Il movimento dadaista è un’avanguardia artistica nata nel 1916, quando, dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, una serie di artisti si rifugiarono a Zurigo, nella Svizzera neutrale, fondando il gruppo Dada.
I fondatori del gruppo Dada di Zurigo furono il poeta Tristan Tzara e i pittori Hans Arp e Marcel Janco ma contemporaneamente nacque un gruppo Dada anche a New York che vide tra i suoi principali esponenti Marcel Duchamp, Francis Picabia e Man Ray. Tutti questi artisti hanno dato il loro contributo artistico portando il movimento dadaista ad uno sviluppo internazionale.
Il significato nella parola Dada è stato ricercato a lungo, si è ipotizzato potesse stare per “da”, ovvero “sì” in russo ripetuto per due volte, oppure è stato associato al cavalluccio dei bambini che in gergo francese si chiama appunto “Dada”. Ma come confermato da Tristan Tzara nel manifesto del 1916, la parola Dada non significa nulla, non ha alcun significato.
La concezione artistica nel movimento dadaista
Il movimento dadaista nasce da una rivolta contro i valori considerati ormai privi della forza con cui erano stati concepiti. A causa della guerra in corso il mondo era ormai dilaniato e questi valori non avevano più un significato.
Il movimento dadaista ha condotto ad una vera e propria frattura nella storia dell’arte poiché ha distrutto ogni schema razionale e ogni certezza, la vita è affidata al caso negli anni della guerra e di conseguenza lo è anche l’arte stessa.
Queste concezioni ispireranno una serie di altri movimenti artistici novecenteschi tra cui il surrealismo.
Lo stravolgimento delle regole tradizionali nel movimento dadaista
Gli artisti del movimento dadaista si distaccano completamente dall’opera d’arte in quanto tale, la loro attenzione si concentra sulla provocazione e sull’effetto di incredulità e di spiazzamento che l’opera suscita nello spettatore.
Le regole e i metodi di rappresentazione tradizionali vengono stravolte e superate, si realizzano assemblaggi, fotomontaggi e collage.
Sarà oggetto di discussione la tecnica del ready-made che prevede l’utilizzo di un oggetto di uso quotidiano che messo in un contesto diverso perde la funzione per cui è stato creato e si eleva ad opera d’arte. Ad utilizzare questo tipo di tecnica con un intento provocatorio è Marcel Duchamp. Uno dei suoi più celebri ready-made è “ruota di bicicletta”, si tratta di una ruota montata al contrario su uno sgabello, utilizzato per rappresentare un piedistallo e burlarsi delle statue classiche.
Il collage e il fotomontaggio
Gli artisti del movimento dadaista si cimentano nella realizzazione di numerosi collage, un tipo di opera che prevede un assemblaggio di materiali diversi. Un esempio è “Collage di quadrati composti secondo le leggi del caso” di Hans Arp in cui l’artista fa cadere dei pezzi di carta strappati a caso sulla tela.
Si esplora anche la tecnica del fotomontaggio, un assemblaggio di foto, pezzi di giornali e manifesti. Noto è “Adolfo il superuomo ingoia oro e dice sciocchezze”, un fotomontaggio di John Heartfield. Si tratta di un’immagine del Führer
la cui colonna vertebrale è sostituita da una pila di monete e il cuore è stato rimpiazzato da una svastica.
Artisti del movimento dadaista come Kurt Schwitters sperimentano anche la tecnica del collage tridimensionale, che prevede un accumulo di oggetti che possono prendere forma sulla tela (Merzbild) o direttamente nello spazio fisico (Merzbau). Schwitters realizza il primo Merzbau ad Hannover dove accumula nello studio della sua abitazione in modo casuale una serie di oggetti che raggiungono il soffitto. Quest’opera fu distrutta durante il conflitto mondiale.
Fonte dell’immagine in evidenza: Wikipedia