Il Bacio di Hayez è l’opera che maggiormente funge da manifesto al romanticismo italiano, intriso del sentimento patriottico che caratterizzò il XIX secolo.
L’artista diventa finalmente libero di poter dare un valore umano a ciò che crea, senza sottostare a rigide regole accademiche. Il messaggio, ciò che si comunica attraverso l’opera, diventa più importante dell’opera stessa: è con queste premesse che Francesco Hayez dà inizio al romanticismo italiano, raccontandoci dell’amore per un’Italia ancora da fare.
Chi era Francesco Hayez?
Francesco Hayez (1791-1882) è stato un pittore italiano, considerato uno dei più importanti artisti del Romanticismo italiano. Nacque a Venezia, dove iniziò la sua formazione artistica all’Accademia di Belle Arti. Nel 1815 si trasferì a Milano, dove divenne uno dei più apprezzati pittori del suo tempo, noto soprattutto per i suoi ritratti e le sue opere storiche.
Hayez dipinse molti ritratti di personaggi importanti dell’epoca, come il re di Sardegna Carlo Alberto e il poeta Alessandro Manzoni. Inoltre, realizzò numerose opere di carattere storico e mitologico, come “Il Bacio” (Il famoso Bacio di Hayez, appunto) e “La Presa di Constantinopoli”.
Nel 1853, Hayez divenne professore all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove insegnò per molti anni. Morì a Milano nel 1882, lasciando un’importante eredità artistica.
Caratteristiche del romanticismo italiano
Il romanticismo italiano è un movimento artistico e letterario che si sviluppò in Italia a partire dalla fine del XVIII secolo e che durò fino alla metà del XIX secolo. Ecco alcune delle caratteristiche principali del romanticismo italiano:
-
Enfasi sull’individualismo e sull’emozione: il romanticismo italiano valorizzava l’individualismo e le emozioni, sottolineando l’importanza dei sentimenti e delle esperienze personali.
-
Interesse per il passato: il romanticismo italiano mostrava un forte interesse per il passato, soprattutto per la storia antica e medievale del paese.
-
Rifiuto della ragione e della logica: il romanticismo italiano rifiutava la ragione e la logica come fonti di conoscenza e valorizzava invece l’intuizione e l’ispirazione.
-
Valorizzazione dell’arte e della letteratura: il romanticismo italiano valorizzava l’arte e la letteratura come espressioni di libertà e di creatività.
-
Enfasi sull’intensità emotiva: il romanticismo italiano sottolineava l’importanza dell’intensità emotiva e dei sentimenti forti, come l’amore e la passione.
Il Bacio di Hayez: descrizione del dipinto
La scena rappresentata nel dipinto è carica di sentimenti e li esprime intensamente all’osservatore: su un vago sfondo medievale, probabilmente l’interno di un castello, due giovani si abbandonano ad un bacio denso di emozione e passione.
Entrambi sono completamente assorti nell’atto, e ciò è reso evidente dalla posizione delle mani: il giovane tiene con dolcezza il viso della fanciulla, che a sua volta gli cinge una spalla con il braccio sinistro.
Nonostante quasi si abbia l’impressione di poter toccare con mano la tenerezza che lega i due innamorati, il quadro non trasmette solo emozioni positive. Anzi, forse la componente fondamentale è invece una forte nostalgia, la consapevolezza di una partenza imminente, un bacio disperato come gesto d’addio. Il ragazzo, infatti, tiene il piede sinistro sul primo di tre gradini, come in procinto di partire, rendendo inoltre visibile il manico di un pugnale tenuto lungo il fianco.
Non un bacio tranquillo, dunque, ma frettoloso e colmo del timore di non riuscire a ritrovarsi. La giovane donna, soprattutto, sembra quasi voler trattenere l’amato a sé, conscia dei pericoli a cui andrà incontro.
Altro dettaglio fondamentale del dipinto è l’angolo sinistro, in cui si intravede un’ombra. Difficile dire chi o cosa possa rappresentare, se una semplice serva del castello intenta a osservare la scena o un compagno del protagonista che lo attende per la partenza.
Il Bacio di Hayez: il contesto storico
Francesco Hayez dipinge Il Bacio nel 1859, in un periodo non facile per l’Italia, trovatasi successivamente al congresso di Vienna suddivisa in tanti piccoli stati controllati dagli austriaci. In un clima di così grande instabilità, inizia a prendere piede l’idea di un’Italia unita e indipendente: nascono le prime organizzazioni segrete di stampo democratico (la Carboneria, la Giovine Italia). Sarà questo il punto di partenza che condurrà l’Italia alle guerre di indipendenza e nel 1861, finalmente, all’Unità.
Gli artisti del periodo non restarono ovviamente indifferenti ai cambiamenti politici, anzi l’arte divenne un mezzo fondamentale per diffondere grandi ideali: democrazia, amore per la patria, impegno politico e militare; è questo il caso di Francesco Hayez, che cela nell’ardore dei due giovani ritratti l’altrettanto incontenibile desiderio di unificazione nazionale.
Il bacio: le tre versioni
Come è noto, infatti, il dipinto sarà modificato da Hayez nel corso degli anni, a seconda della situazione politica italiana. Ne esistono infatti tre versioni: la prima del 1859, una seconda del 1861, e infine l’ultima del 1867.
Il Bacio 1859
È, per così dire, l’originale. Il dipinto fu eseguito per il conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto ed oggi è conservato presso la Pinacoteca di Brera. Il pubblico percepì fin dall’inizio il velato significato politico che nascondeva, soprattutto grazie alla presenza del pugnale, interpretato come simbolo di opposizione allo straniero. L’opera ottenne infatti molto successo, tanto che venne addirittura definita “Il bacio del volontario”, vista la cospicua presenza nelle guerre di indipendenza italiane di giovani volontari.
Il Bacio di Hayez, 1861
La particolarità di questa versione è il mutamento dei colori. La fanciulla indossa un abito bianco, che accostato al mantello verde e alla calzamaglia rossa del giovane rappresenterebbe allegoricamente la bandiera italiana.
Il Bacio di Hayez, 1867
Questa è la versione a cui Hayez fu probabilmente più affezionato, tanto che volle conservarla fino alla morte senza cederla a nessuno. In questa rivisitazione troviamo elementi aggiuntivi alla scena, tra cui un velo bianco scivolato sui gradini. Pare che in questa rivisitazione il pittore volesse rappresentare due tricolori, la bandiera italiana e quella francese. Per questa ragione la ragazza torna a vestire in azzurro, affiancata dal velo bianco, mentre il giovane ripresenta nell’abbigliamento il colore rosso e il verde.
Il Bacio di Hayez, differenze tra le tre versioni
-
Dimensioni: la prima versione di “Il Bacio” è più piccola rispetto alle altre due. Misura circa 70×50 cm e fu realizzata nel 1859.
-
Soggetto: tutte e tre le versioni di “Il Bacio” rappresentano due giovani che si baciano, ma le posizioni dei personaggi e i dettagli dei loro abiti sono leggermente diversi in ogni versione.
-
Tecnica: le tre versioni di “Il Bacio” sono state realizzate con tecniche diverse. La prima versione è stata dipinta ad olio su tela, mentre la seconda e la terza versione sono state realizzate con tecnica a pastello su carta.
-
Importanza storica: le tre versioni di “Il Bacio” sono tutte importanti per la storia dell’arte italiana, ma la prima versione è considerata la più famosa e influente. Fu infatti esposta al Salon di Parigi nel 1859 e divenne presto un simbolo dell’arte romantica italiana.
Chi è l’uomo del Bacio di Hayez?
Non esiste una storia specifica o una leggenda a cui l’opera si ispira, quindi non è possibile identificare con certezza i personaggi rappresentati. Tuttavia, molti critici d’arte hanno interpretato “Il Bacio” come un simbolo dell’amore romantico e dell’emozione, e non come un ritratto di due persone specifiche.
Bacio di Hayez, oggi e nell’arte contemporanea
L’opera ha avuto un’influenza significativa sulla cultura popolare e sulla società dei consumi.
In particolare, “Il Bacio” è stato utilizzato come immagine iconica per la promozione di prodotti e servizi in molti settori, come l’abbigliamento, l’arredamento, il turismo e la pubblicità. Ad esempio, l’immagine di “Il Bacio” è stata spesso utilizzata per la pubblicità di prodotti di bellezza, profumi e gioielli. Inoltre, l’opera è stata spesso riprodotta su oggetti di uso quotidiano, come tazze, magliette e quadri. Un altro esempio è il film “Senso”. Diretto nel 1954 da Luchino Visconti, esso racconta la storia d’amore tra una contessa veneziana e un ufficiale austriaco durante la prima guerra d’indipendenza italiana. Nel film, c’è una famosa scena del bacio tra i due protagonisti che viene spesso paragonata al “Bacio” di Francesco Hayez. Inoltre, “Il Bacio” è diventata un’immagine popolare per esprimere l’amore e l’affetto, e viene spesso utilizzata come simbolo di San Valentino e come immagine per le cartoline d’amore.