Fonti di diritto sul web: tra espressione, cronaca, critica e satira

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Il web è diventato uno spazio fondamentale per l’esercizio della libertà di espressione. Ogni giorno, milioni di persone condividono notizie, opinioni e commenti, dando vita a un flusso informativo continuo e globale. Ma quali sono le fonti di diritto che regolano la libertà di espressione online? E come si applicano nello specifico le fonti di diritto sul web? Come si bilanciano il diritto di cronaca, il diritto di critica e il diritto di satira con la tutela dell’onore e della reputazione? In questo articolo, analizzeremo il quadro normativo di riferimento, con un focus particolare sulla distinzione tra cronaca, critica e satira, senza dimenticare di considerare i limiti imposti dalla legge, come nel caso della diffamazione, e l’importanza dell’utilità sociale dell’informazione. Il diritto costituzionale, infatti, non sempre si esprime con unanime certezza sui limiti alla libertà di manifestazione del pensiero, quando questa diventa diritto di cronaca, satira o critica. Questo perché le norme costituzionali tutelano in modo differente i beni, a seconda che il danno sia relativo ad una semplice manifestazione del pensiero oppure da una manifestazione del pensiero definita come libertà di cronaca, di critica o di satira. Quando ci si riferisce alle fonti di diritto sul web, la questione si complica perché si toccano temi delicati e di grande attualità, come la diffusione di fake news e hate speech, fenomeni che hanno portato il legislatore a valutare nuovi strumenti di tutela e di contrasto. Il tema della libertà di espressione online, infatti, è sempre più centrale, come dimostrano i numerosi interventi del Garante per la protezione dei dati personali e della Polizia postale, e le sentenze dei tribunali nazionali, della Corte di giustizia dell’Unione Europea e della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Cos’è il diritto di cronaca e come si applica online?

Il diritto di cronaca è il diritto di raccontare fatti e avvenimenti attraverso qualsiasi mezzo di diffusione, compreso internet. Online, questo diritto assume una dimensione ancora più ampia, grazie alla facilità di pubblicazione e alla vastità del pubblico raggiungibile. La cronaca, per essere lecita, deve riportare fatti veri, esposti in modo obiettivo e senza alterazioni tendenziose. Il diritto di cronaca trova il suo fondamento nell’articolo 21 della Costituzione italiana, che sancisce la libertà di manifestazione del pensiero.

Differenza tra cronaca, critica e satira online

Sebbene tutti e tre rientrino nella sfera della libertà di espressione, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione, online cronaca, critica e satira presentano delle differenze sostanziali. La cronaca si limita a riportare i fatti, la critica esprime un’opinione o un giudizio su quei fatti, mentre la satira utilizza l’umorismo e l’esagerazione per denunciare o deridere determinati aspetti della realtà. In altre parole, la cronaca risponde alla domanda “cosa è successo?”, la critica a “cosa ne penso?” e la satira a “come posso far riflettere su questo fatto in modo umoristico?”.

Diffamazione online: limiti alla libertà di espressione

La libertà di espressione trova un limite nella tutela dell’onore e della reputazione altrui. La diffamazione, ovvero l’offesa alla reputazione di una persona assente, è un reato sia offline che online. Le fonti di diritto sul web si occupano anche di questo aspetto: la diffamazione online si configura quando l’offesa viene realizzata attraverso un mezzo di comunicazione telematico, come un social network, un blog o un sito web, e può comportare conseguenze legali per chi la compie. Le piattaforme stesse, poi, devono attenersi a delle regole e sottostare a delle leggi, in modo da garantire agli utenti la maggior tutela possibile, e a se stesse un solido inquadramento normativo.

Cos’è la diffamazione?

La diffamazione è definita dall’articolo 595 del codice penale come l’offesa alla reputazione di una persona comunicando con più persone. Si distingue dall’ingiuria, che è invece l’offesa all’onore di una persona presente. La diffamazione è un reato che viene perseguito se viene sporta querela da parte della persona offesa. L’onore è un bene tutelato dalle norme costituzionali, e in particolare si riferisce al valore intrinseco di ogni persona. La reputazione, invece, è la considerazione di cui gode una persona all’interno della sua comunità, e viene tutelata dall’ordinamento giuridico italiano. La diffamazione, appunto, è quel reato che intacca la reputazione di una persona, attribuendole fatti o qualità negative, o offendendone il decoro e la dignità.

Diffamazione a mezzo stampa e diffamazione online: analogie e differenze

La diffamazione online è spesso paragonata alla diffamazione a mezzo stampa, prevista dalla legge n. 47 del 1948. Sebbene ci siano delle analogie, come l’elemento costitutivo dell’offesa alla reputazione altrui, vi sono anche delle differenze. La diffamazione online, infatti, può avere una diffusione molto più ampia e rapida rispetto a quella a mezzo stampa, con un potenziale danno maggiore. Inoltre, la permanenza del contenuto offensivo online può essere molto lunga, se non illimitata, aggravando la lesione alla reputazione. La giurisprudenza, con diverse sentenze, ha affrontato il problema della responsabilità dei gestori di piattaforme e social network, in merito al quale si parla di responsabilità del provider. A questo tema si unisce quello del diritto all’oblio, ovvero il diritto di ottenere la rimozione di contenuti diffamatori dal web, anche a distanza di tempo, a protezione della privacy online. In assenza di rimozione o in caso di inerzia prolungata, è possibile fare una segnalazione di illeciti online alle autorità competenti. Le fonti di diritto sul web si occupano anche del delicato tema del cyberbullismo, che si verifica quando la diffamazione, le minacce o le molestie avvengono online e sono rivolte a minori. In questi casi, la legge prevede tutele rafforzate per le vittime e sanzioni più severe per i responsabili. Un altro tema di grande importanza, trattato dalle fonti di diritto sul web, è quello delle fake news, notizie false o non verificate diffuse per manipolare l’opinione pubblica o per danneggiare la reputazione di individui o enti. Anche in questo caso la legge, e in particolare il codice penale, prevede delle sanzioni per chi diffonde notizie false con dolo, ma la questione resta controversa perché si scontra con il diritto alla libertà di espressione e con la difficoltà di stabilire con certezza la verità di un fatto. La diffusione di notizie false può essere contrastata anche dal rispetto della netiquette, un insieme di regole di buona condotta online, e da un comportamento responsabile e attento da parte degli utenti del web.

Fonti di diritto sul web: l’utilità sociale dell’informazione

Un elemento che può far scattare l’esimente e rendere quindi lecito un articolo di cronaca, altrimenti diffamatorio, è l’utilità sociale dell’informazione. Un’informazione è socialmente utile quando risponde all’interesse della collettività alla conoscenza di fatti e avvenimenti rilevanti per la vita pubblica. Questo concetto è strettamente legato alla funzione di controllo e di denuncia che la stampa e i media in generale svolgono in una società democratica. Ovviamente, non tutte le informazioni hanno un’utilità sociale. La **Cassazione** è intervenuta più volte per chiarire i requisiti per cui si possa parlare di utilità sociale dell’informazione, e quindi si possa parlare di interesse pubblico. La notizia deve essere di interesse per la collettività, e non riguardare mere curiosità o pettegolezzi, in assenza di una rilevanza pubblica. Quando si parla di fonti di diritto sul web, è bene ricordare anche questo aspetto.

Come stabilire l’interesse pubblico di una notizia online

Stabilire l’interesse pubblico di una notizia online non è sempre semplice. In generale, si può affermare che una notizia ha un interesse pubblico quando riguarda fatti o eventi di rilevanza politica, sociale, economica o culturale, oppure quando coinvolge personaggi pubblici o persone che rivestono cariche istituzionali. Anche la cronaca nera o giudiziaria può avere un interesse pubblico, se tratta di fatti gravi che hanno un impatto sulla sicurezza o sulla percezione della giustizia da parte della collettività. Un altro fattore è quello della veridicità della notizia: una notizia falsa non può avere interesse pubblico. Inoltre, devono essere rispettati i principi di continenza e pertinenza: la notizia deve essere esposta in modo corretto e senza eccessi, e deve essere rilevante rispetto all’interesse pubblico che si intende soddisfare. Bisogna poi tenere conto del diritto all’immagine e del diritto alla privacy delle persone coinvolte, i quali devono essere bilanciati con l’interesse pubblico alla diffusione della notizia. La deontologia giornalistica svolge un ruolo fondamentale nel garantire un’informazione corretta e rispettosa di questi principi.

Il diritto di cronaca, di critica e di satira: definizioni ed esempi

Vediamo ora più nel dettaglio le definizioni di diritto di cronaca, di critica e di satira, fornendo anche alcuni esempi pratici.

Il diritto di cronaca

Il diritto di cronaca, come detto, consiste nel diritto di raccontare fatti e avvenimenti di interesse pubblico. Un esempio di esercizio del diritto di cronaca online è la pubblicazione di un articolo che riporta la notizia di un’indagine giudiziaria, con i nomi degli indagati e le ipotesi di reato. La cronaca deve attenersi ai fatti e riportarli in modo veritiero, completo e imparziale. La pubblicazione di notizie false o non verificate, anche se per errore, può configurare il reato di diffamazione. La veridicità è un requisito essenziale del diritto di cronaca: la notizia deve corrispondere a fatti realmente accaduti e deve essere verificata con attenzione prima della pubblicazione. Il giornalista, per esempio, deve accertare l’attendibilità delle proprie fonti e, se possibile, sentire più campane. Anche la continenza, ovvero la moderazione nell’esposizione dei fatti, è un requisito importante. Il linguaggio deve essere corretto e rispettoso della dignità delle persone coinvolte, evitando espressioni offensive o volgari. Infine, la pertinenza richiede che la notizia sia rilevante per l’interesse pubblico e che non si ecceda nella diffusione di dettagli superflui o morbosi, che non aggiungono nulla alla comprensione del fatto. In alcuni casi, la legge prevede l’obbligo di oscurare i nomi o le immagini delle persone coinvolte, per esempio quando si tratta di minori o di vittime di reati sessuali. I giornalisti hanno il dovere di rispettare il codice deontologico della loro professione, che stabilisce regole precise sull’esercizio del diritto di cronaca, e sono tenuti iscritti all’Ordine dei giornalisti.

Esercizio del diritto di cronaca online e art. 51 del codice penale

L’esercizio del diritto di cronaca, sia online che offline, può far scattare la causa di non punibilità prevista dall’articolo 51 del codice penale, che afferma: “L’esercizio di un diritto o l’adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica autorità, esclude la punibilità”. Questo articolo stabilisce che non è punibile chi commette un fatto, anche se previsto dalla legge come reato, se quel fatto è compiuto nell’esercizio di un proprio diritto. Questo principio si applica, per esempio, al giornalista che pubblica una notizia diffamatoria, ma vera e di interesse pubblico. In questo caso, il giornalista non è punibile perché ha esercitato il proprio diritto di cronaca. Questo vale sia per chi ha una testata giornalistica registrata, sia per chi gestisce un blog o un sito di informazione amatoriale. Naturalmente, il diritto di cronaca deve essere esercitato nel rispetto dei requisiti di veridicità, continenza e pertinenza.

Il diritto di critica

Il diritto di critica consiste nel diritto di esprimere la propria opinione su fatti, eventi o comportamenti, anche in modo severo e pungente. Un esempio di esercizio del diritto di critica online è la recensione negativa di un prodotto o di un servizio pubblicata su un sito web o su un social network. La critica si differenzia dalla cronaca perché non si limita a riportare i fatti, ma li interpreta e li valuta. La critica è tutelata dall’articolo 21 della Costituzione come espressione della libertà di pensiero, ma deve essere esercitata nel rispetto di alcuni limiti. In particolare, la critica deve essere pertinente, ovvero deve riguardare un argomento di interesse pubblico, e deve essere continente, ovvero espressa in modo misurato e senza offendere gratuitamente la reputazione altrui. La critica può essere espressa anche in forma ironica o satirica, purché non trasmodi nell’insulto o nella derisione fine a se stessa. Un altro limite importante è il rispetto della verità: la critica deve basarsi su fatti veri o, comunque, su fatti che l’autore, dopo un’attenta verifica, ritiene ragionevolmente veri. Non è lecito, per esempio, muovere critiche sulla base di notizie false o distorte ad arte, per screditare una persona o un’azienda. Il confine tra critica lecita e diffamazione è molto sottile. In generale, si può dire che la critica diventa diffamazione quando supera il limite della continenza e si trasforma in un attacco personale volto a screditare la persona offesa agli occhi della collettività, oppure quando si basa su fatti falsi o distorti in modo strumentale.

Il diritto di satira

Il diritto di satira è una forma particolare di espressione artistica che, attraverso il sarcasmo, l’ironia e la parodia, si propone di criticare e mettere in ridicolo comportamenti, idee o personaggi pubblici. La satira online si esprime prevalentemente attraverso vignette, meme, video o testi umoristici pubblicati su siti web, blog e social network. La satira, grazie alla sua funzione di critica sociale, gode di una tutela rafforzata nell’ordinamento giuridico italiano, trovando riconoscimento anche nellarticolo 33 della Costituzione. La satira non è tenuta al rispetto degli stessi limiti della cronaca e della critica. In particolare, la satira può non essere veritiera, in quanto il suo scopo non è quello di informare, ma di far ridere e riflettere attraverso l’iperbole e il paradosso. Inoltre, la satira può essere più aggressiva della critica, in quanto il suo linguaggio è volutamente provocatorio e pungente.

Limiti del diritto di satira online e art. 33 della costituzione

Anche la satira, non può essere esercitata in modo illimitato. Un primo limite è quello del rispetto dei valori fondamentali della persona, come la dignità, l’onore e la reputazione. La satira non può trasformarsi in un attacco personale gratuito e volgare, né può incitare all’odio o alla discriminazione. Un secondo limite è quello della funzionalità delle espressioni satiriche rispetto allo scopo di critica sociale. In altre parole, la satira deve essere riconoscibile come tale e non deve essere un pretesto per offendere o diffamare. La Corte di Cassazione, con diverse sentenze, ha ribadito che la satira deve essere manifestamente iperbolica e paradossale, in modo da non poter essere confusa con la cronaca o con la critica. In caso contrario, si applicano le normali regole in materia di diffamazione. L’articolo 33 della Costituzione afferma: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”. Questo articolo sancisce la libertà di espressione artistica, che comprende anche la satira. Tuttavia, la libertà artistica non è assoluta e deve essere bilanciata con altri diritti fondamentali, come il diritto all’onore e alla reputazione. La giurisprudenza ha affermato che la satira, per essere lecita, deve rispettare i principi di continenza, pertinenza e funzionalità. La continenza riguarda il linguaggio utilizzato, che non deve essere volgare o offensivo. La pertinenza riguarda il rapporto tra la satira e il fatto o il personaggio preso di mira, che deve essere di interesse pubblico. La funzionalità riguarda lo scopo della satira, che deve essere quello di criticare o denunciare comportamenti o idee, e non quello di offendere gratuitamente. I social media hanno amplificato la diffusione della satira, rendendola accessibile a un pubblico vastissimo. Questo ha aumentato le potenzialità di questo strumento di critica sociale, ma ha anche moltiplicato i rischi di abusi e di fraintendimenti. Non è raro che la satira online venga interpretata come diffamazione, soprattutto quando colpisce la sensibilità di singoli individui o di gruppi. Per questo, è importante che chi fa satira online sia consapevole dei limiti del proprio diritto e che si sforzi di rendere evidente il carattere iperbolico e paradossale delle proprie affermazioni.

Normativa di riferimento per la libertà di espressione online

Oltre agli articoli 21 e 33 della Costituzione, e agli articoli del codice penale, diverse altre norme, a livello nazionale e sovranazionale, riguardano la regolamentazione delle fonti di diritto sul web. Tra queste, è importante ricordare il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’Unione Europea, che stabilisce regole precise sul trattamento dei dati personali online e tutela il diritto alla privacy, e la legge n. 47 del 1948 sulla stampa, che, pur essendo precedente all’avvento di internet, viene spesso applicata per analogia anche ai siti web di informazione. La normativa italiana si sta adeguando alle sfide poste dalla rete, anche se con qualche ritardo. Di recente, per esempio, è stata approvata una legge sul cyberbullismo, che prevede misure di prevenzione e contrasto di questo fenomeno. Altre leggi sono in discussione, per esempio quelle sulle fake news e sull’hate speech. L’obiettivo è quello di trovare un equilibrio tra la tutela della libertà di espressione e la protezione degli altri diritti fondamentali, in un contesto, come quello del web, in continua e rapida evoluzione. Resta fondamentale, in ogni caso, il ruolo della giurisprudenza, chiamata a interpretare le norme esistenti e a colmare eventuali lacune legislative, tenendo conto delle specificità del contesto digitale. Il diritto di autore online e il copyright, così come la tutela dei marchi registrati, sono altri temi importanti che riguardano le fonti di diritto sul web, spesso oggetto di controversie legali. La regolamentazione di internet è una materia complessa e in continua evoluzione, che richiede un approccio multidisciplinare e una costante attenzione alle innovazioni tecnologiche e sociali. L’obiettivo deve essere quello di garantire un web libero, aperto e sicuro, dove tutti possano esercitare i propri diritti senza ledere quelli altrui, nel rispetto delle regole e dei principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico. Anche per questo è sempre più importante essere a conoscenza di quali siano e di come intervenire nel caso in cui vengano violate le principali fonti di diritto sul web.

Fonte immagine: Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/giornali-piegati-158651/

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