Parte della Scuola Eleatica fondata da Parmenide, Zenone di Elea, meglio conosciuto soltanto come Zenone, è stato un filosofo greco il cui apporto alla filosofia è stato dato principalmente dai suoi famosi quattro paradossi (I quattro paradossi di Zenone, appunto) e dall’invenzione della dialettica, strumento filosofico fondamentale per l’investigazione della verità.
Prima di analizzare nello specifico i quattro paradossi di Zenone, sarebbe bene chiarire la definizione di paradosso.
Il paradosso può essere definito come la formulazione di un fatto in totale contrasto, e quindi per questo paradossale, rispetto al mondo comune ma che, nonostante la sua natura illogica, presenta risultati logici e coerenti.
Tutti i quattro paradossi di Zenone sono accomunati dall’idea (paradossale) di movimento.
- IL PARADOSSO DELLO STADIO
In questo paradosso, molto simile al paradosso di Achille e della tartaruga, Zenone afferma che tenendo in considerazione due punti nello spazio, qui denominati come stadi, sarà impossibile passare dallo stadio A allo stadio B. Questa considerazione si basa sul fatto che un punto è caratterizzato da infiniti stadi, impossibili da percorrere tutti in un tempo finito.
Il secondo dei quattro paradossi di Zenone, Il Paradosso di Achille, pone nei due stadi A e B da un lato Achille e dall’altro la tartaruga: Achille non riuscirà mai a raggiungere la tartaruga, lo spazio tra i due potrà ridursi ma mai esaurirsi.
- IL PARADOSSO DELLA FRECCIA
Con questo paradosso Zenone non si distacca molto dai primi due paradossi sopracitati. Immaginiamo pure un arciere che scocca una freccia, quest’ultima sarà conseguentemente in movimento, giusto? La risposta più ovvia sarebbe sì ma, secondo Zenone, la freccia sarà immobile. Com’è possibile?
Questo perché lo spazio (stadio) occupato dalla freccia è pari alla lunghezza della freccia stessa e poiché il tempo è caratterizzato da singoli istanti costantemente occupati dalla freccia, questa sarà conseguentemente immobile. - IL PARADOSSO DELLE MASSE NELLO STADIO
Per capire l’ultimo dei quattro paradossi di Zenone dobbiamo prendere in considerazione tre punti nello spazio: il primo, che chiameremo punto A, si sposta nello spazio ad una velocità x; il secondo, il punto B, si sposta nello spazio alla stessa velocità x del punto A ma in direzione opposta; il terzo, il punto C, è invece fermo.
Secondo questo paradosso Zenone verifica che il punto B si muove ad una doppia velocità rispetto al punto A, che come esso è il movimento, ma, allo stesso tempo, si muoverà alla metà della velocità rispetto al punto C, che continua ad essere fermo. Da questo paradosso risulta che il tempo percorso della massa tenuta in considerazione cambia in base alla percezione di un punto esterno.
Nel corso della storia sono stati molti i filosofi e gli studiosi che hanno cercato di confutare o fornire una soluzione ai quattro paradossi di Zenone. Tra questi citiamo Bergson, Tommaso d’Aquino, Aristotele e persino il matematico e fisico Archimede.
Fonte immagine in evidenza: pixabay
Fonte immagine in articolo: Wikipedia