I segreti della comunicazione non verbale sono concetti fondamentali per cogliere a pieno il significato di una conversazione, proprio perché una lingua come l’italiano si basa tantissimo su elementi come: espressioni facciali, gesti e contesto dell’interazione sociale che stiamo avendo.
La comunicazione non verbale nella lingua italiana e i suoi segreti
Nella lingua italiana, soprattutto analizzando nel sud Italia, la stragrande maggioranza del significato di una conversazione può essere carpito solo analizzando la comunicazione non verbale e non a caso, nello studio della linguistica, viene definita come una lingua ad “alto contesto” (high context); in poche parole il significato di un discorso non viene esplicitato, appunto, da elementi verbali ma dal contesto della conversazione.
È quindi fondamentale prestare attenzione a cose come: gestualità, tono di voce e espressioni facciali per cogliere le vere intenzioni di qualcuno o come si sta approcciando alla situazione.
Proprio per questo lo studio e l’applicazione della cinesica (ovvero lo studio del linguaggio del corpo) è fondamentale in situazioni come interrogatori di polizia. Falsificare la propria comunicazione non verbale è impossibile, soprattutto se si considera il linguaggio del corpo, e proprio per questo gli agenti di polizia tengono bene d’occhio i sospetti soprattutto in base alla posizione che assumono, ad esempio una persona seduta all’indietro con le braccia conserte o gambe accavallate è sempre vista in maniera negativa poiché è un atteggiamento di chiusura totale e protezione degli organi vitali o, come altro esempio: gesticolare in maniera eccessiva, coprirsi il volto o tremolii vari sono tutti elementi di comunicazione non verbale che ci indicano come il soggetto è posto ad alti livelli di stress e potrebbe star nascondendo informazioni.
Ovviamente questo è solo uno dei tanti contesti in cui può servire lo studio della comunicazione non verbale che può servire anche nelle conversazioni più comuni.
Anche nel posto di lavoro è molto importante il modo in cui ci si pone, non solo verbalmente ma anche attraverso la comunicazione non verbale. Ma anche quello che può sembrare positivo a volte vi si può ritorcere contro. Un recente studio, infatti, ha confermato che sorridere ed essere estremamente cordiali e disponibili sul posto di lavoro è in realtà un segnale negativo per i datori di lavoro.
Infatti un soggetto più freddo, distaccato e calcolatore viene spesso considerato più preparato e professionale rispetto ad una persona solare, chiacchierona e sempre sorridente che invece potrebbe essere visto come impreparato e predisposto a bighellonare e perdere tempo.
Questo ovviamente va in sintonia con la teoria dei sorrisi sociali e sorrisi sinceri chiamati anche “sorriso di Duchenne”: il primo è quello proposto volontariamente e senza un motivo per farlo ulteriore ad una buona presentazione, il secondo invece coinvolge tutto il viso creando un movimento uniforme e genuino provocato da un’effettiva risata.
Questa distinzione denota il significato di un sorriso di sottomissione, che magari funziona in ambiti sociali ma sul luogo di lavoro può avere l’effetto citato pocanzi.
Quindi i segreti della comunicazione non verbale non sono altro che una serie di nozioni e di significati in azioni innate del nostro corpo in reazione a situazioni di stress e non, sta tutto nell’affinare la vista e cogliere quei segni o mettersi nei panni degli altri e pensare a come avreste agito voi al suo posto.
Ovviamente è una materia ambigua perché non va presa come postulati, generalizzata e abusata, come qualunque cosa, perché spesso quella posizione o quel gesto non ha necessariamente un significato recondito. Ad esempio, se una ragazza si tocca i capelli o vi squadra o se qualcuno evita il vostro sguardo o tende a gesticolare molto non necessariamente la prima è attratta da voi e la seconda vi sta mentendo. È utile saperne di più ma non prendete quei segnali come religione.
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