Gli amori di Afrodite: quando è la dea dell’amore a innamorarsi

Gli amori di Afrodite, quando la dea dell'amore si innamora

La dea innamorata : quali furono gli amori di Afrodite ?

Nata dal mare, profumata di rose, nota come colei che infonde desiderio agli dei e domina la stirpe mortale. Dotata della potenza di unire il maschile e il femminile, la “spumosa dea” è senza alcun dubbio tra le più adorate del Pantheon greco. Afrodite rappresenta la potenza dell’amore, irresistibile, impetuoso, puro e incontrollabile. Un impulso che si manifesta in maniera genuina, ma impulsiva, visceralmente passionale, una natura che ben si sposa con la radice etimologica del nome della dea, “aphron“,  un termine che indica la dissennatezza e la stoltezza.

Volubile, capricciosa e istintiva, con il suo fascino divino la dea ha alimentato le fantasie di uomini e dei per secoli, collezionando una ricca schiera di ammiratori. Entrare nelle sue grazie era cosa assai difficile, ma chi vi riusciva poteva godere di un tripudio divino di amorosi sensi

Quali furono, quindi,  i fortunati che ebbero modo di condividere il talamo della dea della bellezza e dell’amore? 

Tutti gli amori di Afrodite: 

Adone

Nato dal rapporto incestuoso tra l’incolpevole Cinira, re di Cipro, e la figlia Mirra, innamoratasi del padre proprio a causa della vendetta di Afrodite, ingelosita dalla bellezza della fanciulla, Adone fu uno dei giovincelli più belli di tutta la Grecia. Allevato dalle naidi, il ragazzo stregò con la sua bellezza sfolgorante la dea, che decise di conservare gelosamente il piccolo Adone in una cassa e spedirlo nel Tartaro a Persefone. La dea degli inferi però si innamorò anch’essa di quella splendida creatura, e desiderava averla tutta per sé. Afrodite adirata si rivolse a Zeus, che sancì attraverso un tribunale formato da muse, una sorta di affido congiunto, secondo il quale Adone avrebbe trascorso un terzo dell’anno con Afrodite, un terzo con Persefone e un terzo con chi volesse. Afrodite, folle di rabbia e infervorata da un amore impetuoso, pur di accaparrarsi le attenzioni del giovane, iniziò a trascurare tutti i suoi impegni e indossò persino la sua cintura magica che aveva il potere di animare il desiderio sessuale di chiunque. 
Le vicende sulla morte di Adone sono confuse e frammentarie, probabilmente fu ucciso per vendetta da uno degli dei dell’Olimpo, infastidito dai continui dispetti che la dea dell’amore faceva nei suoi confronti. Secondo altre versioni la causa scatenante fu la gelosia nei confronti del ragazzo e della sua bellezza. Una cosa è certa, questa storia ci insegna che forse, a volte, è meglio non fare innamorare un donna troppo potente o si rischia di essere  infilzati da un cinghiale divino
Almeno al giovane fu concesso di continuare a vivere sotto forma di un bellissimo fiore di Anemone

«Ecco che spira, o Citerea, il tenero Adonis! Che cosa faremo?
Battetevi il petto, fanciulle, e strappate le vostre tuniche!» (Saffo)

 

Hermes: storia del messaggero degli dei, e non soloErmes 

La storia tra la voluttuosa dea e il piede alato dell’Olimpo fu brevissima, ma intensa, e soprattutto generò uno dei personaggi più singolari della mitologia greca. Il frutto della loro passione infatti, fu chiamato Ermafrodito ed era dotato di una bellezza singolare, che univa i tratti del padre e della madre. Secondo alcune leggende, innamoratasi di lui, una ninfa di nome Salmace, mentre il giovane faceva il bagno, vi si gettò addosso, e chiese agli dèi di potersi unire a lui per sempre. Gli dèi acconsentirono, e da quel giorno i due vissero in simbiosi come un’unica creatura dai tratti androgini.

Efesto

La più classica delle storie d’amore, che vede unirsi la “bella” e la “bestia”. La dea pandemia, da una parte, regina delle pulsioni sessuali, dai fianchi armoniosi e dallo sguardo ammaliante e il fabbro degli dei, zoppo, sgraziato e deforme dall’altra. Efesto riuscì a ottenere la bella Afrodite in sposa attraverso un tranello diabolico. Per vendicarsi della madre Era, infatti, donò alla regina dell’Olimpo un trono d’oro, il quale però la imprigionò per sempre. Per potersi liberare, la madre di Efesto fu obbligata dal figlio ad acconsentire a ogni suo desiderio. Fu così che la povera Afrodite venne obbligata a sposare il più buzzurro degli dei. Dal carattere iracondo, puzzolente e sempre arrabbiato, Efesto non era per nulla il prototipo del buon marito, cosa che alimentò i continui tradimenti da parte della dea emersa dai mari. 

Ares 

Quella col dio della guerra, fu una storia focosa e tormentata, dal carattere esplosivo, e dall’epilogo tragicomico. Il carattere fumantino e la virilità prorompente di Ares non potevano non esercitare un certo fascino sulla dea del piacere. Fu così che i due si concessero centinaia di notti insonni, instaurando una vera e propria relazione clandestina. Scoperti dal dio Elios, il quale informò subito Efesto, i due furono vittima della vendetta del dio delle fucine, che li imprigionò durante un amplesso con una rete dorata e condusse nella stanza da letto di Afrodite tutti gli dei dell’Olimpo, i quali non persero occasione per prendersi gioco di loro. Questo episodio sancì la fine della loro relazione, che vide però la nascita di ben sette figli; Eros, Anteros, Armonia, Imero, Deimos, Phobos e Athys.

Bute 

Sicuramente uno degli amori meno conosciuti di Afrodite, egli fu un argonauta ateniese. Durante il viaggio di ritorno dall’impresa che aveva condotto insieme alla cricca di Giasone, il giovane fu ammaliato dal canto delle sirene e si gettò in mare. Il caso volle che la dea dell’amore passasse proprio di lì, con la luna storta e un’incredibile voglia di far ingelosire Giasone. Decise così di trarlo in salvo e di tenerlo con sé per svariate notti sul monte Lilibeo

Poseidone

All’appello delle conquiste della divina Afrodite, dea delle scappatelle, non poteva mancare il signore dei mari Poseidone. La loro relazione nacque quando il fratello di Zeus si premurò di consolare la dea dopo lo scandalo con Ares. Consola un giorno, consola un altro, e si sa, prima o poi si finisce a letto insieme. 
Dalla loro unione nascerà Rodo, dea dell’isola di Rodi

Nerito

Capita qualche volta, sembra impensabile però è vero, anche alla più bella dell’Olimpo di essere rifiutata. Il ragazzo aveva ereditato un aspetto meraviglioso, tale da far innamorare di lui la dea dell’amore. Il ragazzo però, si rifiutò di seguire Afrodite sull’Olimpo. Si sa, non c’è niente di più pericoloso di una diva ferita nell’orgoglio, figuriamoci se dotata di infiniti poteri divini. Chiedete a Nerito che ora giace sul fondo del mare, sotto forma di conchiglia.

Fetonte 

Una cosa che abbiamo capito, analizzando le storie degli amori di Afrodite, è che la dea avesse una leggera tendenza a rapire piccoli neonati bellissimi, a tenerli con sé e poi, una volta cresciuti, farseli amanti. 
Questa è la storia del giovane Fetonte, che dopo essere diventato il suo coppiere, ne divenne anche concubino
Dalla loro relazione prese il via della dinastia dei sovrani ciprioti grazie alla nascita di Astinoo

Dioniso 

Il rapporto tra il vino e i piaceri carnali è qualcosa di ben noto agli uomini da tempi immemori, ne è testimone il rapporto tra il dio del vino, emblema del piacere più frivolo, svincolato da qualsiasi logica e fine a sé stesso, e la dea  della voluttà. L’unione tra Afrodite e Dioniso diede alla luce una vasta schiera di divinità minori, tra le quali il singolare ed eccentrico dio Priapo, propiziatore della fecondità e dotato di genitali enormi.

Anchise 

Probabilmente uno degli amori di Afrodite più conosciuti, Anchise fu notato dalla dea quando era ancora un giovinetto, eroico e dotato di una bellezza paragonabile a quella dei celesti. La dea gli si presentò con le sembianze di una verginale fanciulla adornata di fulgide vesti. Lo splendore della dea era folgorante e il cuore di Anchise fu pizzicato immediatamente dalla freccia di Amore. I due giacquero insieme, e alle prime luci dell’alba Afrodite confessò al giovane dardano la sua natura e gli preannunciò l’imminente nascita di un figlio, futuro eroe troiano  destinato a una gloria imperitura.

«.. l’adagiò sopra il trono dai chiodi d’argento.
E qui, come la Sorte voleva e la Forza dei Numi,
giacque il mortale ignaro vicino alla Diva immortale.» (Inni omerici ad Afrodite)

 

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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