Si dice che, anticamente, di festività indiane ce ne fosse una per ogni giorno dell’anno. È innegabile che nel continente esistano numerosissime festività, tradizioni, celebrazioni e riti. Vediamo alcuni di esse, una minima parte rispetto al ricchissimo repertorio di celebrazioni. Sebbene in India esistano più culti e religioni, quelle menzionate di seguito sono festività prevalentemente induiste.
1. Diwali: la festività indiana della luce
Il Diwali è la festività che segna l’inizio dell’anno indù. Sebbene la data non sia fissa, generalmente si colloca tra ottobre e novembre. Il Diwali 2025, per esempio, sarà il 20 ottobre 2025.
Le persone seguono la festività decorando le proprie case con lampade (diya) e luci: in questa maniera la divinità dell’abbondanza può trovare la sua via nella case delle persone. Le dimore vengono pulite, vengono aggiunte ciotole di acqua in cui si fanno galleggiare candele e petali. La luce è un elemento ricorrente e fondatore di questa festività, il cui significato è quello di trovare la luce nell’oscurità, tanto che il nome della celebrazione proviene dall’unione del termine Deepa (“lampada d’argilla”) e avali (“fila”).
Un’altra caratteristica importante del Diwali sono dei disegni fatti in sabbia colorata che prendono il nome di rangoli. Rappresentano magnifici schemi variopinti, che spesso ricordano fiori e piante, sopra i quali vengono poste candele accese. È un periodo di unione tra amici e familiari, vengono scambiati regali e doni tra persone, vengono accesi fuochi di artificio.
2. Holi
L’Holi è la festa indiana più conosciuta dagli stranieri, almeno nell’immaginario collettivo. Dura un giorno e una notte ed è la festività dei colori. Durante la celebrazione si lanciano polveri colorate e ogni colore rappresenta una qualità e un augurio:
- verde: nuovi inizi e opportunità
- blu: rappresenta Krishna
- rosso: amore e onore
- giallo: ricorda la tipica spezia indiana della curcuma
L’Holi avviene nel nostrano mese di marzo, sebbene cambi in base al calendario. L’occorrenza avviene con l’ultima luna piena del mese, che segna l’inizio della primavera. Simile a quanto si augura nel Diwali, anche l’Holi è il trionfo del bene (i colori simboleggiano la positività e prosperità) sul male. In particolare, ci si riferisce alla sconfitta del demone femminile di Holika. Il trionfo sul “male”, in questo caso, è da vedere in una chiave interpretativa diversa da quella del cristianesimo o altre religioni.
3. Tra le festività indiane più spettacolari: il Mahashrivati
Il Mahashivrati è una festività indiana dedicata a Shiva, il più celebrato dio dell’hinduismo. Questa è una delle più grandi celebrazioni indiane, dura una singola giornata. Il Mahashivrati del 2025 è stato il 26 febbraio.
Cosa rende così importante questa celebrazione? La celebrazione è sì l’adorazione di Shiva, ma anche un invito alla meditazione e alla riflessione personale: le persone sono invitate a digiunare, meditare, soprattutto di notte, e sconfiggere l’oscurità. Sin dall’inizio la tradizione, le naturali energie terrestri in questo particolare momento sono più forti e sospingono le emozioni dell’uomo, che è invitato a riflettere su se stesso: è per questo che, in base al calendario, ogni anno si ha un data diversa.
Come numerose festività indiane, durante il Mahashivrati vengono accesi incensi, fatte offerte e adorazioni (puja). Dal momento che Shiva è la principale divinità in questione, le offerte (miele, latte etc.) che vengono date sono dirette a lui e ai suoi Lingam. Oltre a lui, la festività è anche rivolta alla sua coniuge Parvati: non è un caso che questa festività sia un augurio al matrimonio e ai legami. Molte donne si recano nei templi per pregare per unioni longeve e prospere.
4. Il Ganesh Chaturthi
Come è ben chiaro dal nome, questa festività è fatta in onore della divinità Ganesh, chiamata anche Vinayaka Chaturthi: è la divinità del successo e dei nuovi inizi. La sua caratteristica peculiare è la testa da elefante. La data della festività è fine agosto-inizio settembre e ha una durata di 11 giorni.
Anche in questo caso sono comuni le pratiche di vrata (digiuno) e di preghiere di testi indù. La divinità viene adorata con l’innalzamento di grandi statue in pubblico e dentro le case. L’ultimo giorno le statue (anche piccole statue personali) vengono portate in una parata, ricca di musica e strumenti, finché non vengono immerse alla fine nell’acqua dell’oceano e dei fiumi.
5. Festività indiane del Kerala: l‘Onam
L’Onam è una particolare festività indù tipica della gente dell’estremo sud-ovest del sub-continente indiano: la gente di Kerala. È la festa ufficiale del Kerala, dedicata al raccolto, importante e antica risorsa per la regione. In questo caso la festività non è dedicata a un dio ma un antico sovrano: Mahabali. Dura circa 10 giorni e cade, generalmente, nel mese di settembre.
Ci si dedica alla pulizia della casa, ai doni dei regali e alla carità verso chi non ha una casa. La caratteristica peculiare è che durante tutte queste festività ci si cimenta in molte attività sportive: gare di canottaggio, tiro alla fune, tiro con l’arco, lotte e combattimenti. Esiste una particolare remata chiamata Vallamkali (la regata serpente) dove rematori abili e muscolosi gareggiano sopra delle lunghe barche decorate proprio come dei serpenti.
Esistono diverse danze in questa ricorrenza: una di queste è la danza della tigre (danza Pulikali), dove le persone si truccano e si vestono da tigri ballando sotto i ritmi di strumenti tipici. Le città vengono naturalmente illuminate con lampade e fuochi d’artificio.
Fonte immagini: Wikicommons, Wikipedia