Frasi meravigliose (su Napoli). Città d’incanto, della dialettica passionale. Città dove nel momento in cui trovi un difetto, l’istante successivo l’hai già dimenticato. Città di segreti e superstizione, di cibo e colori, di odio e amore, di lacrime e baci. Favola e storia, mente e cuore. Figlia della Sirena Partenope, madre di tramonti tinti di rosa e di un mare azzurro lucente. Tutto a Napoli è vita e sogno, è intelligenza e speranza, è bellezza immensa ed eterna, come eterna è la sua filosofia del cuore.
Poeti, scrittori, cantautori hanno speso parole meravigliose per esaltare la magia di una terra unica, incastonata tra natura e canzoni, tra maschere e genuinità, tra gioia e sofferenza, tra pizza e spettacolo. Terra fertile di ingegno e talento, di sentimento ed abbondanza. E di fronte al detto «Vedi Napoli e poi muori», si potrebbe a rigore affermare «Vedi Napoli e vivi». Sì. Perché il sapore del sale si depone tra gusto e pelle, l’odore dello iodio inebria i sensi assopiti, la vista di Castel dell’Ovo dona linfa vitale all’animo sognatore.
Ebbene, in questa sede sono state selezionate dieci frasi meravigliose (su Napoli) da leggere, assaporare e rileggere, pensate e scritte per esaltare e mostrare tutta la speciale essenza di una città che è mondo.
Frasi meravigliose (su Napoli). Le dieci selezionate
«Tutto è azzurro a Napoli. Anche la malinconia è azzurra».
Così il poeta e giornalista italiano del XIX° Libero Bovio si esprime descrivendo Napoli attraverso uno dei particolari che da sempre la identifica e caratterizza: il colore azzurro. L’azzurro vivo del mare e del cielo che incorniciano la splendida città. L’azzurro del cuore goliardico di quanti si dicono tifosi, ma in realtà innamorati. L’azzurro di occhi sinceri e genuini, assetati di passione e speranza. L’azzurro di mani sporche di vita ma, uanema, pulite d’amore! L’azzurro dell’anima, delle vene, di ogni più piccola fibra dell’essere. A Napoli è azzurra anche la malinconia, la tristezza e la sofferenza. Perché azzurro non è un colore, ma condizione e identità.
«Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo».
Così lo scrittore francese del XVIII° offre il suo contributo nel descrivere sensazioni inedite provate alla vista della città più bella dell’universo. Non la più bella d’Italia o dell’Europa o del mondo, ma dell’universo. Perché una bellezza genuina e incantevole come quella della città partenopea è semplicemente inimitabile e irrintracciabile altrove. Perché quella bellezza è cucita sulla pelle imbevuta di spine e di rose. Perché è una bellezza che si nutre di semplicità e regala immensità. Perché una bellezza così vera è anche assolutamente rara.
«Questo ricco sangue napoletano si arroventa nell’odio, brucia nell’amore e si consuma nel sogno».
Così la scrittrice e giornalista italiana del XIX° Matilde Serao esprime considerazione e stima per la multiemozionale Napoli. Il mare costituisce il sangue che scorre nelle vene dell’essenza partenopea. Quel sangue che si accende di toni diversi anche in istanti connessi e vicini. Un attimo la fitta della sofferenza e del degrado, di cui il ventre della città è culla. Un attimo dopo i sentimenti di lotta e rivalsa guidati dall’amore bruciante che vince ogni cosa. Fino al nirvana del sogno, dell’abbandono, della libertà, che si staglia contro pregiudizi e maldicenze. Napoli è questa, un tripudio di sensazioni che si strattonano ciascuna per prevalere sull’altra, riuscendo infine a convivere in un’inebriante magia.
«Dovunque sono andato nel mondo ho visto che c’era bisogno di un po’ di Napoli».
Così lo scrittore, regista ed attore italiano del XX° Luciano De Crescenzo riflette sulla completezza di una città in grado di colmare vuoti ed arricchire stili e tradizioni di sangue straniero. Perché Napoli è trionfo di calore e generosità, regno dell’ingegnosa arte dell’arrangiarsi, teatro quotidiano e bellezza sfavillante. Una città inimitabile sotto ogni sfaccettatura, da quella più sottile a quella più eclatante. Ogni paese, con le sue tradizioni e bellezze, non potrà mai eguagliare l’umile specialità di Napoli, che incanta l’osservatore incatenando per sempre a sé il suo cuore. Ovunque nel mondo si necessita di almeno un briciolo di cotanto calore e bellezza, perché intrisi di genuinità disarmante e coinvolgente. Perché sulla lieve terra di Partenope la solitudine è bandita e la ricchezza, quella dell’anima, regna sovrana.
«Il napoletano lo si capisce subito da come si comporta, da come riesce a vivere senza una lira».
Così il principe della risata ed attore partenopeo del XX° Antonio De Curtis, in arte Totò, descrive l’incredibile spirito d’adattamento partenopeo. Incrollabile il temperamento del popolo napoletano nell’affrontare problemi, avversità ed astuzie. L’arte dell’arrangiarsi è una prerogativa, un modo d’essere, quasi una fede, che consente, quando tutto sembra impossibile ed irrisolvibile, di trovare una soluzione. E la soluzione a Napoli si tinge sempre del sorriso di cuori sinceri e un po’ folli. Il napoletano lo riconosci per l’abilità di aggirare problemi economici, come altrove non sarebbe possibile. Nulla è insormontabile, ma tutto risolvibile, ingannando tristezze ed amarezze, soprusi ed ingiustizie con la generosità e la gioia di vivere.
Frasi su Napoli. E ancora…
Continuiamo con una delle più interessanti frasi su Napoli:
«Se ci fosse una capitale dell’anima, a metà tra oriente e occidente, tra sensi e filosofia, tra onore e imbroglio, avrebbe sede qui. Nel mezzo della città si apre via Spaccanapoli, un rettilineo di più di un chilometro, stretto e vociante, che divide in due l’enorme agglomerato. È il cuore di questa babele della storia».
Così lo scrittore, poeta e giornalista italiano del XX° Stanislao Nievo descrive la meravigliosa e dialettica Napoli. Sì. Perché la sua terra, segnata simbolicamente a metà dal brulicante Spaccanapoli, è intrisa di opposti. Sensuale e spirituale, gioiosa e malinconica, solare e misteriosa, filosofica e pragmatica, dolce ed amara, moderna e classicheggiante, azzurra e colorata, rossa e colorata. Terra d’ “odi et amo”, dove però, alla fine, a trionfare è sempre e comunque l’amore. L’amore per la bellezza, per il prossimo, per il sofferente, per la terra lieve e purpurea, come le stoffe pregiate d’Oriente, e dinamica come l’Occidente richiede. La dualità la caratterizza e l’unità ne è la sintesi estrema.
«Napule è ‘nu paese curioso: è ‘nu teatro antico, sempre apierto. Ce nasce gente ca’ senza cuncierto scenne p’ ‘e strate e sape recità».
Così l’attore, scrittore e drammaturgo partenopeo del XX° Eduardo De Filippo descrive l’entusiasmo della splendida Napoli. Se l’arte d’arrangiarsi ne è una prerogativa, la teatralità quotidiana è l’essenza. La città di Napoli è un teatro a cielo aperto, ogni istante, ogni giorno. Il popolo partenopeo è incline all’arte e all’enfasi dei sentimenti e infatti tutto assume a Napoli i toni dell’abbondanza e dell’eccesso. Un eccesso mai fastidioso, bensì coinvolgente, intrigante e seducente. Resistere a cotanta esplosione ed entusiasmo è quasi impossibile.
«Napule è mille culure. Napule è mille paure. Napule è a voce de’ criature che saglie chianu chianu e tu sai can un si sulo. Napule è nu sole amaro. Napule è addore ‘e mare. Napule è ‘na carta sporca e nisciuno se ne importa e ognuno aspetta a’ ciorta».
Napoli attira come una calamita ogni cosa, ogni osservatore, filosofo, scrittore, persino la musica. Così infatti il noto cantautore partenopeo del XX° Pino Daniele descrive la caleidoscopica città dell’amore, del sole, della musica, dei profumi, del mare. Ma Napoli è anche silenzi e colpe celate, neo tra l’incanto, marcio mascherato da lecito. E Pino la paragona ad una carta sporca, di quelle gettate per strada e che con omertà collettiva si evita di raccogliere, attendendo cambiamenti che forse non arriveranno mai. Perché l’autentico cambiamento inizia dentro, cominciando a lucidare una coscienza degna di riflettersi in quell’azzurro cristallino, poi rosa e rosso, dopo blu cobalto e ancora azzurro. Napoli è stelle e terreno, ma è da quel terreno che si parte per raggiungere le stelle.
«Un linguaggio che ti tocca dentro, tu da sola e tutto il mondo contro, il rispetto che non c’è, tu la madre invece noi non ci preoccupiamo più se esisti veramente tu. Sei panni stesi e fantasia, l’assoluta garanzia che questi occhi hanno i colori tuoi, mai non potrei tradire mai le emozioni che mi dai, questo mare che ti meriti, vecchi e bambini gli stessi destini, la Napoli degli ultimi romantici».
La dichiarazione d’amore che il cantautore romano Renato Zero ha scritto per la città di Napoli, chiamata affettuosamente Nanà. Interpretata dalle tre voci rappresentative del panorama musicale partenopeo Sal Da Vinci, Franco Ricciardi e Andrea Sannino, è un autentico inno d’amore. Napoli, così meravigliosamente caotica, ma sola contro un mondo ipocrita e meschino. Madre del suo popolo, di un popolo spesso distratto, ma mai dimentico dei sacrifici dell’amabile genitore. Napoli è panni stesi, romanticismo, fantasia e frenesia, e le emozioni che offre nessuno può scordarle, come è impossibile dimenticare i suoi grandi occhi che recano i suoi colori. I colori di una Napoli affaticata, ma mai codarda e vile. I colori di una Napoli sovrana e custode del tesoro più prezioso: l’armonia di cuori eternamente fanciulli e puntualmente saggi.
«Io ca songo musicante e me sento furtunato, canto e sono sono e canto chesta bella serenata, e pecché so’ nnammurato, pecché forse ce so’ nato, ma vedite comm’ è bella ‘a città ‘e Pullecenella».
E si conclude la rassegna delle frasi meravigliose (su Napoli), menzionando un estratto della nota canzone ‘A città ‘e Pullecenella del compositore e paroliere italiano del XX° Claudio Mattone. Euforia e sentimento identitario, forte ed indelebile per un figlio del Vesuvio, innamorato della bella Partenope, fragile ed immensa, calda e fresca, dolce ed amara. Si potrà mutare residenza, abitudini, ci si potrà allontanare dalle sue rive sicure, ma il napoletano nato nella terra di Pulcinella non scorderà mai l’affetto della gente, l’odore dello iodio, la bellezza dei tramonti, l’arte, la storia, la cucina inimitabile, la superstizione e la magia dal sapore esoterico. Tutto questo Napoli reca con sé, e tutto questo è noto al mondo, perché in fondo un po’ di Napoli scorre nelle vene di chi ha avuto orgoglio ed onore di assaporarla e toccarla. Napoli mai uscirà dal cuore di un napoletano, così come non abbandonerà mai quello di uno straniero.