Enantiosemia del verbo tirare: il fascino della lingua

enantiosemia

Esiste un fenomeno in linguistica che si chiama enantiosemia. Enantiosemia è quando una parola ha due significati opposti e in particolar modo indica “la condizione semantica di un vocabolo che nel suo svolgimento storico ha assunto un significato opposto a quello etimologico” (Treccani). Per ragioni legate a cambiamenti storici linguistici,  si tratta di una stessa parola che si declina, si esaurisce e si comprende in due sviluppi non uguali, né prevedibili, né lineari, né interscambiabili, né coerenti, né niente. Genera enantiosemia, per esempio, la parola “avanti” che può avere un duplice impiego: “avanti” come “prima” nell’espressione “il giorno avanti”, seppur desueta, ma anche come “poi” nell’espressione “d’ora in avanti”. 

Ancora, risulta affascinante l’uso e il significato duplice del verbo tirare. Tirare in italiano può essere “tirare un pallone” ma può avere anche impiego in un’altra valenza come nel caso di “tirare la corda” . A seconda di cosa tiri cambia pure cosa capisci e cosa dice il verbo.

Eppure la parola quella è. Si muove il contesto, si articola in altre forme, si aprono dinamiche estemporanee, si sposta la parola affianco e quando succede si altera il messaggio di quella che rimane. E non è che si altera normalmente, come un leggero cambiamento degli eventi, piccolo e curioso. Va ad assorbire la parte opposta, si insinua dentro una cosa che non è ammissibile perché semplicemente non è contemplabile logicamente. Come si fa a pensare a una cosa che è contemporaneamente vicina e lontana?

Resta che “tirare” non lo sa e continua a sguazzare in un limbo semantico ibrido e destabilizzante a seconda di che parola ci sia dopo o di che espressione faccia parte. Intanto però se li fa star bene quei due opposti e, anzi, si direbbe che li faccia proprio esistere perché senza non sarebbe una enantiosemia.

Però è strano: come dentro una parola convivano due fruizioni estreme, che è un po’ come i rapporti o le persone. A volte uno è “a” o “b” insieme, a seconda delle esperienze o di ciò che ha affrontato prima o di ciò che è in procinto di affrontare. Ma anche a seconda delle persone di cui uno si circonda.  Oppure il rapporto che ti eri programmato ha esattamente due sbocchi: lanciare lontano (il pallone) e attrarre vicino (la corda) e tu non sai bene che fare, ma ti rassereni pensando che a volte basta semplicemente tirare.

Immagine di copertina: Bari today

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