Quando si parla di fantasy, molti appassionati pensano subito a John Ronald Reuel Tolkien, uno degli autori che ha maggiormente contribuito alla definizione e alla diffusione del genere. A Tolkien si associano immediatamente opere come la trilogia de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, note anche per le trasposizioni cinematografiche di Peter Jackson. Esiste, un’opera di Tolkien ancora più importante, anche se meno conosciuta, che narra le origini della Terra di Mezzo, dalla creazione fino agli eventi narrati ne Il Signore degli Anelli. Rimasta incompiuta, Il Silmarillion è considerata il fulcro del legendarium di Tolkien, una sorta di Bibbia della Terra di Mezzo.
Cos’è Il Silmarillion? Il legendarium di Tolkien
Il Silmarillion non è semplicemente una raccolta di racconti, ma il cuore del legendarium di Tolkien, ovvero l’insieme delle sue opere che costituiscono un universo immaginario coerente e dettagliato, con una sua storia, geografia, lingue e mitologia.
Si tratta di un’opera mitopoietica (termine coniato dallo stesso Tolkien): l’autore crea una nuova mitologia, ispirandosi a diverse fonti, tra cui la tradizione cristiana, la mitologia norrena e quella greca.
A differenza de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, che sono romanzi, Il Silmarillion ha una struttura più simile a quella di un testo sacro o di un poema epico, con uno stile aulico e solenne.
La genesi travagliata de Il Silmarillion: dalla Grande Guerra a Christopher Tolkien
Non si conosce la data precisa di inizio della stesura de Il Silmarillion. Molti scritti, bozze illustrate, poesie e appunti linguistici di Tolkien risalgono agli anni precedenti la sua partecipazione alla Grande Guerra.
Nel 1917, durante la guerra, mentre era ricoverato per una febbre contratta nelle trincee della Somme, in Francia, Tolkien iniziò a dare una forma più organica al suo mondo immaginario, scrivendo la prima versione di alcune storie, raccolte ne Il libro dei racconti perduti, che sarebbero poi confluite ne Il Silmarillion.
Tolkien considerava Il Silmarillion la sua opera più importante e vi lavorò per tutta la vita. Dopo il successo de Lo Hobbit (1937), propose all’editore di pubblicare anche Il Silmarillion, ma la proposta fu rifiutata a causa dello stile ritenuto troppo complesso e distante da quello de Lo Hobbit.
Tolkien morì nel 1973, lasciando l’opera incompiuta. Fu il figlio, Christopher Tolkien, a raccogliere, riordinare e completare gli scritti del padre, pubblicando Il Silmarillion nel 1977. Non fu un compito facile, data la mole e la frammentarietà del materiale, e Christopher dovette operare scelte editoriali a volte complesse.
La struttura de Il Silmarillion: Ainulindalë, Valaquenta e oltre
Il Silmarillion è suddiviso in cinque parti:
- Ainulindalë: narra la creazione di Eä (l’universo) e di Arda (il mondo) da parte di Eru Ilúvatar, l’Essere Supremo, con l’aiuto degli Ainur, esseri divini.
- Valaquenta: descrive i Valar, gli Ainur più potenti, che scendono su Arda per plasmarla e governarla, e il loro antagonista, Melkor (poi chiamato Morgoth).
- Quenta Silmarillion: è la parte più lunga e complessa, e narra la storia degli Elfi, dalla loro creazione al loro arrivo nella Terra di Mezzo, e le guerre contro Morgoth per il possesso dei Silmaril, tre gemme di inestimabile bellezza.
- Akallabêth: racconta la caduta di Númenor, un’isola donata da Eru agli Uomini fedeli, distrutta a causa della loro superbia e del loro tentativo di raggiungere l’immortalità.
- Degli Anelli del Potere e della Terza Età: riassume gli eventi che portano alla forgiatura degli Anelli del Potere da parte di Sauron, servo di Morgoth, e alla creazione dell’Unico Anello, eventi che faranno da sfondo alle vicende de Il Signore degli Anelli.
L’incipit, con la creazione di Eä e Arda, ricorda la Genesi dell’Antico Testamento, una delle principali fonti di ispirazione di Tolkien, insieme alla mitologia norrena e greca. Vengono narrate anche le vicende dei primi Elfi, che si stabiliscono a Valinor, una sorta di paradiso terrestre; la creazione dei Nani e degli Uomini; il tradimento di Morgoth e le guerre per il dominio di Arda.
Temi e stile: tra mito, epica e religione
Il Silmarillion affronta temi universali come la creazione, il bene e il male, la caduta, la redenzione, il libero arbitrio, il potere della parola e della musica, il rapporto tra uomo e natura, la mortalità e l’immortalità.
Lo stile è aulico, poetico e a tratti arcaico, ispirato ai poemi epici e ai testi sacri. Questo può rendere la lettura impegnativa, ma contribuisce a creare l’atmosfera di un’opera mitologica e senza tempo.
L’eredità de Il Silmarillion: un’opera fondamentale per il fantasy
Nonostante la sua complessità, Il Silmarillion è un’opera fondamentale per comprendere appieno l’universo di Tolkien e le sue opere più famose. Ha influenzato profondamente la letteratura fantasy successiva, fornendo un modello di costruzione di mondi immaginari coerenti e dettagliati.
Il Silmarillion è stato accolto in modo contrastante dalla critica: alcuni lo hanno lodato per la sua ambizione e la sua profondità, altri lo hanno trovato eccessivamente complesso e frammentario. (Fonte).
Resta un’opera imprescindibile per i fan di Tolkien e per chiunque sia interessato alla mitologia e alla creazione di mondi immaginari.
E tu, hai mai letto *Il Silmarillion*? Quale aspetto ti ha colpito di più di quest’opera così complessa e affascinante?
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