un’arte troppo all’avanguardia, troppo politicamente controversa, troppo ebraica (Khitruk e Norstein erano entrambi ebrei), spesso trovavano un rifugio sicuro alla Soyuzmultfilm.
Una delle ragioni era che l’animazione – così come altre forme di intrattenimento per bambini come il teatro dei burattini – era soggetta a una regolamentazione meno severa da parte della censura statale. Ai tempi dell’URSS infatti, il dissenso diretto era ancora severamente vietato, ma messaggi più sottili potevano passare inosservati.
Un altro personaggio popolare della Soyuzmultfilm, ideato dallo scrittore Eduard Uspensky è stato – e rimane tutt’oggi – Cheburashka: un piccolo animale immaginario dalle grandi orecchie che viene ostracizzato per aver sfidato la classificazione sociale e le cui esperienze raddoppiano come metafora adatta per l’emarginazione degli ebrei in Russia.
È questa lunga discendenza di creatività della banda di ribelli artistici ed esuli che si sono riuniti negli uffici della Soyuzmultfilm che ha dato vita a una nuova ondata di film animati disposti a rompere con i cliché visivi disneyficati e a fuggire dal didatticismo statale in favore di un’espressione più onesta e complessa dell’infanzia. Lo vediamo durante uno dei momenti più memorabili di Vinni Pukh, quando l’orso sente un ronzio e suppone che un tale suono possa esistere solo a causa delle api, dunque monologa tra sé sul perché le api esistano. È un momento divertente (alla fine Vinni arriverà alla conclusione che le api esistono solo per produrre miele da mangiare) ma anche genuinamente sconcertante, perché invece di liquidare le riflessioni di Vinni come una digressione frivola e infantile, Khitruk ascolta con orecchio attento, celebrando la sorprendente capacità d’intuizione dei bambini piuttosto che osservare e parlare di loro dall’alto in basso.
Anche 55 anni dopo, questo rimane un approccio rinfrescante all’intrattenimento per bambini e un incoraggiante promemoria del fatto che non hai bisogno di animazioni appariscenti o di umorismo frivolo per attrarre i giovani spettatori.
A volte, devi solo prenderli sul serio.
Fonte immagini dell’articolo Vinni Pukh di F. Khitruk: il Winnie The Pooh dell’Unione Sovietica: Wikipedia