I dolci della domenica sono una tradizione importantissima soprattutto a Napoli. Il vassoio con i dolci, tantissimi e super golosi, prende il nome di guantiera; ma da cosa derivano l’etimologia e il significato del termine? Scopriamolo insieme.
A Napoli, il lungo pranzo domenicale, ma anche quelli dei giorni festivi, si concludono con la “guantiera dei dolci”, ricche di bontà.
La guantiera, come detto, ha origini che affondano nel passato, oggi vive più che mai; oltre ai pranzi della domenica, era molto diffusa anche ai matrimoni. Il numero dei dolci presenti nella guantiera nuziale partiva da un minimo di 9 “pezzi” fino ad arrivare (per chi aveva disponibilità economiche maggiori) ad un massimo di 21. Una tradizione che metteva tutti d’accordo.
Oggigiorno, grandi o mignon, le paste sul vassoio posizionato al centro della tavola, appositamente sparecchiata perché il rituale del dolce abbia tutto il suo spazio e la sua importanza, rappresentano un peccato di gola irrinunciabile. Ognuno deve mangiare un dolce, non può rifiutare, ma può scegliere un pasticcino, piccolo o grande che sia: l’importante è condividere quell’attimo di dolcezza con tutti gli altri commensali.
Sulla guantiera trovano spazio tantissimi dolci differenti: sfogliatelle, babà, zuppette, cassatine, delizie a limone, sciù e tanto altro ancora. Per la guantiera delle paste esiste una sola regola: “Adda essere sempre chiena”. Ogni famiglia ha la propria pasticceria di fiducia, dove ogni domenica o ad ogni ricorrenza si comprano “e pastarell”.
Etimologia e significato di guantiera: un mix di dolcezza e tradizione
In ogni zona della Campania i dolci si differenziano in base alla tradizione che ricordiamo, proviene direttamente dal Rinascimento.
Con il termine guantiera si fa riferimento ad un vassoio (nella maggior parte dei casi in argento) sul quale erano disposti i dolci. Una vasta scelta di dolcetti adatti ai gusti di tutti. Questi vassoi, erano serviti durante i ricchi banchetti rinascimentali, come forma di cortesia nei confronti degli ospiti.
L’etimologia ed il significato del termine guantiera derivano dunque dalla parola guanto, in quanto in passato la guantiera era il vassoio che di solito veniva posizionato all’ingresso delle abitazioni dove venivano riposti i guanti.
Innanzitutto bisogna chiarire che si tratta di un termine definito “apolide”, dunque privo di cittadinanza, normalmente non reperibile nei vocabolari. Di fatto, viene designato come un sostantivo a metà tra il napoletano e l’italiano: le classi colte napoletane erano solite alternare il napoletano alla lingua francese.
Ovviamente con il passare del tempo l’utilizzo e la diffusione delle rinomate guantiere sono cambiati. Tra ‘800 e ‘900 offrire dolci a qualcuno su un bel vassoio decorato era pur sempre una cortesia per gli ospiti, ma la guantiera era diventata la protagonista assoluta dei pranzi domenicali.
L’etimologia e il significato del termine guantiera non sono definibili prettamente meridionali, così come ribadito molte volte da filologi e linguisti. La Treccani ad esempio, fa riferimento al termine guantiera, indicandolo come un semplice vassoio sul quale possono esser collocati non solo i dolci, ma anche bicchieri, posate, tovaglioli e quant’altro.
Ovviamente, la guantiera della domenica è tutt’altra cosa: l’identità della tavola imbandita del giorno di festa.
La guantiera è entrata a far parte di vari ambiti, da quello artistico, con l’interpretazione di vari artisti, a quello culturale: infatti, se ne ritrova menzione anche in una importante e celebre opera letteraria: I Promessi Sposi. Alessandro Manzoni, nel decimo capitolo dei Promessi Sposi, utilizza questo termine: “Vennero subito gran guantiere colme di dolci che furono presentati prima alla sposine”. In ogni parte d’Italia, ma soprattutto in Campania, ogni paese ha la propria “pasterella” da gustare in compagnia.
Una parola che indica un oggetto dall’importanza storica, ancora oggi rinomata. Napoli ancora una volta dimostra di essere una città ricca di tradizione, cultura e bellezza.
La guantiera è una dunque una solida tradizione che resiste al tempo e alle nuove usanze gastronomiche, alle cosiddette tradizioni dolciarie moderne, sicuramente più sofisticate e ricercate. Un rituale in grado di superare i regionalismi e mettere tutti d’accordo, con dolcezza ed infinità bontà.
Immagine in evidenza: qui