L’Homo sapiens sapiens o uomo moderno comparve circa 90.000 anni fa, quando prese il posto dell’uomo di Neanderthal sostituendosi ad esso nel processo evolutivo.
L’Homo sapiens sapiens era in grado di lavorare ossa da cui si fabbricava aghi e arpioni per la pesca, necessari alla caccia. Egli aveva sviluppato un senso artistico testimoniato da numerosi ritrovamenti di pitture rupestri, statuette di animali e figure femminili che sono per noi le maggiori testimonianze di questa tappa dell’evoluzione umana. Addomesticava gli animali e aveva sviluppato un efficace sistema comunicativo.
Ma facciamo un passo indietro e ricapitoliamo le tappe salienti che hanno segnato l’evoluzione umana fino all’arrivo del cosiddetto “uomo moderno”.
Le tappe salienti dell’evoluzione umana
Ominazione è il termine con cui ci si riferisce all’insieme degli eventi attraverso cui si è compiuta l’evoluzione dell’umanità.
La specie umana trae origine dall’Africa di 55 milioni di anni fa, quando dai mammiferi si svilupparono i primati, l’ordine a cui appartiene l’uomo. I primati erano animali arboricoli con mani e piedi prensili. Un’evoluzione lenta e progressiva li ha condotti a diventare diurni, a percepire il colore e a spostarsi da albero ad albero tenendosi sospesi con le braccia. L’intero apparato scheletrico ha dunque subito le modifiche che hanno progressivamente portato l’uomo all’acquisizione della posizione eretta.
Risale a 7 miliardi di anni fa lo Sahelanthropus Tchadensis, scoperto in Ciad. Esso rappresenta la prima testimonianza di un ominide in grado di camminare su due gambe.
A 4 milioni di anni fa sono datati gli australopitechi. Con i loro 130 cm di altezza, essi avevano un cervello di dimensioni pari al 35% di quelle del cervello dell’uomo moderno. Dentatura appiattita, arti anteriori lunghi quanto quelli posteriori, alimentazione vegetariana: queste sono le caratteristiche più note di questi ominidi.
Il genere umano nasce ufficialmente con la specie dell’Homo habilis. Egli aveva una scatola cranica più sviluppata, era onnivoro, utilizzava gli strumenti in pietra necessari per la caccia.
L’Homo erectus è invece il primo cacciatore-raccoglitore; il suo cervello è più grande e l’evoluzione è molto evidente. L’Homo erectus utilizza il fuoco e caccia con strumenti più sofisticati, ottenuti dalla sagomatura di pietra e osso.
Comparve 500.000 anni fa l’Homo di Neanderthal, seguito dalla specie dell’Homo Sapiens, che risale a 200.000 anni fa. Le dimensioni del cranio umano sono aumentate notevolmente. Gli uomini hanno un sistema di comunicazione accertato, ci sono testimonianze di un commercio e si producono le prime testimonianze artistiche.
Circa 90.000 anni fa l’Homo sapiens sapiens assimilò poco alla volta le popolazioni dell’uomo di Neanderthal fino a provocarne la scomparsa. Dall’Africa l’uomo anatomicamente moderno iniziò la sua espansione in tutto il mondo.
Storia, sviluppo e diffusione dell’Homo sapiens sapiens
La diffusione dell’Homo sapiens sapiens viene generalmente collegata al Paleolitico Superiore. Fu proprio nell’età della pietra che, tra le costruzioni perfezionate di utensili in pietra, il sorgere del pensiero metafisico e del culto dei morti, il governo del fuoco e l’affermarsi delle prime forme d’arte, nacque l’uomo moderno.
Come le altre specie di ominidi, anche l’Homo sapiens sapiens è originario del continente africano. La sua emigrazione nei continenti europeo e asiatico risale a 35.000 anni fa, mentre lo sviluppo in America è posteriore.
In circa 10.000 anni l’uomo moderno è riuscito ad occupare i territori prima occupati dall’Homo di Neanderthal e a sostituirlo, provocandone l’estinzione. Rispetto a quest’ultimo egli era più abile per intelligenza, per la capacità di produrre oggetti e di commerciare utensili; era inoltre più alto e meno robusto. La sua corporatura risultò più adatta nel sopportare il nuovo clima del periodo precedente a quello postglaciale.
In Europa questa specie è conosciuta con il nome di Homo di Cro-Magnon, appellativo dovuto a ritrovamento nell’omonima zona della Francia sud-occidentale di cinque scheletri ben conservati appartenenti ad individui di questa specie. I resti, scoperti dal geologo francese Louis Lartet, sono datati intorno al 30.000 a.C.
L’Homo di Cro-Magnon aveva una statura media di 180 centimetri per gli uomini, braccia corte e gambe lunghe, cranio lungo dalla fronte all’occipite, orbite oculari piuttosto basse, naso prominente e grande capacità cranica.
L’Homo di Cro-Magnon viveva in gruppi tribali composti a volte da più di 40 individui; la vita in tribù favoriva la caccia, la produzione di utensili e il commercio, nonché le espressioni figurative e rituali. La tribù è uno dei primi sistemi di società autoprotettiva; l’aiuto, la collaborazione, il senso di appartenenza al gruppo furono alcune delle caratteristiche principali di questa specie.
Oltre al ritrovamento dei reperti ossei, furono rinvenuti a Cro-Magnon diversi artefatti: oggetti ornamentali come conchiglie perforate, capanne costruite in roccia, argilla, ossa, rami e pelo di animali, pitture murali e incisioni che testimoniano l’attività artistica di questa specie. Per realizzare le loro pitture rupestri i Cro-Magnon utilizzavano manganese e ossido di ferro. È persino possibile che essi abbiano creato, circa 15.000 anni fa, il primo calendario.
I maggiori esempi di arti figurative sono riscontrabili nei siti di Perigord, Brassempouy e Lespugue in Francia, anche se le opere più famose e interessanti sono situate nelle grotte di Lascaux in territorio francese e ad Altamira in Spagna. La grotta di Altamira, è stata scoperta nel 1868. Le figure al suo interno raffigurano animali in movimento o in posizione statica, dipinti in ocra rossa e nera. La grotta di Lascaux venne scoperta nel 1940. Essa è formata da più ambienti ricoperti da figure di animali realizzate con i vivaci colori delle pitture rupestri o incise nella pietra.
Gli uomini sapiens sapiens avevano una dieta piuttosto equilibrata a base di carne, grano, carote, cipolle, rape ed altri alimenti.
Riguardo la produzione artigianale l’uomo moderno si era specializzato invece nella costruzione di oggetti in osso oppure in denti o zanne di animali.
Fonte immagine: wikipedia.org
Sì, va benissimo, ma i “7 miliardi di anni fa lo Sahelanthropus Tchadensis” non saranno un po’ troppi? Cordialmente, Leonardo Magini