Il diritto al voto per le donne: la battaglia di Anna Kuliscioff

diritto al voto per le donne

A livello storico la condizione del diritto al voto per le donne è radicalmente cambiata rispetto alla seconda metà dell’Ottocento.

Le donne infatti nei tempi addietro non avevano diritto al voto; trovavano numerosi ostacoli nell’accesso all’istruzione e ricevevano uno stipendio nettamente inferiore rispetto a quello degli uomini.
Nella seconda metà dell’800, cominciarono però ad esserci le prime rivendicazioni femminili che si allargarono dagli Stati Uniti all’Europa; dove il movimento femminista si legò strettamente alle organizzazioni sindacali e ai partiti socialisti; unendo la lotta per l’emancipazione della donna a quella per i diritti dei lavoratori.

Storia del diritto al voto per le donne

Il movimento femminista nacque nel periodo compreso tra il 1857 e il 1925. Fu guidato da Anna Kuliscioff, una delle esponenti più rappresentative in Italia, la quale si batté molto; in particolar modo per il diritto di voto.
Queste donne rivoluzionarie vennero – tuttavia – definite in modo dispregiativo, ovvero etichettate come ” suffragette”.
Le suffragette non ebbero vite facili ma conseguirono comunque il risultato sperato nei primi due decenni del Novecento. In Italia il diritto al voto alle donne venne concesso soltanto nel 1946.
Gli anni ’20 e ’30 del Novecento segnarono una tappa decisiva per l’emancipazione delle donne.
Nel 1914, solo quattro Stati nel mondo avevano riconosciuto il suffragio femminile; mentre nel periodo compreso tra il 1915 e il 1939 ben 28 Paesi riconobbero il diritto al voto alle donne. Per quanto riguarda il lavoro, la Prima Guerra Mondiale aveva creato grandi possibilità d’inserimento delle donne nelle attività produttive; ciò a causa dei tanti posti liberi lasciati dai soldati inviati a combattere al fronte.
Vennero pertanto creati nuovi mestieri; specie nel settore terziario e nel settore dello spettacolo.
A livello culturale e sociale, s’impose una nuova immagine delle donne, ovvero donne più brillanti e più aggressive allo stesso tempo. Questo periodo – a cavallo tra i due secoli – durante il quale le suffragette combatterono per acquisire i loro diritti ma soprattutto il diritto al voto venne definito come belle époque“; periodo di massimo splendore – che interessò, purtroppo – soltanto l’Europa e gli Stati Uniti.

Ad alimentare questo clima di fiducia furono soprattutto le scoperte scientifiche e le innovazioni tecnologiche. Grazie ad esse, l’umanità parve essere capace di limitare le malattie epidemiche come la malaria e il colera, oltre a fornire nuovi mezzi di trasporto e di telecomunicazione come ferrovie o automobili e apportare le innovazioni in ambito agricolo. Il clima di ottimismo e di spensieratezza che si viveva in questo periodo, esaltò la voglia di vivere e di divertirsi ed ebbe come protagonista soprattutto la borghesia media e alta, come notai, avvocati, giornalisti, medici ecc. Le famiglie borghesi risiedevano nei quartieri eleganti della città; e disponevano di appartamenti spaziosi dove poter ricevere ospiti. Oltre alla casa in città, costoro spesso possedevano dimore in campagna in cui trascorrere il periodo estivo.

Questi modelli di vita però non riguardavano ovviamente le classi sociali più povere che dovettero nondimeno attendere lunghi anni per ottenere alcuni di questi benefici, donne comprese.
L’Europa a cavallo tra due secoli fu anche scenario del futurismo e del movimento dell’Art Nouveau. Questo movimento artistico si interessò anche degli aspetti più semplici della vita quotidiana, realizzando oggetti di uso comune.
Tra i fenomeni che caratterizzarono il periodo compreso fra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento ebbe un’eco notevole l’evoluzione dei sistemi di produzione e la diffusione dei prodotti industriali e l’inserimento delle donne.
L’industria iniziò per la prima volta a produrre quantità rilevanti di beni. Questo richiedeva appositi macchinari e studi progettuali, al fine di preparare prodotti semplificati che potessero essere replicati all’infinito. Nel 1915 Taylor mise a punto un nuovo sistema detto Taylorismo. Tale sistema prevedeva il massimo sfruttamento delle macchine e della tecnologia; vedeva pure l’eliminazione dei tempi superflui e una scrupolosa preparazione.

Questa vasta produzione industriale implicava – necessariamente – l’esigenza di un mercato di massa. Per tale motivo in questo periodo ci fu la nascita delle prime pubblicità, aventi la funzione di indurre all’acquisto di un qualsiasi prodotti, e non solamente quello inerente ai beni primari. La legislazione sociale fu perfezionata a favore di individui e lavoratori, e venne infine garantito il diritto all’istruzione elementare e soprattutto dopo lunghe battaglie  il diritto al voto per le donne.

 

Immagine: Pixabay

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