Se i cristiani sono abituati ad associare il concetto di reincarnazione e rinascita alla Pasqua e alla resurrezione di Gesù, quando si parla di induismo la storia è completamente diversa perché c’è l’Holi Festival. Chiamato anche festa dei colori, è una delle più importanti e sentite festività indù. L’Holi festival celebra la vittoria del bene sul male, l’arrivo della primavera e la fine dell’inverno, il rifiorire della speranza e della gioia. È un inno alla vita, all’amore e alla fratellanza, un momento di purificazione e rinnovamento spirituale. Questa festa, infatti, è un’esplosione di colori, musica e danze, un’occasione per lasciarsi alle spalle le negatività e accogliere con gioia il nuovo inizio. Questa festa, quindi, è importante per l’induismo, per il buddismo e per altre religioni/filosofie orientali, in cui il concetto di reincarnazione e rinascita sono rappresentati dall’Holi Festival, una festività che si svolge nei due giorni che precedono la luna piena del mese di Phalguna, mese del calendario induista, con la quale si dà il benvenuto alla primavera e con essa ad una nuova fase della vita. Con l’Holi Festival, che si festeggia in un periodo che va da metà febbraio a metà marzo, si festeggiano anche i primi raccolti dopo l’inverno. Per far sì che questo avvenga, secondo il rito religioso, si devono prima cacciare i demoni. Nella prima giornata, ovvero quella che precede il vero e proprio festeggiamento, si brucia il demone Holika con un grande falò che determina anche la vittoria del bene sul male.
Holi Festival: il significato della festa dei colori
L’Holi Festival è una festa ricca di simbolismo e spiritualità. Oltre a celebrare l’arrivo della primavera e il raccolto, rappresenta, come già detto, la vittoria del bene sul male e il trionfo della luce sulle tenebre. I colori, elemento centrale della festa, simboleggiano la gioia di vivere, la vitalità, l’energia e l’amore. Ogni colore ha un suo significato specifico, per esempio il rosso simboleggia l’amore e la fertilità, il giallo la conoscenza, il verde la nuova vita e l’armonia, il blu la calma e la serenità. Durante questa festa ci si dimentica, almeno per un giorno, delle differenze sociali, unendosi in un’unica grande celebrazione.
Holi Festival: tra spiritualità e purificazione
L’Holi Festival non è solo divertimento e baldoria. Il primo giorno è dedicato alla purificazione. La tradizione prevede, infatti, che vengano accesi dei grandi falò, simbolo della distruzione del male e del trionfo del bene. Questo rito, che prende il nome di Holika Dahan, rappresenta la purificazione da tutti i peccati e le negatività accumulate durante l’anno. Un momento di riflessione e di rinnovamento interiore, che precede la gioiosa esplosione di colori del giorno successivo.
Holi Festival: le origini della festa
L’origine di questa celebrazione deriva da antiche leggende della mitologia induista. Tra le divinità induiste più importanti, troviamo Vishnu e Krishna, protagonisti di due storie che vengono commemorate proprio durante la festa dei colori.
La leggenda di Holika e Prahalad
Una leggenda narra che Holika era la sorella di Hiranyakashipu, dio del male che credeva di essere il più potente dell’universo. Il figlio di Hiranyakashipu, Prahalad, era però devoto a Vishnu, preservatore dell’universo. Hiranyakashipu, per vendicarsi del tradimento del figlio, chiese ad Holika di ucciderlo bruciandolo. Grazie alla protezione di Vishnu, però, Prahalad sopravvisse, mentre Holika morì tra le fiamme. Questo evento simboleggia la vittoria del bene sul male, della devozione sulla tirannia e viene celebrato con l’accensione dei falò la prima sera dell’Holi.
Holi Festival: la leggenda di Krishna e Radha
Il secondo giorno dell’Holi Festival, invece, le persone camminano in strada vestite di abiti tradizionali, generalmente bianchi, e si gettano addosso delle polveri colorate e profumate chiamate Gulal, mentre si balla e canta tutti insieme senza distinzioni di genere, religione e status sociale. I festeggiamenti del secondo giorno sono legati alla leggenda di Krishna e Radha. Secondo questa leggenda, Krishna era geloso della carnagione di Radha, che era molto più chiara della sua. Un giorno Krishna decise di confessare alla madre la sua gelosia e questa gli consigliò, scherzosamente, di mettere del colore sul viso di Radha per vedere come sarebbe cambiata la sua carnagione. Krishna prese seriamente le parole della madre e colorò il viso di Radha, in modo che questa potesse somigliare di più a lui. Secondo alcuni la gelosia non era l’unico sentimento che Krishna provava per Radha, ma a legarlo a lei c’era anche un sentimento d’amore. Da quel momento questo gesto divenne molto conosciuto e venne utilizzato come simbolo durante l’Holi Festival. Si narra che Krishna giocasse spesso a lanciare acqua e colori alle Gopi, le pastorelle di cui Radha faceva parte. Questo gioco, chiamato Raas Leela, è diventato parte integrante della tradizione dell’Holi.
Come si celebra oggi?
Oggi l’Holi Festival è una festa celebrata in tutta l’India, il Nepal e nelle comunità indù di tutto il mondo, compresa l’Italia. Oltre al lancio delle polveri colorate, si usa scambiarsi dolci tipici dell’Holi, ballare al ritmo di musica tradizionale e intonare canti popolari. In alcune regioni dell’India, si beve anche il Bhang, una bevanda a base di foglie di cannabis, che fa parte del rituale religioso. Anche i festeggiamenti del secondo giorno sono legati ad una leggenda: la leggenda di Krishna e Radha. Sebbene mantenga il suo profondo significato spirituale, l’Holi è diventata anche una festa popolare, un’occasione di divertimento e socializzazione che trascende i confini religiosi.
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