La lingua italiana non è conosciuta solo per la sua bellezza, ma anche per la sua difficoltà, che non mette in crisi solo chi vuole studiare l’italiano come lingua straniera ma anche gli stessi parlanti madrelingua. Una particolare difficoltà della lingua è segnata dall’uso dei pronomi.
I PRONOMI: COME USARLI CORRETTAMENTE IN ITALIANO
Essi si dividono in diverse categorie: abbiamo pronomi personali, relativi, possessivi, dimostrativi.
Per “pronome” si intende un elemento linguistico che svolge solitamente tre tipi di funzione: sostituire una parte del testo precedente, sostituire una parte del testo successiva oppure riferirsi ad un elemento del contesto in cui si svolge il discorso.
In questo articolo ci soffermeremo principalmente alle particolari difficoltà nell’uso dei pronomi personali dell’italiano.
I pronomi personali in italiano innanzitutto si dividono in pronomi personali atoni e tonici. I primi sono “autonomi”, cioè hanno senso anche in autonomia e hanno un accento proprio, ad esempio: io, tu, egli/ella/lui/lei, noi, voi, loro ecc… I secondi invece non hanno un accento proprio e per avere un senso devono essere “legati” ad un’altra parola, fanno parte di questi ultimi sono i cosiddetti pronomi clitici: “ti vedo”, “vedendoti”.
Qual è quindi il corretto uso dei pronomi? Partendo dai pronomi personali soggetto, molti sono convinti che gli unici pronomi personali corretti per la terza persona singolare siano esclusivamente i pronomi “egli/ella/esso/essa”, ma ormai da anni vengono utilizzati non solo nel parlato ma anche nello scritto i pronomi “lui/lei”, a volte anche per i referenti inanimati.
Soprattutto nel Nord della nostra penisola è diffuso l’uso di “te” (pronome atono) in funzione di soggetto, ad esempio: “Lo dici tu” diventa “Lo dici te”.
Un tipo particolare di uso dei pronomi personali è costituito dagli allocutivi, cioè quei pronomi usati per rivolgersi a qualcuno. In caso di informalità, ad esempio parlando con un amico o con un familiare, si utilizzerà il pronome tu, in caso di formalità invece, secondo la norma standard si utilizzerà il pronome Lei, che è ambigenere. Particolarmente diffuso al Sud Italia è l’uso dell’allocutivo voi, anziché Lei, che ha origini antiche.
Un particolare uso lo troviamo anche nel pronome personale “noi”, nell’uso inclusivo, ad esempio: “come andiamo oggi?”
Passando ora ai pronomi personali non soggetto iniziamo a notare particolare difficoltà nell’uso dei pronomi personali.
Spesso si fa confusione nell’uso del pronome personale di terza persona singolare nel complemento di termine (che risponde alle domande “a chi? A che cosa?”).
Molti usano il pronome di terza persona maschile “gli” anche al femminile ad esempio, riferendosi ad una ragazza, “gli do la penna”, mentre per l’uso corretto bisogna usare il pronome “le”. Quindi, se mi riferisco ad una ragazza dirò “le do la penna”, ad un ragazzo invece “gli do la penna”.
Spesso si fa confusione anche nell’uso del pronome personale di terza persona plurale nel complemento di termine. Spesso, riferendosi a più soggetti si dice “gli do la penna”, anche qui l’utilizzo non è corretto ma si userà il pronome personale atono “loro” (l’unico pronome personale atono che invece ha un accento proprio e fa eccezione, anche se fa parte, comunque, della categoria atona). Se mi riferisco quindi a più soggetti dirò “do loro la penna”.
La lingua italiana certo non è semplice, e come tutte le lingue è in continuo cambiamento, ma senza sfida non c’è divertimento, e questo vale anche per le lingue.
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