Età giolittiana: dittatura parlamentare e trasformismo

Età giolittiana: dittatura parlamentare e trasformismo

L’età giolittiana è un periodo storico che va dal 1903, anno del primo mandato di Giovanni Giolitti come primo ministro del governo, al 1914. La figura di Giovanni Giolitti è quella di un liberale, uno degli ultimi appartenenti alla sinistra storica. L’età giolittiana è un periodo di forte espansione per la nostra penisola, sia dal punto di vista economico che sociale.

Caratteristiche dell’età giolittiana

Si parla di Età giolittiana perché il primo ministro è stato in grado di instaurare una vera e propria dittatura parlamentare, che gli ha permesso di reggere saldamente il potere per più di dieci anni e attuare numerose riforme fondamentali per avvicinare l’Italia (stato neonato) alle altre potenze europee. 

Ma come è stato possibile per Giolitti instaurare questo forte potere all’interno del parlamento italiano? Ciò è avvenuto soprattutto tramite il trasformismo e il meccanismo della ritirata strategica. Il trasformismo dell’età giolittiana consiste nella capacita di Giovanni Giolitti di intrecciare alleanze sia con i conservatori, sia con le ali più riformiste del parlamento, andando a creare un mono-schieramento di maggioranza per certi versi simile al centrismo democristiano degli anni ’50-’60.  In questo modo vengono isolati i movimenti più estremi, come i socialisti di stampo massimalista, rivoluzionari, tanto temuti dallo stato in quest’ epoca.

Un altro aspetto fondamentale dell’ età giolittiana è la capacità del primo ministro di attuare il meccanismo della ritirata strategica: esso consiste nel dimettersi e farsi sostituire da una figura politica a lui vicina, qualora ci sia urgenza di approvare una legge che farebbe sicuramente cadere il governo. Un esempio è la nazionalizzazione delle ferrovie, resasi necessaria dalla scadenza di tutte le concessioni ferroviarie rilasciate nel 1885; Giolitti si dimette in favore di Alessandro Fortis, che sale al governo nel 1904. Il governo Fortis resta in carica il tempo necessario per far approvare l’omonima legge sulla nazionalizzazione delle ferrovie. Successivamente, proprio a causa dell’impopolarità (soprattutto nell’ala conservatrice del parlamento), Fortis è costretto alle dimissioni e torna subito in carica Giovanni Giolitti. Questo meccanismo si ripete in più occasioni fino al 1914, ma successivamente diventerà impossibile riproporlo per via delle radicalizzazioni politiche post-prima guerra mondiale.

L’età giolittiana è caratterizzata, come abbiamo detto, da una forte espansione economica.  Quest’ultima ha alla base un’importante fase di industrializzazione che riguarda soprattutto il triangolo industriale (Torino, Genova, Milano). Il rafforzamento dell’industria è stato fortemente voluto dal primo ministro piemontese, sostenitore della classe imprenditoriale nascente. Gli esempi maggiori di questa nuova classe imprenditoriale sono dati dalla famiglia Agnelli che nel 1899 fondano la Fiat e che durante l’età giolittiana, proprio grazie all’atteggiamento liberista del primo ministro, conosce una forte espansione.

Le riforme sociali

Già col ministero ricoperto da Giolitti con il governo Zanardelli si fanno importanti passi avanti dal punto di vista salariale e sociale (introduzione del consiglio del lavoro, aumenti salariali dei lavoratori agricoli ed industriali). Durante il governo Giolitti si ottenne, dal punto di vista sociale, un aumento dell’alfabetizzazione e l’introduzione del suffragio universale maschile, l’assicurazione sulla vita, tutele sul lavoro minorile e femminile. Vengono introdotti il divieto di lavoro per i minori di 12 anni e il congedo per maternità a favore delle lavoratrici.

La questione meridionale

Durante l’età giolittiana viene affrontata anche l’arretratezza storica del Sud Italia, attraverso leggi speciali che portano alla costruzione dello stabilimento siderurgico di Bagnoli e altri incentivi dal punto di vista occupazionale nel mezzogiorno.

Tuttavia queste leggi non riescono ad incidere profondamente sulle carenze strutturali del meridione, poiché sono create per curare i sintomi invece delle cause (borghesia sottomessa ai grandi latifondisti, clientelismo politico, alto tasso di analfabetismo).

 

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Chiumiento Barbara

Studentessa di mediazione linguistica e culturale presso l'Università degli studi di Napoli l'Orientale

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