Hannibal Lecter: un anti-eroe

Hannibal Lecter: un anti-eroe

La storia di Hannibal Lecter

Hannibal Lecter è il protagonista di una serie di romanzi dello scrittore americano Thomas Harris, e la scelta di questo nome è nata dal desiderio dello scrittore di dare al protagonista delle sue storie un nome “minaccioso ed inquietante”. Nello specifico, il nome Annibale proviene da Cartagine e significa “grazia di Baal“, dal nome del dio fenicio Baal. La figura di Baal è ampiamente conosciuta attraverso le molteplici allusioni bibliche, la maggior parte delle quali indicava che il culto di Baal era ‘’eccessivo’’, basato su sacrifici umani e sulla prostituzione rituale. Oltre al dio Baal, il nome è un riferimento anche alla sua associazione con l’antico condottiero cartaginese Annibale Barca. Annibale fu uno dei più grandi nemici di Roma nelle guerre puniche e le sue strategie e astuzie militari sono state ammirate per secoli. L’unione di questi legami ha contribuito a creare un’aura di mistero ed incanto intorno al personaggio di Hannibal e, secondo alcuni critici, il nome potrebbe essere addirittura un riferimento al fatto che Hannibal sia un cannibale, cioè che mangia gli esseri umani.

Hannibal nacque in una ricca famiglia aristocratica nel 1933, poco prima della Seconda Guerra Mondiale, da un padre conte lituano e da una madre per metà Sforza e per metà Visconti; egli trascorse la sua infanzia (fino all’età di otto anni) in un vecchio castello con i genitori e sua sorella Mischa, di cinque anni più giovane. Successivamente, il conte Lecter decide di trasferirsi con il resto della famiglia in un casale nella foresta per sfuggire alle atrocità della guerra. Durante il viaggio, Hannibal assiste alla morte dei suoi genitori nell’attacco di un bombardiere; Hannibal e Mischa sono gli unici sopravvissuti. Soltanto pochi giorni dopo, la fattoria viene conquistata da un piccolo gruppo di Volksdeutsche lituani (collaboratori militari tedeschi) e i due bambini vengono presi in ostaggio. A causa della mancanza di cibo, i militari uccidono e mangiano Mischa e lo stesso Hannibal, disorientato dalla fame e dal freddo, viene indotto a mangiare parti del corpo della ragazza. Successivamente egli riesce a fuggire e viene salvato da una pattuglia sovietica.

Ciò che è importante sottolineare di questo momento è che Hannibal ha subito da bambino il trauma della violenta uccisione dei genitori e del consumo della carne della sorella, due eventi che hanno avuto un impatto molto significativo sulla sua psiche. Infatti, questo trauma ha contribuito alla sua natura violenta e antisociale, alimentando il suo desiderio di vendetta contro coloro che considerava colpevoli. L’omicidio diventa quindi un mezzo per raggiungere un fine e Hannibal non esita a eliminare chiunque lo ostacoli. Egli sviluppa un attaccamento quasi emotivo alla carne umana in ricordo della sorella e arriva a considerarla come la più nobile e delicata delle prede, ed è questo carattere che lo rende un cannibale che lo porta a commettere omicidi per ottenere la carne del suo desiderio.

L’influenza di Lady Murasaki in Hannibal Lecter

Dopo la guerra, Hannibal trascorre un periodo in orfanotrofio (un vecchio castello) e viene adottato dal fratello di suo padre, Robert Lecter, per vivere in Francia con la sua giovane moglie di nome Lady Murasaki. Hannibal sviluppa un’ammirazione e un rispetto per Lady Murasaki, che presto si rivela un vero amore, e sarà questo il momento in cui commetterà il suo primo omicidio in suo ‘’onore’’. In questo modo, lo scrittore Thomas Harris ricorda ai lettori e agli amanti della letteratura giapponese Murasaki Shikibu, nota come autrice di uno dei capolavori della letteratura giapponese antica, il “Genji Monogatari”. Nel caso di Hannibal, egli identifica Lady Murasaki come una delle sue fonti di ispirazione primarie e si rifà ai suoi modelli stile giapponese in relazione al suo interesse per l’arte, la cultura e la letteratura. Hannibal sarà infatti noto nel corso della storia per le sue eccezionali conoscenze in vari campi dell’arte, della musica, della letteratura e la sua passione per la cultura giapponese sembra essere una parte importante della sua personalità. In campo letterario, Hannibal sembra identificarsi addirittura con il protagonista della storia del Genji Monogatari, un nobile che cerca di trovare la felicità nella vita nonostante le difficoltà e le avversità.

Tormentato dal ricordo di Mischa, Hannibal inizia a cercare l’assassino: viaggiando dalla Francia alla Lituania, poi in Canada, uccide un macellaio responsabile della morte della sorella e il suo desiderio di vendetta lo trasforma in un assassino senza emozioni. Nel frattempo, affina sempre più le sue capacità mediche e trascorre un’intera giornata nell’obitorio dell’università, sezionando centinaia di cadaveri. Dopo aver perso l’amore di Lady Murasaki, ella comincia a vedere Hannibal non più come un essere umano ma come un assassino; intanto Hannibal andrà a studiare in Francia e negli Stati Uniti, laureandosi in medicina e specializzandosi in psichiatria. Diventa uno psichiatra, poi un criminologo di fama mondiale, ed ottiene particolare notorietà dopo la scoperta delle sue attività di assassino. Tra le sue tante passioni, che spaziano tra la cucina e letteratura, ha anche un grande amore per la città di Firenze, che si rivela con stile in ogni episodio della saga. Dopo essere stato quasi ucciso dal detective Will Graham, Hannibal viene condannato a nove ergastoli e ad otto anni di isolamento presso l’ospedale psichiatrico per malati di mente di Baltimora, diretto dall’eccentrico e noioso Frederick Chilton.

Un anti-eroe che dialoga in modo intertestuale tra le arti

Il personaggio letterario e cinematografico creato da Thomas Harris di Hannibal Lecter può essere interpretato a seconda di vari punti di vista. Nel romanzo “Il silenzio degli innocenti” e nell’omonimo film del 1991, Hannibal Lecter è rappresentato come un brillante psichiatra criminale che aiuta l’agente dell’FBI, Clarice Starling, a catturare un altro serial killer di nome Buffalo Bill. Nonostante il suo aiuto, Hannibal è anche identificato e ricercato dalla polizia come il “Cannibal Killer” poiché, in passato, ha commesso le sue uccisioni per vendicare sua sorella Mischa. Pertanto, anche se ha aiutato l’FBI a catturare un altro assassino, Hannibal non può essere considerato un “uomo buono”, quindi viene generalmente visto come un antieroe, un personaggio complesso e ambiguo che va contro le norme e le convenzioni sociali.

Nel romanzo, ma anche nella trasposizione cinematografica de “Il silenzio degli innocenti“, sono contenute diverse forme di dialogo intertestuale, ovvero riferimenti espliciti e impliciti ad altre opere letterarie e culturali. Di particolare rilievo è il riferimento di Annibale alla Divina Commedia di Dante Alighieri, in cui egli si paragona ad Ulisse, che “vide il mondo oltre il mare“. Nel Canto XXVI dell’Inferno, in cui Ulisse racconta a Dante che lui, la sua nave ed il suo equipaggio varcheranno i confini del mondo e alla fine moriranno in mare, Annibale usa questa storia per esprimere il suo desiderio di “uscire” dalla prigione in cui si trova e vagare di nuovo per il mondo. La conoscenza della Divina Commedia viene utilizzata da Hannibal anche come base per vendicarsi di coloro che gli hanno fatto del male in passato in modo simbolico, ispirandosi ai vari gironi infernali di Dante. Questo riferimento evidenzia non solo la sua conoscenza e l’educazione, ma anche la sua arroganza e vanità. Romanzo e film contengono anche una serie di citazioni tratte dalla cultura popolare, come la canzone “American Girl” di Tom Petty e degli Heartbreakers, eventi storici come la guerra del Vietnam e questioni sociali, come la discriminazione sessuale e razziale che vengono utilizzate per caratterizzare i personaggi e ritrarre la situazione in cui è ambientata la storia.

Disturbi di personalità e borderline

Hannibal Lecter è un personaggio complesso e ambiguo, con molteplici e complesse ragioni che lo spingono ad uccidere le persone. Innanzitutto, va detto che Hannibal è un sociopatico, una persona disturbata, incapace di provare empatia con gli altri e di comprendere questioni etiche e morali. Il detective Will Graham lo descrive come un vero sadico che prova piacere nel tormentare gli altri, un mostro anche per gli standard di un serial killer con psicopatologia. Viene dipinto come un sociopatico “puro”, cioè una persona lucida che ha il controllo delle proprie azioni. Gli stessi psichiatri sono sorpresi dal fatto che mostri le caratteristiche di un sociopatico (ad esempio, la mancanza di empatia) ma non altre. È intelligente ma non maniacale o insensibile e la sua memoria è un enorme palazzo mnemonico in cui Hannibal è in grado di rifugiarsi mentalmente quando vuole staccarsi da ciò che lo circonda. È sofisticato e ha una profonda passione per la letteratura italiana, la musica classica, il buon vino e le auto di lusso. L’intelligenza di Hannibal sembra comprendere anche capacità analitiche molto elevate di manipolazione e di controllo su altri personaggi e, avendo studiato psichiatria, fa appello alla vanità e non risponde assolutamente a trucchi mentali dei test psicologici. Hannibal dimostra una profonda conoscenza del profilo criminale e delle tecniche psicoterapeutiche, che utilizza ad esempio per cercare di manipolare al meglio la protagonista, Clarice Starling, donna di cui è perdutamente innamorato. In conclusione, è generalmente accettato che Lecter soffra di disturbi della personalità come il disturbo antisociale di personalità, il disturbo narcisistico e il disturbo borderline di personalità, che si manifestano con comportamenti ambigui come la mancanza di empatia e compassione per gli altri, un forte desiderio di controllo e di potere, la tendenza ad affermare sé stesso e la tendenza a manipolare gli altri.

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Fonte immagine in evidenza: tratta dal film ‘’Il silenzio degli Innocenti’’ Wikipedia

A proposito di Martina Barone

Laureata in Lingue e Culture Comparate presso l'Università degli Studi di Napoli L'Orientale. Studentessa magistrale in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale all'Università degli Studi di Padova.

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