“En plein air” è una locuzione in lingua francese che indica una tecnica pittorica che consiste nel dipingere all’aperto, cogliendo le sottili sfumature generate dalla luce osservando la vera essenza delle cose, nel tentativo di ottenere una percezione diretta della realtà rappresentata nel quadro. Nel 1800, la “peinture de plein air“, la pittura all’aria aperta, iniziò a essere utilizzata da alcuni pittori dell’Impressionismo per distinguere questa nuova pratica dalla peinture d’atelier, da studio. Pittori di stampo impressionista che hanno utilizzato la tecnica en plein air sono: Vincent Van Gogh, Claude Monet, Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir.
Dipingere en plein air: cogliere l’attimo e la luce
Dipingere en plein air significa immergersi completamente nella natura, lavorando direttamente sul posto, per catturare l’immediatezza delle impressioni visive e la mutevolezza della luce naturale. Questa tecnica richiede rapidità di esecuzione e una grande capacità di osservazione, per riuscire a tradurre sulla tela le sensazioni e le emozioni provate di fronte al paesaggio.
Le origini della pittura en plein air: dalla scuola di Barbizon all’Impressionismo
Sebbene l’Impressionismo sia il movimento artistico più strettamente legato alla pittura en plein air, le origini di questa tecnica sono precedenti. Già nella prima metà dell’Ottocento, alcuni artisti francesi, come quelli della Scuola di Barbizon, avevano iniziato a lavorare all’aperto, a diretto contatto con la natura, per studiarne dal vero gli effetti di luce e colore. Tuttavia, furono gli Impressionisti a fare della pittura en plein air uno dei cardini della loro poetica, elevandola a vera e propria filosofia artistica.
I maestri dell’Impressionismo e la pittura en plein air
Claude Monet: la luce e le serie di Giverny
Oscar Claude Monet è stato uno dei primi pittori a catturare l’immagine all’istante grazie anche all’utilizzo della tecnica en plein air. L’artista inizia a dipingere dei quadri in serie in una piccola casa colonica presso Giverny: in essi rappresenta lo stesso soggetto in condizioni di luce e atmosfera diverse, quasi a voler fermare su tela lo scorrere inesorabile del tempo, come nella serie dei Covoni o delle Cattedrali di Rouen. Lo sguardo, in questo modo, si inabissa in uno spazio che, in quanto privo di punti di riferimento sicuri, appare infinito, abissale, senza né inizio né fine, e al contempo astratto, in quanto «svincolato da un rapporto riconoscibile con la realtà oggettiva». Il risultato ottenuto è sempre diverso, perché irrepetibili sono i giochi di luce, così come le sensazioni che provocano.
Vincent Van Gogh: il colore e l’espressione del paesaggio
Van Gogh, a differenza degli Impressionisti, pur utilizzando la tecnica della pittura en plein air, non cerca di cogliere l’attimo fuggente, né ha mai utilizzare il colore e la materia in funzione della cangiante mobilità della luce. Rinuncia all’accidentalità ottica e cromatica delle opere impressioniste in favore di un tratto deciso e di una forte marcatura cromatica. Nel passaggio notturno del dipinto Notte stellata sul Rodano, brillano le luci che si riflettono sull’acqua e le stelle nel cielo. In primo piano, una coppia avanza lentamente passeggiando nella notte. Van Gogh utilizza la pittura en plein air per esprimere la sua visione interiore del paesaggio, trasfigurando la realtà attraverso il colore e la pennellata vibrante.
Paul Cézanne: la geometria della natura
Paul Cézanne, uno dei pittori più importanti del XIX secolo, ha dipinto numerosi paesaggi, nature morte, ritratti e figure umane durante la sua carriera utilizzando la tecnica dell’en plein air. Adotta una modalità pittorica libera dai suoi modelli, costituita da pennellate affiancate. Crea molti dipinti di paesaggi ed inizia a concepire gli oggetti come volumi, riducendoli alle loro forme geometriche di base. Mont Sainte-Victoire rappresenta un punto fondamentale nella vita di Cézanne, poiché questa montagna è stata dipinta in moltissime occasioni da questo artista. Attraverso l’osservazione delle sue opere è possibile seguire l’evoluzione stilistica di Cézanne che lo porta a una progressiva smaterializzazione del paesaggio e a una sempre maggiore attenzione alla struttura geometrica delle forme.
Pierre-Auguste Renoir: la gioia di vivere en plein air
Pierre-Auguste Renoir, nel dipinto Bal du moulin de la Galette, racconta uno scorcio di vita popolare a Parigi, in particolare un ballo che ha luogo nella terrazza del Moulin de la Galette. Le varie figure che popolano la scena si lasciano travolgere dalle emozioni, godendosi il sole di un pomeriggio primaverile, l’eccellenza del vino francese e il tempo sospeso dello stare insieme. L’artista sperimenta la nuova tecnica impressionista dell’en plein air, impiegando pennellate rapide, così da frammentare la luce in piccole chiazze di colore, per rendere l’atmosfera festosa e vibrante della scena.
L’eredità della pittura en plein air: un nuovo modo di vedere il mondo
La pittura en plein air ha rivoluzionato il modo di concepire il rapporto tra l’artista e la natura, tra l’occhio e il paesaggio. Ha permesso agli artisti di catturare l’immediatezza delle impressioni visive e di tradurre sulla tela la fugacità della luce e dell’atmosfera. L’eredità di questa tecnica è visibile non solo nell’Impressionismo, ma in tutta la storia dell’arte successiva, fino ai giorni nostri. Ancora oggi, molti pittori scelgono di lavorare en plein air, per confrontarsi direttamente con la natura e per cercare quella verità che solo l’osservazione diretta può rivelare.
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