Il disastro del lago d’Aral: storia, cause e conseguenze

Il lago d'Aral e il disastro programmato

Il disastro del lago d’Aral: storia, cause e conseguenze

Tra i numerosi disastri compiuti dall’uomo, il destino a cui è stato consapevolmente abbandonato il lago d’Aral rappresenta l’emblema dell’incapacità umana di concepire uno sviluppo cosciente e naturalmente equilibrato. Quello che un tempo era il quarto lago salato più grande del mondo è oggi ridotto a due bacini separati da una distesa desertica, a causa di un’errata pianificazione ambientale che ha portato al suo progressivo prosciugamento. Un disastro ecologico senza precedenti, che ha avuto conseguenze drammatiche per l’ambiente e per le popolazioni locali.

Cos’era il lago d’Aral: il quarto lago più grande del mondo

Situato al confine tra il Kazakistan e l’Uzbekistan, il lago d’Aral era, fino agli anni ’60, il quarto lago salato con maggiore estensione del mondo, circa 68.000 km², alimentato dagli immissari Amu Darya e Syr Darya.

Le cause del prosciugamento: i piani agricoli sovietici

Artefici della progressiva scomparsa del lago d’Aral sono stati i piani di sviluppo agricolo concepiti dal governo dell’ex Unione Sovietica per un territorio tradizionalmente arido. A partire dagli anni ’60, il governo sovietico attuò un piano di sfruttamento dei territori dell’Asia Centrale sottoposti al suo controllo che prevedeva, oltre all’estrazione delle risorse naturali presenti nella zona, lo sviluppo di coltivazioni intensive di grano e cotone. Nel tentativo di adattare territori aridi e brulli alle nuove colture, fu sviluppato un complesso sistema di canalizzazioni che, alimentati dai fiumi Amu Darya e Syr Darya, garantissero una capillare irrigazione delle piantagioni. La deviazione dal naturale corso di ingenti quantità d’acqua fu causa di un vero e proprio disastro ambientale. La naturale evaporazione delle acque del lago d’Aral, non più sufficientemente alimentato dai suoi immissari, ne produsse l’inesorabile riduzione della portata d’acqua e la conseguente desertificazione dell’area. Si stima che tra il 1960 e il 2007 il lago abbia perso circa il 90% del suo volume e l’80% della sua superficie, dividendosi in due bacini separati: il Piccolo Aral a nord e il Grande Aral a sud.

Le conseguenze del disastro ambientale: desertificazione e inquinamento

Il prosciugamento delle acque del lago e l’utilizzo di agenti chimici per la coltivazione hanno avuto drammatiche ripercussioni sull’intero territorio compromettendone il naturale equilibrio.

La nascita del deserto di Aralkum

Quello che un tempo era un’immensa distesa d’acqua, che alimentava l’economia dell’intera regione, si è trasformata, nel giro di pochi decenni, in un deserto di sabbia e sale (Aralkum) popolato solo da vecchie carcasse di imbarcazioni e continuamente flagellato da tempeste di sabbia contaminata.

L’impatto sull’ecosistema e sulla popolazione

La diminuzione delle risorse idriche nella zona, oltre a distruggere completamente l’ecosistema lacustre, ha innescato un processo di autoalimentazione del disastro amplificando la naturale escursione termica e il processo di evaporazione delle acque del lago. La scomparsa del lago ha causato anche gravi problemi alle popolazioni locali, che vivevano di pesca e di attività legate al lago. La crisi economica, la scarsità di acqua potabile e l’aumento delle malattie respiratorie, dovute alle tempeste di sabbia tossica, hanno costretto molti abitanti ad abbandonare la regione.

Kazakistan e Uzbekistan: due approcci diversi per il futuro del lago

La disgregazione dell’Unione Sovietica ha lasciato in eredità, ai due stati che si dividono la proprietà dei bacini nati dal prosciugamento del lago d’Aral, un territorio completamente alterato, un’economia compromessa e una concentrazione di agenti inquinanti nei terreni e nelle acque con pochi pari nel mondo.

Il tentativo di salvare il Piccolo Aral: la diga di Kokaral

La pesante eredità ricevuta è stata gestita con approcci diversi e, mentre nelle politiche del Kazakistan ha prevalso la volontà di porre rimedio al disastro ecologico attraverso la costruzione di infrastrutture di protezione dei bacini superstiti, come la diga di Kokaral, completata nel 2005, che ha permesso di innalzare il livello delle acque del Piccolo Aral e di ridurre la salinità.

Il rimboschimento in Uzbekistan: una soluzione parziale

Il governo uzbeko non ha potuto invertire la rotta dello sfruttamento delle risorse idriche per l’irrigazione delle piantagioni di cotone che ormai costituiscono una delle principali fonti di sostentamento dell’economia del paese. La necessità di proteggere la popolazione dalle tempeste di sabbia ha spinto il governo uzbeko all’attuazione di un piano di rimboschimento dell’area desertica un tempo occupata dalle acque del lago. La piantumazione di alberi di Saxual ha, quindi, il principale obiettivo di contrastare il sollevamento di polveri e sabbia causate dal vento nell’immensa distesa desertica lasciata dal lago d’Aral. Il tentativo di rinverdire il deserto di Aralkum ha avuto effetti positivi sulla vivibilità del territorio ma resta una resa al destino di un intero ecosistema che non ritornerà mai più al suo originario equilibrio.

Il futuro del lago d’Aral: una sfida per la sostenibilità

Nonostante alcuni timidi segnali di ripresa, soprattutto nel Piccolo Aral, il destino del lago d’Aral rimane incerto. La cooperazione tra Kazakistan e Uzbekistan è fondamentale per trovare soluzioni sostenibili che permettano di bilanciare le esigenze economiche con la salvaguardia dell’ambiente e della salute delle popolazioni.

Conclusione: una lezione per il futuro

La storia del lago d’Aral è un monito per il futuro, un esempio drammatico di come le attività umane possano avere conseguenze devastanti sull’ambiente. Una lezione che ci ricorda l’importanza di uno sviluppo sostenibile e di una gestione oculata delle risorse naturali, per evitare che altri disastri simili si ripetano in altre parti del mondo.

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/azwegers/6226807306

Didascalia: Immagine satellitare del lago d’Aral nel 2008

Altri articoli da non perdere
Autori giapponesi meno conosciuti: una top 5
Autori giapponesi

La letteratura giapponese è diventata, nel corso degli ultimi anni, un fenomeno mondiale. Essa è salita alla ribalta grazie alle Scopri di più

Curiosità sullo Champagne: origini, storia e aneddoti
Champagne: origini e aneddoti

Curiosità dello champagne, quelle da conoscere  Lo champagne è un vino spumante di origini francesi, tra i più noti e Scopri di più

En plein air: cosa si intende e 4 pittori da scoprire
en plein air

"En plein air" è una locuzione in lingua francese che indica una tecnica pittorica che consiste nel dipingere all'aperto, cogliendo Scopri di più

Chi ha fondato Roma? La risposta nell’Eneide!
Eneide Chi ha fondato Roma

Chi ha fondato Roma? Secondo l’Eneide di Virgilio, è stato Enea, che assecondando il volere del Fato, fugge da Troia Scopri di più

Hotel strani: i 5 da scoprire
Hotel strani

Hotel strani: 5 (+1) strutture originali per un'esperienza di viaggio unica Quando si decide di fare un viaggio, l’estetica del Scopri di più

Arti indonesiane: 6 che vi faranno appassionare
arti indonesiane

L’Indonesia non è solo un paese di spiagge paradisiache con eterno caldo estivo, infatti oltre alle sue bellezze naturali l’Indonesia Scopri di più

A proposito di Rossella Siano

Napoletana di nascita e per vocazione. Appassionata di letteratura e scrittura nonostante la scelta di una professione molto poco poetica. Provo ad aggiungere poesia attraverso la condivisione di pensieri ed emozioni in queste pagine.

Vedi tutti gli articoli di Rossella Siano

Commenta