Avrete sicuramente sentito parlare della storia de i 300 di Leonida e della Battaglia delle Termopili, combattuta nel 480 a.c. e che rappresenta un capitolo cruciale nelle guerre combattute dai Greci contro i Persiani. La vicenda che vede protagonista l’esercito di spartani più famoso del mondo è stata narrata fin dall’antichità dagli storici, ma è anche passata sotto la lente inglobante della cultura di massa che l’ha rielaborata in varie sfumature come ha fatto Frank Miller con 300, graphic novel da cui Zack Snyder ha tratto un famosissimo film.
Ma come si è giunti a questa battaglia? Chi erano gli spartani? E qual era la situazione della Grecia in quel periodo?
La battaglia delle Termopili: un evento cruciale nelle guerre persiane
La battaglia delle Termopili è uno degli eventi più iconici dell’antichità, un simbolo di coraggio, sacrificio e resistenza contro un nemico soverchiante. Ma per comprendere appieno la sua importanza, è necessario analizzare il contesto storico e le forze in gioco.
Antefatti: l’espansione dell’Impero Persiano e le rivolte greche
Attorno al V secolo a.c. l’Impero Persiano si estendeva su un territorio vastissimo comprendente l’Egitto, l’India, la Siria e la Tracia. Artefice di questa grande espansione fu Ciro II il Grande, il quale suddivise l’impero in venti province governate dai satrapi. Essi esercitavano il potere amministrativo e giudiziario, ma lasciavano larga autonomia e libertà di culto alle popolazioni sottomesse.
Tuttavia nel 499 a.c., nelle regioni della Caria, dell’Eolide e della Doride avvennero quelle che sono conosciute come le rivolte ioniche. All’origine c’era il malcontento delle regioni per la decisione dei satrapi di nominare dei tiranni per dominarle e a dar man forte ai rivoltosi ci pensò così la città di Atene, la quale inviò venti navi. Dario, successore di Ciro II, vide nel gesto uno sfrontato atto di guerra ed iniziò con le sue truppe ad invadere la Grecia. Ciò portò all’inizio delle guerre persiane con la prima (492-490) che fu vinta dei Greci con la celebre battaglia di Maratona, mentre la seconda (480-479) vide Serse I, successore di Dario, raggiungere e distruggere la città di Atene dopo aver sottomesso la Tracia e la Macedonia. Lo scopo ultimo dei Persiani era quindi quello di sottomettere la Grecia e di inglobarla nel loro impero.
La divisione interna della Grecia: Atene contro Sparta
La stessa Grecia era tuttavia divisa al suo interno, a causa delle rivalità tra le varie polis. Si trattava di città-stato autonome e in competizione tra di loro che si distinguevano sia per la modalità di governo che per la divinità protettrice a cui erano legate. Le due polis più famose erano Atene e Sparta, due modelli di città totalmente differenti: da un lato la culla della democrazia, di un governo il cui potere era nelle mani del popolo e in cui, con il reggimento di Pericle, fiorirono i semi della filosofia, del teatro e della letteratura; mentre, dall’altro, un’oligarchia retta da pochi cittadini eletti (olígoi e arché, “governo di pochi”), i quali osservavano le Leggi di Licurgo, e basata su una rigida educazione militare che formava delle vere e proprie macchine da guerra: gli spartiati. Questa rivalità interna, tuttavia, non impedì alle polis di unirsi di fronte alla minaccia persiana.
Nonostante le notevoli differenze che impedivano di formare uno stato unitario, le polis greche facevano fronte comune quando si trattava di respingere i bàrbaroi, gli invasori stranieri. Non furono da meno neanche quando la minaccia di Serse I si fece più vicina e i Greci rifiutarono di sottomettersi anche a costo di terribili conseguenze. Il sovrano fece anche costruire sull’Ellesponto, un tratto di mare lungo un chilometro che collega l’Europa all’Asia, un ponte di barche sui cui furono inchiodate delle tavole per permettere il passaggio dei soldati. Gli invasori persiani erano entrati in Grecia, e Sparta decise così di affrontarli di faccia.
I 300 di Leonida: chi erano e perché combatterono alle Termopili
I 300 di Leonida non erano un esercito nel senso tradizionale del termine, ma la guardia reale del re spartano, uomini scelti tra i migliori guerrieri e legati al sovrano da un vincolo di fedeltà assoluta. La loro missione alle Termopili era quella di rallentare l’avanzata persiana, dando tempo alle altre polis di organizzare la difesa.
Leonida: il re spartano che guidò i 300 alla gloria
Stando a quanto scrive Erodoto nelle sue *Storie* (VII, 205), Leonida fu il diciottesimo re di Sparta. Appartenente alla dinastia Agiade, che vantava la propria discendenza dal semidio Eracle, divenne re tra il 493 e il 481 a.c. . Leonida incarnava i valori spartani di coraggio, disciplina e abnegazione, ed era considerato un guerriero invincibile.
Nell’agosto del 480 a.c. Leonida fu scelto per guidare la resistenza spartana contro Serse nella seconda guerra persiana. Quando accadde questo però erano in corso a Sparta le Carnee, feste in cui era proibito combattere. Al sovrano lacedemone non restò che reclutare i 300 uomini che costituivano la sua guardia reale, quelli che passarono alla storia proprio come **i 300 di Leonida**.
La tattica spartana: la falange contro l’esercito persiano
Il contingente si incamminò verso il passo delle Termopili, uno stretto passaggio costiero tra la Locride e la Tessaglia che Leonida voleva sfruttare a proprio vantaggio. Infatti l’esercito persiano, costituito da migliaia di uomini, era abituato ad attacchi di cavalleria e le dimensioni ridotte dello stretto non erano adatte per quel tipo di combattimento. I 300 di Leonida inoltre stipularono trattati con Atene e le altre polis greche grazie al quale furono reclutati altri 7000 uomini e 1000 di questi furono incaricati di proteggere il sentiero attorno al monte Kalidromo (l’attuale monte Eta). Giunto sul passo, Serse pensò dapprima a negoziare con gli Spartani. La leggenda narra che Serse offrì a Leonida il dominio su tutta la Grecia in cambio della resa, ma il re spartano rispose con la celebre frase “Μολὼν λαβέ” (Molon Labe), “Vieni a prenderli!”. Questi ovviamente rifiutarono e, dopo quattro giorni di tregua, il re persiano inviò diecimila uomini che lanciarono delle frecce contro gli avversari. I 300 di Leonida si fecero strada usando la tecnica della falange: con la lancia nella mano destra e lo scudo in quella sinistra i soldati proteggevano il compagno che stava accanto a loro e al contempo attaccavano i persiani muovendosi in avanti. Serse subì così la prima sconfitta. Nemmeno gli Immortali, la temuta guardia personale di Serse, poterono nulla contro i 300 di Leonida.
L’epilogo della battaglia delle Termopili: il tradimento e il sacrificio
Nonostante l’eroica resistenza, i 300 di Leonida e i loro alleati sapevano che la loro fine era segnata. Il sacrificio era necessario per dare tempo alle altre città greche di prepararsi alla battaglia finale.
Efialte: il pastore che tradì i 300 di Leonida
Al culmine della sua disperazione l’esercito persiano riuscì a riprendere il controllo della situazione grazie ad un pastore greco noto come Efialte, il quale tradì gli spartani mostrando all’esercito nemico il sentiero dell’Anopea situato lungo la pendice del monte Eta e che mostrava il retro dell’esercito greco. Questo tradimento segnò la fine per i 300 di Leonida, ma il loro sacrificio sarebbe diventato leggenda. In questo modo circondarono i 300 di Leonida i quali, assieme ad altri soldati greci, morirono trafitti da una pioggia di frecce. Leonida fu il primo a cadere e, secondo Erodoto, Serse ordinò di strappargli la testa dal corpo e di porla su un palo come avvertimento contro i Greci.
Le conseguenze della battaglia: la vittoria greca a Salamina
I 300 di Leonida non si sacrificarono però invano. Il 23 settembre del 480 a.c. si svolse la battaglia navale di Salamina tra i Persiani di Serse e la Lega Panellenica capitanata dall’ateniese Temistocle. L’ennesima sconfitta accumulata da Serse portò l’Impero Persiano a rinunciare a qualsiasi ambizione di dominio sui territori greci. La battaglia di Salamina segnò una svolta decisiva nelle guerre persiane, preservando l’indipendenza della Grecia e ponendo le basi per lo sviluppo della civiltà occidentale.
I 300 di Leonida nel cinema: il film “300” di Zack Snyder
La storia dei 300 di Leonida ha ispirato innumerevoli opere d’arte, libri e film. Tra questi, il film “300” di Zack Snyder è forse il più famoso, grazie al suo stile visivo unico e alla sua rappresentazione epica della battaglia.
“300”: fedeltà storica e licenze artistiche nel film di Zack Snyder
I 300 spartani di Leonida, la battaglia delle Termopili nel cinema
Il film “300” narra la leggendaria impresa dei 300 spartani di Leonida, protagonisti della Battaglia delle Termopili. Quest’opera cinematografica del 2006, diretta da Zack Snyder e basata sul graphic novel di Frank Miller, ha riscosso un notevole successo tra il pubblico e la critica grazie al suo inconfondibile stile visivo e alla rappresentazione appassionata dell’eroismo spartano. Tuttavia, è importante sottolineare che il film prende diverse licenze artistiche rispetto alla realtà storica, enfatizzando l’aspetto spettacolare e mitologico della vicenda.
L’eredità dei 300 di Leonida: un simbolo di coraggio e sacrificio
Nella descrizione dell’epica lotta dei 300 spartani di Leonida, il film sfrutta scenografie grandiose, effetti speciali e CGI per immergere lo spettatore in un’esperienza visiva avvincente. Pur presentando una trama semplificata e alcune imprecisioni storiche, “300” ha riacceso l’interesse per la storia antica e la cultura greca, sottolineando valori quali coraggio, sacrificio e tenacia. La storia dei 300 di Leonida continua a ispirare generazioni di persone in tutto il mondo, ricordandoci il valore del coraggio, della lealtà e del sacrificio per un ideale più grande.
Fonte immagine copertina per i I 300 di Leonida: Pixabay
Per approfondire:
- Erodoto, Storie, libro VII.
- Paul Cartledge, The Spartans: An Epic History.
- Theresa Hyde, The Battle of Thermopylae.