Eruzione Pompei, e se Plinio avesse avuto torto?
Un’iscrizione realizzata con un carboncino, l’ultima scoperta degli archeologi a Pompei, consente di dare una nuova data all’eruzione del Vesuvio, che a partire dalla scoperta, avvenuta due giorni fa, verrebbe fatta risalire ad ottobre e non ad agosto del 79 d.C.
Datata sedicesimo secolo prima delle Calende di novembre, 17 ottobre, la scritta è stata ritrovata in una Domus in corso di ristrutturazione, mentre le stanze adiacenti erano già state oggetto di restauri. A scoprire l’iscrizione sarebbe stato un operaio addetto ai lavori; scoperta poi confermata dal direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna.
Eruzione Pompei, I dubbi degli studiosi sulla data
In realtà negli ultimi mesi, sarebbero stati vari i segnali che esprimevano dubbi sulla data dell’eruzione; tra questi, il rinvenimento di melograni, che come ha spiegato il ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli, non sono un frutto propriamente estivo e che puntualmente si ritrovavano in quell’area del Parco archeologico di Pompei.
Il ministro Bonisoli, a tal proposito ha dichiarato: “Il melograno è un frutto che non matura in estate, ma leggermente più avanti, ciò sorprendeva, ma continuavamo imperterriti a fare riferimento alla datazione che si legge nella lettera di Plinio, che datava l’eruzione, la peggiore dei vulcani in Campania, il 24 agosto. Alla luce della iscrizione venuta alla luce due giorni fa, si presume, che qualche amanuense, nel corso del medioevo abbia fatto una trascrizione non fedele, e quindi l’eruzione del Vesuvio è sempre stata datata (erroneamente) ad agosto”.
Si tratta di un’iscrizione a carboncino venuta alla luce negli scavi nella Regio V di Pompei. “E’ un pezzo straordinario di Pompei datare finalmente in maniera sicura l’eruzione. Già nell’800 un calco di un ramo che fa bacche in autunno aveva fatto riflettere, oltre al rinvenimento di melograni e dei bracieri”. Dichiara soddisfatto il direttore generale del Parco archeologico, Massimo Osanna.
Una scoperta importante, che darà sicuramente una inclinazione differente ai libri di storia, sottolineando la grandezza culturale di un parco archeologico quale Pompei.
I codici di Plinio e il giorno effettivo dell’eruzione del Vesuvio
I codici di Plinio riportano tutti «nonum kalendas semptember», ossia «nove giorni prima delle calende di settembre», tranne uno che riporta «nonum kalendas november»: nove giorni prima delle calende di novembre. I filologi e gli studiosi, nel corso del tempo, hanno sempre optato per settembre. «Calenda» era il primo giorno del mese. Il conto va fatto al contrario. Dunque nove giorni prima dell’uno settembre cade il 24 agosto. Stesso ragionamento per la frase successiva e cioè «nove giorni prima delle calende di novembre» e quindi il 24 ottobre. La scritta scoperta recita «sedici giorni prima delle calende di novembre» e dunque il «17 di ottobre».
Pompei continua a regalare delle splendide sorprese, a dispensare emozioni nuove, reperti storici, frammenti di un’umanità che sembra essere ancora viva nel ricordo di chi ancora oggi ne ripercorre la quotidianità. Studiosi, storici, o semplicemente cittadini, tutti ammaliati dallo splendido Parco Archeologico, che nel tempo, non smette di sorprendere.