Il 2 giugno 1946 rappresenta una data fondamentale nella storia italiana: con il referendum istituzionale del 1946, l’Italia voltò pagina, sancendo il passaggio dalla monarchia alla repubblica e ponendo le basi per la costruzione di una nuova identità nazionale. Questo evento epocale non solo cambiò radicalmente l’assetto istituzionale del Paese, ma rappresentò anche un momento di profonda riflessione sui valori fondanti della società italiana, uscita dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale e desiderosa di un futuro di democrazia e libertà.
Dal Regno d’Italia alla Repubblica: il contesto storico del referendum istituzionale del 1946
L’Italia, unificata nel 1861, era stata fino al referendum istituzionale del 1946 una monarchia costituzionale, retta dallo Statuto Albertino, concesso da Carlo Alberto di Savoia nel 1848. Tale carta costituzionale, pur rappresentando un importante passo avanti rispetto all’assolutismo, si basava su una concezione che vedeva nel sovrano il fulcro del potere statale. Il re, infatti, deteneva il potere esecutivo, nominava i membri del Senato e aveva il potere di sanzionare le leggi approvate dal Parlamento bicamerale, composto dalla Camera dei Deputati e dal Senato del Regno. Lo Statuto Albertino era inoltre una costituzione flessibile, modificabile con leggi ordinarie, ottriata, cioè concessa dall’alto, e confessionale, in quanto riconosceva la religione cattolica come unica religione di Stato.
Lo Statuto Albertino: una costituzione breve e flessibile
Lo Statuto Albertino, che rimase in vigore fino al referendum istituzionale del 1946, presentava alcune caratteristiche peculiari. Era una costituzione breve, in quanto dedicava uno spazio limitato ai diritti dei cittadini (solo nove articoli), flessibile, poiché poteva essere modificata tramite leggi ordinarie, ottriata, cioè concessa dal sovrano e non votata dai rappresentanti del popolo, e confessionale, per il fatto che riconosceva come unica religione di Stato quella cattolica.
Il cammino verso il referendum istituzionale del 1946: il vento del cambiamento
Il secondo dopoguerra, con il suo carico di distruzione e di sofferenze, portò con sé un’irrefrenabile spinta al rinnovamento. In questo clima di profonda trasformazione, si fece strada l’idea di un referendum per decidere la forma istituzionale dello Stato. Dopo ampie discussioni in seno al Consiglio dei Ministri, il 31 gennaio 1945, il Primo Ministro Ivanoe Bonomi emanò un decreto che introduceva un’importante novità: il diritto di voto alle donne. Per la prima volta nella storia d’Italia, si compiva un passo decisivo verso il suffragio universale, superando una delle più evidenti contraddizioni dell’Italia pre-fascista e fascista.
2 giugno 1946: il referendum istituzionale e la vittoria della Repubblica
Il referendum istituzionale del 1946 si svolse il 2 giugno 1946. Dopo venticinque anni di dittatura fascista, gli italiani e, per la prima volta, le italiane, furono chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica e a eleggere l’Assemblea Costituente, incaricata di redigere la nuova carta costituzionale in sostituzione dello Statuto Albertino. Le operazioni di voto iniziarono il 2 giugno e si conclusero la mattina del 3 giugno. I risultati, seppur con uno scarto non ampissimo di voti, sancirono la vittoria della repubblica, aprendo una nuova era per l’Italia. Non mancarono polemiche e sospetti di brogli, che ancora oggi alimentano il dibattito storico, ma il dato di fatto fu che il referendum istituzionale del 1946 segnò la fine della monarchia in Italia.
La nascita della Costituzione Repubblicana: dalle macerie del passato al futuro
Il 28 giugno 1946 l’Assemblea Costituente elesse Enrico De Nicola Capo provvisorio dello Stato, mentre Alcide De Gasperi continuò a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio. Una commissione ristretta di 75 deputati fu incaricata di redigere il testo della nuova Costituzione. I lavori procedettero speditamente e, in un clima di collaborazione costruttiva, la nostra Carta Costituzionale, un testo all’avanguardia per quei tempi, fu pronta nell’arco di un anno e mezzo. Dopo l’approvazione definitiva da parte dell’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, la Costituzione fu promulgata da Enrico De Nicola il 27 dicembre ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948, segnando l’inizio di una nuova era per il Paese, a seguito del referendum istituzionale del 1946.
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