I testi apocrifi e la loro rilevanza nella letteratura moderna

I testi apocrifi, la loro importanza nella letteratura contemporanea.

Oggi parliamo dell’influenza che hanno i testi apocrifi nella letteratura moderna. Innanzitutto partiamo dal concetto di testi apocrifi: si tratta di testi religiosi che fanno riferimento alla figura di Gesù Cristo, che sono stati esclusi dal canone della Bibbia poiché contrari all’ortodossia del cristianesimo .

Testi apocrifi: una definizione e le loro origini

I testi apocrifi si sviluppano durante il secondo filone letterario cristiano, nell’ambito del Nuovo Testamento. Queste produzioni spesso avevano lo scopo di dare versioni differenti dai testi canonici accettati dalla Chiesa, estrapolate da documenti di rabbini o racconti per abbellire figure bibliche. Sono importantissime testimonianze dal punto di vista storico e letterario, di autori che sentivano la necessità di raccogliere maggiori informazioni riguardo la figura di Cristo e dei personaggi maggiormente presenti nella sua vita.

Testi apocrifi: testimonianze storiche e letterarie

La letteratura apocrifa ha esercitato un grandissimo influsso nel campo letterario, maturato in riferimento ad alcune tematiche come: l’infanzia di Gesù, la storia di Maria, la passione e il periodo dopo la sua resurrezione. Di questo rapporto complicato tra letteratura e testi apocrifi ne parla Maria Nisii, autrice del libro L’apocrifo necessario in cui ci spiega che dopo i suoi studi ha constatato un rapporto ineludibile, ma spesso considerato problematico o irrilevante per la maggior parte di studiosi o scrittori contemporanei. Questo accade anche perché la teologia non ha mai aperto un confronto con questa disciplina, ma è innegabile che in numerosi romanzi la religione è legata a storie vissute dai vari personaggi: è necessario che anche i teologi debbano occuparsi e conoscere questo tipo di narrazioni, che secondo l’autrice meritano un’attenzione degna, alla pari di quella riservata ai Vangeli canonici.

L’influenza dei testi apocrifi nella letteratura: casi studio

“Il codice Da Vinci”: la rilettura dei vangeli gnostici

Uno dei casi più celebri che possiamo citare in merito ai testi apocrifi è  Il codice Da Vinci di Dan Brown, pubblicato nel 2003: è stato una dei fenomeni letterari più importanti dei nostri anni, ma anche pesantemente criticato da studiosi e teologi, come Massimo Introvigne. Nonostante sia frutto della fantasia dell’autore, si presenta anche come una ricostruzione fedele degli eventi passati. Il romanzo ha riaperto questioni irrisolte intorno alla veridicità dei testi apocrifi gnostici, riguardo la tesi che afferma l’esistenza di una discendenza che proviene dal matrimonio tra Maria Maddalena e Gesù. Pare che il protagonista stesso sia un loro discendente, per cui gli verrà data la caccia da importanti membri della Chiesa. Il loro scopo era eliminare le tracce degli ultimi discendenti ancora esistenti, considerati come una pericolosa minaccia per l’integrità della Chiesa.

“Vangelo secondo Gesù Cristo”: un’immagine umana e controversa di Gesù

Un’altra opera criticata nell’ambito dei testi apocrifi, per la posizione atea dello scrittore è il Vangelo secondo Gesù Cristo di José Saramago. Ciò non gli impedisce di prendere spunto dai vangeli canonici per farne una rilettura insolita . Lo scrittore mostra un’immagine capovolta di Gesù, rappresentandolo come figura umana che ha passioni, insicurezze e paure . Ciò che ha fatto maggiormente discutere è la figura del diavolo, che è sia l’opposto che il riflesso di Dio. Saramago scrive:”Figlio mio, non scordarti di ciò che ti dico, tutto ciò che interessa Dio, interessa anche il Diavolo”.

Fonte immagine: Pixabay

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