Il matrimonio riparatore in Italia: la storia di Franca Viola

Franca Viola, matrimonio ripagatore

La pratica del matrimonio riparatore in Italia ha afflitto moltissime donne per un lungo periodo di tempo in un’Italia ancora legata al patriarcato. La pratica proteggeva l’uomo dall’accusa di violenza sessuale nei confronti della donna, consentendogli di sposare la donna violentata che, a causa della perdita della verginità, se non avesse sposato il violentatore, sarebbe stata accusata di impudicizia. Ma vediamo più nel dettaglio la storia della donna che ha dato inizio alla rivoluzione e che ha permesso l’abolizione della pratica del matrimonio riparatore in Italia.

Contesto storico

Ci troviamo in Italia tra il 1955 e il 1960, periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali; c’è un fortissimo divario tra nord e sud Italia. Il nord Italia ha uno sviluppo decisamente più rapido, che porta ad un maggiore benessere della popolazione; mentre il sud Italia, ancora devastato della guerra, viveva in condizioni di vita estremamente povere e l’economia era ancora legata alla produzione agricola, con scarsi investimenti nelle industrie. L’Italia di questi anni conosce, tuttavia, alcuni miglioramenti sociali e culturali. Un passo fondamentale, ad esempio, si riconosce nel conseguimento del diritto al voto per le donne (2 giugno 1946). Nonostante ciò, è fortemente evidente la differenza culturale che separa le zone del nord Italia da quelle del sud, dove troviamo ancora la presenza di diverse pratiche tradizionali patriarcali ed un forte controllo sociale. Ad esempio, all’interno di quello che oggi conosciamo come Codice Penale, a quei tempi conosciuto come Codice Rocco, redatto sotto la guida del giurista italiano e ministro della giustizia Alfredo Rocco, ritroviamo:

-la legge sullo stupro: lo stupro era considerato un delitto solo contro la morale pubblica, e non contro l’individuo. Questa legge sarà cambiata solo nel 1990;
– la legge del matrimonio riparatore, un atto legale, diffuso maggiormente nelle zone rurali del sud Italia .

Per quanto riguarda il matrimonio riparatore, l’articolo 544 del codice penale citava:
“Per i delitti preveduti dal capo primo e dall’articolo 530, il matrimonio, che l’autore del reato
contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel
reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali”.

Ma dove ha origine la pratica del matrimonio riparatore?

“Se uno trova una fanciulla vergine, non fidanzata, l’afferra e si giace con lei, e verranno scoperti,
l’uomo che si sarà giaciuto con la fanciulla deve pagare al padre di lei cinquanta sicli d’argento ed
ella diventa sua moglie, perché egli l’ha disonorata, né la potrà mai rimandar via per tutta la sua vita” Cita così il libro del Deuteronomio contenuto nella Bibbia, alla quale si rifà la legge del matrimonio riparatore, in un’Italia fortemente cristiana. La figura della donna, al tempo, aveva un reale valore solo se affiancata alla figura maschile; una donna privata della sua verginità, anche a seguito di una violenza sessuale, non aveva più lo stesso valore, dunque, si ricorreva alla legge del matrimonio riparatore per permettere alla donna un marito ed una vita dignitosa, e all’uomo l’annullamento del reato commesso.

La storia di Franca Viola

Franca Viola nasce il 19 Gennaio 1947, ad Alcamo, in provincia di Trapani, in Sicilia, da una
modesta famiglia di coltivatori, negli anni della riforma agraria. All’età di 15 anni, si fidanza
ufficialmente con Filippo Melodia, nipote di un noto mafioso locale, Vincenzo Rimi. Il matrimonio è fortemente voluto dalla famiglia della giovane, la quale, invece, si era invaghita di un altro uomo, Giuseppe Ruisi. Proprio in questo periodo Filippo Melodia viene arrestato per alcuni reati minori, sarà però rilasciato poco dopo, per cui la famiglia Viola decide, dopo l’accaduto, di annullare le nozze. Filippo Melodia, una volta uscito di prigione e appreso la notizia, minaccia più volte la famiglia Viola, per far sì che avvenga il matrimonio, ma Bernardo Viola, padre di Franca, resiste alle minacce. Due anni dopo, nel 1965, precisamente il 26 Dicembre, Filippo Melodia e altri dodici uomini fanno irruzione in casa Viola e rapiscono la giovane Franca Viola. La ragazza è tenuta in ostaggio per otto giorni in un casolare isolato, in cui viene lasciata spesso senza mangiare, picchiata violentemente, e le viene praticata violenza sessuale, più volte, dai dodici uomini. Trascorsi gli otto giorni, Filippo Melodia si mette in contatto con il padre della giovane, al fine di accordarsi per un matrimonio riparatore. Bernardo Viola, finge di accettare la proposta, d’accordo con le autorità locali che, il 2 gennaio 1966, fanno irruzione nella proprietà di Filippo Melodia, arrestandolo e liberando Franca Viola. Franca Viola allora denuncia Filippo Melodia e rifiuta il matrimonio riparatore, pronunciando le seguenti parole: Io non sono di proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”. Franca è stata la prima donna a rifiutare questa pratica, mettendosi contro anche alla mafia pur di difendere i suoi diritti. Filippo Melodia fu condannato a 11 anni di carcere. Due anni dopo aver scontato la sua pena fu
assassinato da ignoti, a Modena. Franca, alcuni anni dopo il processo,  sposa Giuseppe Ruisi, il 4 dicembre 1968, dando successivamente alla luce 3 splendidi figli. La pratica del matrimonio riparatore sarà ufficialmente abolita soltanto nel 1981. L’ 8 marzo 2014 al Palazzo Quirinale il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito Franca Viola un’icona per tutte le donne italiane, un modello in tutte le battaglie per l’emancipazione femminile, consegnandole l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Fonte immagine: RaiPlay

A proposito di Sara Migliaccio

Studentessa di Lingue e Culture Comparate, presso l'Università degli studi di Napoli L'Orientale, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e opportunità.

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