Eros, Dio dell’amore, chiamato Cupido dai romani, è una figura travolgente che spinge ed attrae gli uomini.
I greci rappresentavano Eros come un giovincello molto bello, nudo, armato di arco e frecce con cui trafiggeva d’amore il cuore dei mortali e degli dèi.
Nella mitologia greca, Eros è figlio di Afrodite e Ares, che rispettivamente simboleggiano la polarità femminile e quella maschile fra gli dèi.
Nella cultura popolare, Eros appare solitamente con le fattezze di un bimbo che scocca le sue frecce a caso colpendo al cuore i mortali e facendoli innamorare, spesso contro le loro intenzioni e volontà.
Nella vita di Eros, considerato il più giovane degli dèi, un evento importante è l’innamoramento folle della mortale Psiche (l’anima) alla quale successivamente donò l’immortalità.
Ricordiamo che nella cultura greca antica l’eros è il principio che fa convergere un qualcosa verso la bellezza.
Eros (Cupido), Dio dell’amore, è una divinità fortemente sentita e dunque presente nell’immaginario collettivo che condiziona fortemente, Dio dei sentimenti, rappresentazione di tutto ciò che moralmente e spiritualmente riguarda il bene in senso metaforico e morale.
Nell’immaginario comune, dunque, Eros viene generalmente rappresentato come un giovincello, o come un angelo riccio, giovane, che scaglia frecce per far innamorare i mortali e non solo. In realtà proprio quella identità e la figura del bambino cui la divinità è associata e mediante la quale è rappresentata, ha uno specifico significato; il bambino è colui che agisce senza malizia e senza schemi, in modo naturale, e proprio a tale concetto si collega la personalità di Eros, Dio dell’amore. Oggigiorno quando si fa riferimento alla “divinità dell’amore” in realtà s’intende un concetto vero e proprio, compreso quell’ambito che porta all’amore in tutte le proprie forme, fino ad arrivare al sesso che da esso scaturisce. Il suo carattere libero associato al bambino lo collocano fuori dal circolo olimpico e dai personaggi tipici del palcoscenico psichico.
In questo senso il Dio Eros si collega al concetto di amore. La rappresentazione antica di Eros in quanto divinità e successivamente intesa come concetto è associata all’attrazione sessuale ma anche come forza che tiene uniti una serie di elementi diversi e talora contrastanti senza annullarli, con la finalità di unire in un unico corpo sociale.
Al di là delle versioni filosofiche di Platone e di Aristotele, la figura di Eros è presente anche in ambito religioso. Nel pensiero cristiano l’eros viene identificato con l’amore carnale e concupiscente in contrapposizione alla carità, che è l’amore verso Dio. Il termine quindi è usato nella versione greca dell’Antico Testamento e dal Nuovo Testamento per indicare l’amore di Dio per gli uomini e la forma di esistenza che in esso si fonda.
In questo senso, la figura di Eros, assume un significato ancor più importante, poiché si riferisce al comportamento dell’uomo, non solo del passato. L’amore si traduce in sentimento di bellezza, intesa non solo in senso estetico, che aiuta gli uomini tutti ad essere felici con una propensione a vivere in linea con i dogmi religiosi o semplicemente etici e sociali di cui è fatta la società. Ecco dunque che l’eros spinge le idee degli uomini verso l’elevazione dall’ignoranza per vivere di bellezza e anche di amore, donato e ricevuto.
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