Ci sono diversi personaggi femminili che hanno lasciato il segno nel corso dei secoli, per il loro valore, i loro meriti, così come per azioni negative da loro compiute. Molte sono andate incontro a una triste fine, spesso ingiustamente e non poche volte il giudizio della storia è stato duro nei loro confronti. Tuttavia, possiamo affermare che ci siano state donne che hanno compiuto gesta eroiche e, pur avendo avuto un destino nefasto, sono ancora oggi ricordate come figure emblematiche. Un esempio lampante è rappresentato da Giovanna d’Arco, l’eroina francese che si distinse per i suoi meriti nella Guerra dei cent’anni (1337-1453), nota anche come “la pulzella d’Orléans”.
Il contesto storico
La breve vita di Giovanna d’Arco si colloca in un contesto storico di particolare difficoltà per la Francia: in quel momento la famiglia reale d’Inghilterra aveva reclamato il trono francese, a causa dei legami di parentela che intercorrevano tra il sovrano inglese Enrico III e il re Filippo IV di Francia. A ciò si aggiunse un divieto di importazione di lana da parte dei francesi, fatto per inibire lo sviluppo economico dell’Inghilterra.
A un certo punto, tra alti e bassi, sembrava che la situazione stesse volgendo al meglio per gli inglesi, con Enrico V che arrivò a reclamare il trono francese una volta morto re Carlo VI… ma entrambi vennero a mancare lo stesso anno. Questo fu percepito dai francesi come un segno di Dio e in questo modo si risollevò lo spirito nazionale. A ciò si aggiunse l’arrivo di una giovane ragazza, che cambiò le sorti del conflitto…
La rivelazione divina
Giovanna d’Arco nacque il 6 gennaio 1412 a Domrémy, nell’est della Francia, in una famiglia di umili contadini. Intorno ai 13 anni iniziò a sentire delle voci, dell’Arcangelo Michele, Santa Caterina e Santa Margherita, che le dicevano di essere destinata a salvare la Francia. Questo la portò a decidere di prendere i voti (da qui il soprannome “pulzella”, ovvero “vergine”) e unirsi alla lotta contro gli inglesi. Per cui nel 1429 si presentò al cospetto del futuro re Carlo VII, all’epoca Delfino di Francia, e gli espose la questione, con la convinzione di essere la prescelta di Dio. Egli rimase colpito dalla sua eloquenza e passione, ma preferì farla interrogare da dei gruppi di sacerdoti e teologi, per assicurarsi che fosse una cristiana devota. E solo dopo aver avuto conferma di ciò, la inviò a compiere la sua prima missione.
La liberazione di Orléans
Giovanna d’Arco ottenne così un manipolo di soldati e una missione: quella di liberare la città di Orléans dagli inglesi. Ella non partì con un’ordine ufficiale, ma furono il suo carisma e fervore ad infiammare gli animi dei francesi, permettendole così di raccogliere attorno a sé un gran numero di soldati, che la accompagnarono alla volta della città. Vestita con l’armatura e portando con sé uno stendardo bianco, simbolo di purezza, la vergine guerriera si battè contro gli inglesi e l’8 maggio 1429, a soli 17 anni, riuscì a liberare Orléans.
Le vittoriose campagne militari
Successivamente Giovanna d’Arco ottenne numerosi altri successi, tra cui la riconquista di Remis: qui, infatti, era tradizione che venissero incoronati i sovrani francesi e la presenza dell’esercito inglese impediva quindi che Carlo fosse ufficialmente proclamato. Per cui, ancora una volta, la pulzella d’Orléans si lanciò all’attacco e riuscì a riprendere la città, entrando trionfante il 17 luglio 1429. In questo modo, il Delfino potè essere incoronato re Carlo VII di Francia. Si creò così un’immagine di invincibilità intorno alla figura della giovane e si racconta che sul campo di battaglia tutti fuggissero da lei come se scappassero da un diavolo. Sembrava spinta da qualcosa di sovrannaturale. Ma questa gloria terminò poco tempo dopo…
La cattura e la triste fine di Giovanna d’Arco
Spinta dal suo ardore, ella era decisa a proseguire nelle spedizioni, ma il re e i suoi consiglieri cambiarono atteggiamento nei suoi confronti, preferendo un approccio più ponderato e cauto: tra le altre cose, infatti, iniziavano a temere l’incontrollabile foga della fanciulla. Mentre difendeva il borgo di Compiégne da un attacco dei Borgognoni nel maggio del 1430, Giovanna d’Arco fu catturata e consegnata agli inglesi dietro pagamento. Essi la posero sotto processo con l’obiettivo di condannarla come strega; questo perché, così facendo, puntavano a dichiarare illegittima l’incoronazione di Carlo VII, poiché avvenuta con l’aiuto di un’eretica. Fu anche per questo che il sovrano francese non arrivò in suo soccorso. Condannata per eresia, Giovanna d’Arco fu bruciata al rogo a Rouen il 30 maggio 1431, all’età di soli 19 anni.
La nascita di un mito
Nonostante l’infausto destino toccato alla giovane, il suo eroismo instillò negli animi dei francesi un nuovo modo di vedere la guerra, un orgoglio nazionale che permise al Paese di vincere la Guerra dei cent’anni nel 1453. Inoltre, nel 1455 si decise di tenere un ulteriore processo, sotto volontà dello stesso Carlo VII, per verificare le accuse nei confronti della guerriera e la sua figura fu così riabilitata. In più, alla fine del XIX secolo furono intraprese le pratiche per la canonizzazione e, una volta concluse nel 1920, la pulzella d’Orléans fu ufficialmente dichiarata santa. Ancora oggi Giovanna d’Arco è considerata un’eroina nazionale, fonte di ispirazione e ammirazione per molti.
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