Fiori velenosi, specie meravigliose e pericolose

Fiori velenosi, 5 specie meravigliose e pericolose

I fiori velenosi: bellissimi, profumatissimi, eppure mortali.

Ovviamente in natura è possibile scovare veleni dappertutto, anche se con forme e aspetti diversi. Ad esempio, il fosforo e l’arsenico nelle rocce, nei metalli pesanti, oppure – nel regno animale – i molluschi, ragni, scorpioni, insetti di vario ogni genere. Ma anche molte specie di vegetali, come i funghi o le piante vascolari, posseggono proprietà venefiche.

L’uomo ha imparato, nel corso dei secoli, a distinguere le molte piante che presentano proprietà benefiche, addirittura mediche, da quelle che sono, invece, da considerarsi estremamente pericolose. Nella storia, moltissimi sono i casi di avvelenamento attraverso sostanze estratte dal mondo vegetale: il filosofo greco Socrate fu condannato a bere una pozione contenente cicuta; l’imperatore Nerone, le famiglie Borgia e dei Medici utilizzavano spesso il veleno per liberarsi degli avversarsi e mantenere il proprio potere.

In ogni caso, molti sono i meravigliosi fiori che in realtà posseggono proprietà venefiche, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di concentrazioni minime di sostanze nocive.

Qui alcuni esempi di fiori velenosi:

  • Crisantemo, simbolo della commemorazione dei defunti. Si tratta di un fiore utilizzato in modi diversi. Gli agricoltori, ad esempio, lo usano per allontanare i conigli “grazie” alla sua testa tossica, specialmente per gli animali, e che agli esseri umani può provocare orticaria, pruriti, dermatiti da contatto. Dal crisantemo viene prodotto un insetticida naturale, il piretro.
  • Ortensia, con i suoi petali che vanno dal blu-violaceo al bianco, può provocare – se ingerita – crampi, prurito, sudorazione e debolezza. Nei casi più gravi, anche coma, convulsioni e problemi alla circolazione sanguigna. Il fiore, infatti, contiene piccole concentrazioni di cianuro.
  • Narciso, originario della Persia, cresce tra le pianure e le montagne dell’Europa meridionale ed è noto fin dall’antichità per il suo profumo inebriante e soporifero. Secondo diversi studi etimologici, la radice di narciso è “narkè”, ovvero sopore, stupore. Anche se il fiore e le foglie del narciso non causano alcun problema, i suoi bulbi, se ingeriti, possono dare luogo a disturbi come nausea, vomito, crampi. Uno dei fiori velenosi più belli.
  • Glicine, secondo alcuni scienziati, è tossico in ogni sua parte. Altri, invece, limitano la sua pericolosità a semi, radici e baccelli. Spesso viene associato nella coltivazione al gelsomino e usato in alcune ricette culinarie e bevande. Tuttavia, risulta tossico soprattutto per gli animali domestici e l’ingestione causa lievi dolori addominali, vomito e depressione del sistema nervoso centrale.
  • Belladonna (Atropa belladonna): conosciuta anche come “donna bellissima”, ha fiori grandi e viola scuro e ha proprietà tossiche per gli esseri umani e gli animali.
  • Aconito (Aconitum spp): con fiori velenosi a forma di stella e di colore blu intenso, l’aconito è estremamente velenoso se ingerito o applicato sulla pelle.
  • Dafne (Daphne mezereum): ha fiori rosa o rossi e bacche verdi che sono altamente tossiche.
  • Castagna d’India (Euphorbia lathyris): ha fiori gialli e bacche rosse che contengono una sostanza tossica chiamata euforbina.
  • Digitalis (Digitalis purpurea): conosciuta anche come digitale, ha fiori grandi e colorati che sono tossici se ingeriti.
Qual è il fiore più velenoso? Cosa succede quando lo si tocca?
Il fiore più velenoso al mondo è considerato l’Oleandro (Nerium oleander), che ha fiori di colore rosa, bianco, giallo o rosso e foglie verdi. Il suo nettare e tutte le parti delle piante sono estremamente tossiche per gli esseri umani e gli animali se ingerite o entrate a contatto con la pelle. Ingestione di piccole quantità di oleandro può causare sintomi come nausea, vomito, diarrea, battito cardiaco irregolare e persino la morte. Pertanto, è importante evitare di toccare o ingerire parti di questa pianta e cercare assistenza medica in caso di esposizione.
 

Fonte foto: Pixabay

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