Georg Simmel: il denaro come simbolo di modernità

Georg Simmel è stato un filosofo e sociologo tedesco; egli nacque a Berlino il 1° marzo del 1858.

La sua opera principale è intitolata “Filosofia del denaro”, risalente al 1900; nell’opera, Georg Simmel, pone al centro del discorso, il denaro, come simbolo dell’epoca moderna. I riferimenti sono rivolti alla società del tempo, caratterizzata da rapporti umani pressoché distaccati, analizzati da Simmel nella prima parte dell’opera, per poi trattare, nell’ultima parte, le conseguenze di questa realtà fredda e basata sulla riduzione dei valori qualitativi e quantitativi.
Una filosofia strettamente collegata alla psicologia, nella quale, la visione del mondo, si lega alla vita degli individui, mutando con il mutare di questa. La filosofia, secondo Simmel, non è oggettiva, in quanto ogni persona, in questo caso, il filosofo, analizza un “tipo”, ossia un modello personalizzabile alla ricerca di una verità, non assoluta, ma che evolve in base al contesto nel quale essa stessa si sviluppa e cresce.

La visione del mondo e dell’uomo di Georg Simmel non è esclusivamente di tipo filosofico, essa si ricollega anche ad un ambito prettamente sociologico. Alcune delle più importanti riflessioni di Simmel, riguardano proprio l’ambito sociologico, in particolare nell’opera intitolata “Metropoli e personalità”, nella quale egli analizza alcuni dei caratteri fondamentali della metropoli del proprio tempo, fornendo degli importanti sputi di interpretazione applicabili alla società attuale. Le sue osservazioni circa la metropoli sono sia di carattere economico sia di carattere neuro-psicologico, collegabili ad una spiegazione psicologica e filosofica al tempo stesso; all’interno di queste due visioni, differenti tra loro, l’uomo – definito “metropolitano” – si muove, per adattarsi all’ambiente nel quale vive, sviluppando però un organo di difesa volto a proteggerlo dagli eccessivi stimoli. Quest’organo è l’intelletto, spesso contrapposto al cuore.

L’uomo, in una visione di tipo economico, nella quale domina il denaro, sviluppa l’intelletto per reagire a tutto ciò e per acquisire un atteggiamento misurabile, in parte controllato, grazie al quale può rapportarsi con i suoi simili, utilizzando uno strumento che gli consenta di capire ciò che succede intorno a sé, monitorandolo e accettando esclusivamente determinati stimoli. Il denaro è la fonte e l’espressione della razionalità e dell’intellettualismo metropolitano ed è qualcosa di assolutamente impersonale, è un livellatore e riduce qualsiasi valore qualitativo ad una base quantitativa, portando quindi al determinarsi dell’ipertrofia della cultura oggettiva e all’atrofia della cultura soggettiva.

Georg Simmel era uno studioso, filosofo e sociologo, spesso definito curioso e versatile; versatilità, spesso criticata, poiché definita mancanza di rigore.
Simmel era un filosofo attento ai dettagli, capace di inserirli in una dimensione ampia, ossia la società metropolitana, nella quale ogni uomo cercava di sopravvivere. Una visione definibile “moderna”, riconducibile ai giorni nostri, che permette di collegare fenomeni distanti a stimoli, relazioni, esposizioni, dettagli, con vigore analogico.

La modernità, quella che Georg Simmel già analizzava in passato, può essere paragonata ad una costellazione costituita da fenomeni ed elementi molteplici, non ordinati gerarchicamente, nella quale il passato si collega al presente, talvolta ripiombando in una dimensione nuova e al contempo il presente, si collega spesso al passato. Il passato genera memoria, ma soprattutto, da esso nasce un netto scambio comunicativo ed esistenziale, di cui il filosofo, analizzava, già nell’ottocento, i caratteri e gli elementi costitutivi.

Georg Simmel si spense a Strasburgo il 28 settembre del 1918, lasciando un prezioso bagaglio culturale, filosofico e sociologico, che ancora oggi consente studi e analisi in materia. Simmel è il sociologo che probabilmente, meglio ricostruisce il panorama della modernità, differenziando e razionalizzando (questo aspetto lo avvicina a Kant) i caratteri e le dimensioni proprie della realtà, non solo oramai trascorsa, ma anche attuale. Una modernità dalla quale bisogna difendersi, fortemente soggettiva, inserita in un contesto non solo filosofico, ma anche sociologico in senso stretto.

Immagine in evidenza: Pexels 

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