Il Natale ebraico: cos’è Hanukkah

Hanukkah è assimilata al Natale ebraico. Hanukkah (o Chanukkah), conosciuta anche come “Festa delle luci” o “Festa dei lumi”, significa “inaugurazione” o “dedica”. La festa ebraica infatti, istituita nel 164 a.C., commemora la riconsacrazione e la purificazione del Tempio di Gerusalemme e il miracolo della durata dell’olio benedetto dopo la sua riconquista, in seguito alla vittoria della resistenza ebraica, guidata da Giuda Maccabeo, contro i Seleucidi.

Il Natale ebraico. Excursus storico di Hanukkah

Hanukkah affonda le sue radici storiche intorno al II° a.C. In quel tempo gli Ebrei risiedevano in Israele, sotto il potere dei Seleucidi. Inizialmente i rapporti tra i due popoli non sembravano affatto tesi, in quanto gli Ebrei erano lasciati liberi di professare la propria fede, i propri riti e le proprie tradizioni. Quando nel 180 a.C. salì al potere il re di Siria Antioco IV Epifane, cominciò per gli Ebrei la persecuzione. Questi vennero forzati a violare i precetti della propria fede per convertirsi ai culti sincretisti. Il re Antioco intendeva distogliere gli Ebrei dalla Torah e da taluni precetti, come lo Shabbat (riposo sabbatico) e il Brit Milah (pratica della circoncisione). Antioco fece inoltre profanare il Tempio di Gerusalemme e il suo altare, cominciando ad essere utilizzato per le cerimonie elleniche e pagane, votandolo alle divinità dell’Olimpo. Cominciò così ad alimentarsi tra gli Ebrei la resistenza, culminata nella rivolta guidata da Giuda Maccabeo e i suoi fratelli.

Dopo circa due anni, finalmente gli Ebrei riuscirono a liberare il Tempio di Gerusalemme dai Seleucidi. Ma, trovandovi il santuario deserto, l’altare profanato e le porte bruciate, occorreva un’opera di restaurazione. A questa doveva aggiungersi, secondo la liturgia del Talmud, la riconsacrazione dell’altare e del Tempio con l’olio d’oliva benedetto, che avrebbe dovuto bruciare nella Menorah (il candelabro ebraico a nove bracci) per otto giorni, il fulcro della celebrazione di Hanukkah. Ma la quantità d’olio rimasta, in seguito a rivolte e saccheggi, era esigua, bastante appena per un giorno. Eppure, miracolosamente, l’olio riuscì a bruciare per otto giorni. Per cui tale evento viene commemorato con l’accensione di una candela aggiuntiva sulla Menorah per otto giorni consecutivi, gli otto giorni di Hanukkah.

Fu il miracolo dell’olio benedetto a tener accesa la luce nel Tempio per otto giorni. Ecco perché Hanukkah è la Festa delle luci. La luce rappresenta il divino, illuminando le tenebre e mostrando il miracolo della sua esistenza.

Il Natale ebraico. Tradizione di Hanukkah

Per molto tempo Hanukkah era considerata una festa minore, anche perché non venne istituita dalla Torah. Nel XX°, in particolare con la diffusione del Natale quale una delle feste più sentite e celebrate in occidente, in occasione della nascita di Gesù Cristo, Hanukkah acquista sempre maggiore importanza, quale festa celebrativa del miracolo, della luce della fede, e con questi precetti anche tutta la tradizione che la circonda. Non è casuale forse che il “riaccendersi della luce” di Hanukkah abbia rappresentato simbolicamente anche la rinascita di Israele, ancora una volta nella storia e nel ventesimo secolo dopo il più terribile dei genocidi mai commessi dall’umanità, la Shoah. Inoltre non è casuale che Hanukkah venga celebrata in inverno, quando le giornate divengono più brevi e anzitempo buie.

Interessante poi, dal punto di vista delle tradizioni, come nella serie televisiva statunitense The O.C. di Josh Schwartz, venga celebrata la contaminazione tra cristianesimo ed ebraismo, dando vita al “Chrismukkah”, mettendo assieme le due feste (Natale e Hanukkah).

Il rito e la tradizione di Hanukkah prevedono l’accensione di tutte le otto candele della Menorah, per ognuna delle otto sere. La Menorah si compone di otto lumi più uno, detto “Shammash” (“servitore”), che serve ad accendere gli altri. Le candele vanno posizionate a partire da destra, ma accese a partire da sinistra. La Menorah viene sistemata davanti a una finestra o vicino alla porta. L’accensione di ogni singola candela va eseguita al primo calar della sera, quando c’è in strada ancora movimento, proprio per rendere pubblico il miracolo avvenuto nel II° a.C., e annunciare con fede e orgoglio il momento in cui gli Ebrei riconquistarono la libertà e l’indipendenza religioso-culturale.

I festeggiamenti di Hanukkah

Hanukkah si festeggia dunque per otto giorni, iniziando al tramonto. La celebrazione avviene a cavallo di due mesi: inizia a Kislev (fine novembre, secondo il calendario solare gregoriano) e termina in Tevet (pressoché intorno al Natale cristiano).

La festa di Hanukkah, di questo Natale ebraico, è colma di tradizioni e celebrazioni. Chiaramente la pratica cardine e la più importante è quella già esplicata dell’accensione della Menorah, con i dovuti accorgimenti.

Dopo un breve discorso di benedizione da parte del rabbino, il capo spirituale della comunità ebraica, cominciano ad essere intonati inni gioiosi, recitate preghiere specifiche ed eseguiti balli tipici. Un’aria di festa, gioia e convivialità si respira tutt’intorno nel periodo di Hanukkah.

Tra le tradizioni immancabili durante la celebrazione di Hanukkah c’è il gioco del Dreidel. Si tratta di una speciale trottola di legno a quattro facce, ognuna recante una lettera dell’alfabeto ebraico a formare le iniziali della frase “Un grande miracolo accadde là”. Insieme al gioco sono elargiti soldi premio per aver studiato la Torah: è una tradizione che ricorda come al tempo di Antioco i ragazzini ebrei prendessero lezioni di ebraismo clandestino in strada con in mano i dreidel, così da confondere i soldati, tornando a giocare qualora si fossero avvicinati.

Come ogni festa che si rispecchi, anche Hanukkah ha i suoi piatti tipici. È tradizione cucinare cibi fritti per commemorare il miracolo dell’olio nel Tempio. Tra i piatti celebrativi si annoverano i latkes (sorta di frittelle di patate, cipolla, farina di matzah e sale, solitamente accompagnati da mousse di mela o panna acida). Si cuociono poi i sufganiyot (sofficissime frittelle, simili alle nostre ciambelle o bomboloni, ricoperte di zucchero e farcite con marmellata di fragole). Ci sono poi i blintz (crêpes ripiene di formaggio). Chiaramente tutte queste pietanze sono realizzate cuocendo nell’olio.

Un’altra tipica tradizione legata ad Hanukkah, specie da quando l’influsso occidentale è divenuto più presente, è lo scambio di regali per l’intera durata degli otto giorni di festeggiamenti di Hanukkah. Qualcosa di simile al Natale cristiano, ma più abbondante e prolungato.

Infine, Hanukkah è un momento di forte condivisione. Per cui, durante la festività sono frequenti le riunioni familiari, incontrandosi per le cene, per la commemorazione attraverso l’accensione delle candele, per i canti, le danze e i giochi e per qualunque attività atta a ricreare un ambiente di gioia, festa, pace, rispetto e celebrazione.

Scopri anche come viene celebrato il Natale in Giappone, dai mussulmani e dai Testimoni di Geova.

Immagine di copertina: Foto di Ri Butov da Pixabay

A proposito di Emilia Cirillo

Vedi tutti gli articoli di Emilia Cirillo

Commenta