Le esperienze oniriche sono fenomeni psichici legati ad una fase del sonno chiamata fase REM, acronimo di Rapid Eye Movement, lo stadio probabilmente più accompagnato da sogni, poiché coincide col momento in cui l’individuo è immerso in un sonno profondo. Il mondo onirico ha da sempre affascinato illustri filosofi, ricercatori, artisti e scienziati: Sigmund Freud, ad esempio, nella sua celebre opera “L’interpretazione dei sogni”, sosteneva che i sogni potessero essere lo strumento tramite cui vivere esperienze e «pensieri proibiti appagando i sentimenti inconsci», quelli di impulso sessuale ad esempio; Gustav Jung, invece, sosteneva che i sogni fossero l’espressione di un inconscio collettivo, per questo spesso sogniamo situazioni simili. Infatti, spesso nei sogni figurano eventi ed accadimenti simili, per ognuno di noi. Alcuni di questi temi ricorrenti sono: l’atto di cadere nel vuoto o di scivolare, portando come conseguenza un risveglio brusco; l’essere inseguiti da qualcuno o da qualcosa, cosa che crea una forte ansia; sognare oggetti che mano mano diventano più grandi e sentirsi oppressi; trovarsi in luoghi sconosciuti o città mai viste, con la totale assenza del tempo.
Un caso particolare di esperienze oniriche, facendo sempre riferimento ai sogni ricorrenti, è il “This Man”, un individuo che, secondo molti, rappresenta l’esempio più lampante di inconscio collettivo: si dice che egli appaia nei sogni di moltissime persone in tutto il mondo. La leggenda sostiene che quest’uomo fu rappresentato graficamente per la prima volta a New York, nel 2008, nello studio di uno psicologo: un paziente sosteneva che questo individuo lo seguisse nei propri sogni e che gli desse dei consigli di vita. La copia del disegno di “This Man” rimase sulla scrivania del dottore e, visita dopo visita, l’immagine catturò l’attenzione di altre persone poiché parecchi pazienti sostenevano di aver incontrato quest’uomo sconosciuto nei propri sogni. Nel 2015 nacque un sito web chiamato Ever Dream This Man, in cui, ancora oggi, possono essere reperite le testimonianze di coloro che incontrano questo individuo nei loro sogni.
Le esperienze oniriche e l’influenza nelle arti
Sono molti gli autori che sulla base delle loro esperienze oniriche hanno composto dei veri e propri capolavori: i due esempi letterari più importanti sono, senza dubbio, “Frankestein“, di Mary Shelley, e “The strange case of Doctor Jekyll and Mr Hide”, di Louis Stevenson.
“Frankenstein, or the Modern Prometheus” è un’opera pubblicata nel 1818, realizzata dall’autrice britannica in seguito ad un incubo. Nel 1816, periodo di composizione dell’opera, Shelley si trovava con sua sorella ed un gruppo di amici, tra cui anche il celebre Lord Byron: per passare il tempo, essi si sfidarono a comporre un racconto o una storia horror. L’unica a non essere in grado di scrivere fu Shelley, poiché non ebbe subito l’ispirazione, nonostante le svariate storie di fantasmi che gli amici si erano raccontati quella sera. Tali racconti, però, scatenarono l’inconscio dell’autrice britannica che, una volta addormentata, fece un incubo terribile: Shelley sognò uno studente che aveva creato un mostro e che, improvvisamente, questo prese vita. L’indomani, cominciò a trascrivere ciò che aveva visto in quella esperienza onirica e a sviluppare la storia, creando una delle opere letterarie più famose in assoluto.
“The strange case of Dr. Jekyll and Mr. Hide” fu composto nel 1886 da Robert Louis Stevenson in seguito ad un incubo. Fanny Stevenson, la moglie dell’autore, affermò che nelle prime ore della mattina fu svegliata da un urlo terribile di suo marito, il quale stava sognando una storia paurosa. Dopo che Louis fu svegliato, infatti, disse nervoso alla moglie: «Perché mi hai svegliato? Stavo sognando una bella storia da spauracchio».
Anche l’arte è ricca di questo tipo di fenomeni: la figura forse più importante in questo discorso è Salvador Dalì. Riconosciuto come maggiore esponente del Surrealismo, Dalì dichiarò che egli fu spesso influenzato dai propri sogni nella creazione delle opere: “Sogno causato dal volo di un’ape” è un quadro realizzato a partire da un’esperienza onirica avuta dalla moglie quando, intimorita in un sogno dal ronzio di un’ape che le volava accanto, fu svegliata di soprassalto per paura di essere realmente punta. La “Persistenza della memoria” è un altro esempio di rappresentazione reale dell’onirico: la totale assenza di tempo, tipica dei sogni, viene impressa su tela tramite degli orologi molli.
Le pellicole cinematografiche sono ricche di casi in cui il tema centrale è l’esperienza onirica o il sogno. I due più celebri sono, senza dubbio, “Matrix” e “Inception“: l‘idea di un mondo controllato e modificabile a proprio piacimento sono temi riconducibili al mondo onirico, nello specifico quelli che sono definiti sogni lucidi.
La paralisi del sonno
Tra le esperienze oniriche, la paralisi del sonno, detta anche paralisi ipnagogica, è una delle più terrificanti esperienze oniriche che possiamo provare. Essa corrisponde all‘incapacità di muoversi dell’individuo, al momento del suo risveglio, poiché egli si trova nella fase REM, quella del sonno profondo, per cui i suoi muscoli sono completamente bloccati, impedendogli di muoversi. In questa particolare fase del sonno, il cervello attiva un meccanismo di sicurezza per evitare che l’individuo possa lesionarsi durante il sonno, paralizzando completamente i muscoli. Per qualche motivo ancora non troppo chiaro, alcune volte questo meccanismo non funziona correttamente: l’individuo si sveglia ed è cosciente ma il corpo è ancora paralizzato poiché il cervello sostiene ancora che egli si trovi nella fase REM, per cui i muscoli sono ancora bloccati.
Una volta svegli, possiamo muovere lentamente gli occhi ma siamo impossibilitati nel parlare nel fare anche un singolo piccolo movimento, questo perché il cervello non ha ancora disattivato la fase del sonno profondo: con un immane sforzo riusciamo appena a muovere le dita e a produrre qualche suono. La parte peggiore della paralisi del sonno è ciò che effettivamente crediamo di osservare durante questa esperienza: paralizzati ed immobili nel letto, possiamo osservare la nostra stanza, gli oggetti che ci circondano e, soprattutto, non comprendiamo perché siamo impossibilitati a muoverci. In molti casi, davanti ai nostri occhi si materializzano i peggiori incubi: figure oscure, fantasmi, demoni e così via. Queste entità, spesso parlano, fanno versi e ci toccano. Il tutto, ovviamente, è frutto della nostra immaginazione ma c’è da ammettere che, nonostante duri pochi secondi, è una delle esperienze più terrificanti che possiamo sperimentare.
Un quadro che rappresenta alla perfezione questa esperienza è quello che abbiamo scelto come immagine di copertina, il famoso “Incubo”, di Füssli. Nell’opera viene rappresentata in primo piano una ragazza stesa, probabilmente addormentata, con un mostro sul petto, e, sullo sfondo, appare dal buio la faccia di una giumenta. Come possiamo facilmente comprendere dal titolo, la creazione dell’opera da parte di Füssli è stata largamente influenzata dalle sue esperienze con incubi, sogni e paralisi del sonno, oltre che dai racconti di mitologia germanica a cui l’autore era particolarmente interessato.
I sogni lucidi
Quelli che abbiamo precedentemente citato, i sogni lucidi, sono delle esperienze oniriche che possiamo sperimentare durante il sonno. Con i sogni lucidi siamo coscienti del fatto che stiamo sognando e possiamo modificare ciò che vediamo, o ciò che facciamo, a nostro piacimento. Le principali azioni che vengono compiute in questo tipo di esperienze sono volare, viaggiare nel tempo, fare sesso con qualcuno che, nella realtà, desideriamo ardentemente, incontrare persone defunte o personaggi famosi. A differenza dei sogni normali, i sogni lucidi ci permettono, in primis, di essere a conoscenza del fatto che ciò che vediamo non è reale: siamo immersi in uno stato onirico quasi comparabile alla sperimentazione di una vita in un’altra dimensione, quello che viene definito viaggio astrale, cioè un’esperienza extracorporea. Nello sperimentare un sogno lucido, possiamo trovarci in ambienti realmente esistenti, in luoghi inventati o in territori molto distanti da noi.
In secondo luogo, le esperienze che facciamo durante i sogni lucidi, al risveglio sono ancora vivide. Il nostro cervello, essendo perfettamente cosciente del fatto che stiamo sognando, ci permette di immagazzinare tutte queste informazioni come veri ricordi.
Questo tipo di esperienze oniriche possono farci provare, in altre parole, situazioni che non abbiamo mai vissuto, che abbiamo sperimentato raramente, o che, probabilmente, non sperimenteremo mai: tramite questo tipo di eventi possiamo incontrare, ad esempio, dei nostri parenti defunti, abbracciarli o parlagli, e le sensazioni che proveremo al risveglio sono ancora vive in noi, ben fissate nella nostra mente come un qualunque altro ricordo reale. Nonostante ciò che sogniamo sia frutto della nostra immaginazione, è bello pensare che tutto questo sia vero e che quell’abbraccio rimanga in noi, nella nostra mente, come un vero ricordo.
Fonte Immagine: Wikipedia Commons, Incubo (Füssli)