Il Modernismo americano: i cambiamenti nella società e nelle arti

IL modernismo americano

Il modernismo americano fu un movimento artistico e culturale che si sviluppò negli Stati Uniti tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, con un periodo di particolare fervore tra le due guerre mondiali. Come il modernismo europeo, anche quello americano nacque come reazione al pensiero illuminista e si propose di rappresentare la realtà in un mondo sempre più industrializzato e in rapida trasformazione.

Cos’è il modernismo americano? Definizione e contesto storico

Il modernismo americano fu un riflesso della vita americana nel 20° secolo. Lo sviluppo industriale, si rifletté nel cambiamento sociale e nelle abitudini della società, e influenzò gli standard di vita degli americani.

La società tra innovazione e contraddizioni: l’impatto del modernismo americano 

Nei primi anni 1920, la moda prêt-à-porter cominciò a diffondersi in America. Più donne cominciarono a lavorare e guadagnare e la moda, come status symbol, non era più importante in quanto le distinzioni di classe si stavano offuscando. Gli USA precedettero altri paesi con la produzione di massa dell’abbigliamento contemporaneo, soprattutto per le donne.

Moda e costume: la produzione di massa e l’emancipazione femminile

A partire dai primi anni del XIX secolo, le donne avevano cominciato a richiedere maggiori diritti politici, economici e sociali. Dopo decenni di lotte, la legge sul suffragio fu approvata negli Stati Uniti nel 1920 per le donne che erano capofamiglia o mogli di capofamiglia e nel 1928 per tutte le donne adulte. Le donne afro-americane ricevettero il diritto di voto nel Movimento per i diritti civili solo degli anni ’60 del ‘900.

La crisi dell’identità e l’alienazione dell’individuo

Allo stesso tempo, però, nel rapido mondo dell’industrialismo e nei ritmi affrettati della vita, era facile per l’individuo essere inghiottito dalla vastità delle cose. I limiti della struttura sociale tradizionale si dissolvevano facendo spazio ad una perdita di identità che si traduceva spesso in alienazione. L’illusione di unità di un paese in guerra era ormai svanita e il mondo che ne veniva fuori era violento, volgare e spiritualmente vuoto. L’operaio della classe media, durante il periodo del modernismo americano, spesso si ritrovò ad essere un ingranaggio troppo piccolo per trovare riconoscimento in una macchina molto più grande, i cittadini furono spesso sopraffatti da un senso d’inutilità.

Il jazz: un’espressione autenticamente americana del modernismo

Un articolo del New York Times nel 1923 definiva il jazz, «un contributo dell’America alle arti: parte di una tradizione musicale popolare di questo paese profondamente e tipicamente americana come la Dottrina Monroe o il 4 luglio, o il baseball». Il jazz era un prodotto degli afroamericani, un gruppo culturale distinto in America. La classe operaia afroamericana che diede vita al jazz fu in grado di sfuggire alla pressione per europeizzare la loro arte, come richiesto dalla cultura dei piani alti e, libero da questi limiti, il jazz progredì. Il jazz era decisamente americano in quanto fondeva il carattere di popoli diversi, ma lasciava tuttavia che l’individuo avesse la possibilità di improvvisare e di affermare l’individualismo che già caratterizzava la nazione. Inoltre democratizzò la cultura, rendendola accessibile alla persona comune.

La pittura modernista americana: tra avanguardia e realismo urbano

In generale, il modernismo reagiva alle convenzioni artistiche e l’istituzionalizzazione dell’arte. L’arte non doveva essere affrontata solo nelle accademie, nei teatri o nelle sale da concerto, ma doveva essere inclusa nella vita quotidiana e accessibile a tutti. L’inizio della pittura modernista americana può essere datato agli anni ’10 del ‘900. La prima parte del periodo durò 25 anni e si concluse verso il 1935, quando l’arte moderna venne definita avanguardia.

Lo spostamento della messa a fuoco e la molteplicità dei soggetti nelle arti visive fu un segno distintivo dell’arte modernista americana. Così, ad esempio, il gruppo The Eight focalizzò l’attenzione sulla città moderna e pose l’accento sulla diversità delle diverse classi di cittadini. Due dei più importanti rappresentanti di The Eight, Robert Henri e John Sloan realizzarono dipinti sulla diversità sociale, prendendo spesso come argomento principale gli abitanti delle baraccopoli delle città industrializzate. Nonostante la resistenza iniziale alla celebrazione del progresso, della tecnologia e della vita urbana, le arti visive contribuirono enormemente alla consapevolezza del popolo americano.

Georgia O’Keeffe: la “madre del modernismo americano”

Georgia O’Keeffe, conosciuta come la madre del modernismo americano, fu una figura di estrema importanza. È principalmente nota per i dipinti di fiori, rocce, conchiglie, ossa di animali e paesaggi in cui sintetizza l’astrazione e la rappresentazione.

La fotografia modernista americana: dalla lotta per il riconoscimento alla “fotografia retta”

All’inizio del modernismo americano, la fotografia lottava ancora per essere riconosciuta come una forma d’arte. Il fotografo Alfred Stieglitz fondò il gruppo Photo-Secession con membri come Edward Steichen, Gertrude Käsebier e Clarence Hudson White, che aveva l’obiettivo di elevare lo standard e aumentare la consapevolezza della fotografia d’autore. Nei primi anni 1920, i fotografi si mossero verso quella che loro chiamavano fotografia retta. In contrasto con lo stile pittorico, rifiutavano qualsiasi tipo di manipolazione nel processo e tentavano di utilizzare i vantaggi della fotocamera come mezzo unico per catturare la realtà. I fotografi iniziarono a utilizzare le loro immagini come mezzi per rappresentare la dura realtà della vita quotidiana, ma allo stesso tempo cercarono la bellezza nei dettagli o nella struttura estetica complessiva.

La letteratura modernista americana: la “Lost Generation” e l’esplorazione della psiche

La letteratura modernista americana fu dominante tra la prima e la seconda guerra mondiale. L’era modernista evidenziò l’innovazione nella forma e nel linguaggio della poesia e della prosa, oltre a occuparsi di numerosi argomenti contemporanei, come le relazioni razziali, il genere e la condizione umana. Molti modernisti americani espatriarono in Europa durante questo periodo, diventando spesso dei sostenitori del movimento europeo, come nel caso di T. S. Eliot, Ezra Pound e Gertrude Stein. Questi scrittori del modernismo americano furono noti come The Lost Generation. Influenzati dalla prima guerra mondiale, molti scrittori modernisti americani esplorarono le ferite psicologiche dell’esperienza bellica. La follia e le sue manifestazioni furono un altro tema modernista favorito, come nelle opere di O’Neill, Hemingway e Faulkner.

L’architettura modernista americana: funzionalità ed estetica

L’architettura modernista si sviluppò a cavallo tra il XIX e il XX secolo, caratterizzata dall’uso di forme semplici, linee pure e materiali innovativi. Una delle espressioni più significative di questo stile è rappresentata dalla carpenteria metallica, una tecnologia che si caratterizzò per l’attenzione alla forma e alla funzione. «La forma segue la funzione», secondo il celebre detto di Louis Sullivan, architetto americano considerato uno dei padri dell’architettura del modernismo americano. Le strutture in carpenteria metallica, infatti, furono progettate per rispondere alle esigenze funzionali del loro utilizzo, ma allo stesso tempo studiate per creare un effetto estetico d’impatto.

Fonte immagine: Pixabay

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A proposito di Costantino Gisella

Sono nata a Napoli nel 1977 e sono cresciuta con la musica di Pino Daniele, i film di Massimo Troisi e il Napoli di Maradona. Ma non sono mai stata ferma e infatti metà del mio cuore e’ nel Regno Unito dove ho vissuto per svariati anni. Dopo l’esperienza all’estero, ho deciso di iscrivermi all’ Università di Napoli “L’Orientale” (sono laureanda in Lingue e Culture dell’Europa e delle Americhe) per specializzarmi in quella che è la mia passione più grande: la letteratura anglo-americana. Colleziono dischi in vinile, amo viaggiare e non rientro mai da un posto senza aver assaggiato la cucina locale perché credo che sia il modo migliore per entrare realmente in contatto con culture diverse dalla mia.

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