Il sistema degli esami imperiali: come funzionava?

Il sistema degli esami imperiali: come funzionava?

Il sistema degli esami imperiali (in cinese 科举Kējǔ) è nato in Cina nel 595 a.C., ai tempi della dinastia Sui, che lo aveva reso importante per la formazione e il reclutamento dei funzionari imperiali. La data ufficiale di conclusione degli esami è il 1905, rendendolo il pilastro dell’ordine socio politico imperiale cinese attraverso tutte le dinastie. 

COSA SI DOVEVA STUDIARE?

Il sistema degli esami aveva inizialmente un ruolo limitato, cioè serviva a sancire la posizione di persone che erano già interne all’élite, all’aristocrazia, e quindi non era particolarmente rilevante all’inizio, e anche i contenuti erano leggermente diversi rispetto a quelli che poi si affermeranno successivamente. Ad esempio, in epoca Tang, c’erano delle prove anche più pratiche (calligrafia, prove fisiche) e anche l’utilizzo dei testi variava: i classici confuciani erano una prerogativa, però, in epoca Tang per un certo periodo era stato utilizzato anche il 道德经 (dàodé jīng) perché la famiglia Tang rivendicava una discendenza con Laozi. Però, nella fase di consolidamento del sistema degli esami, abbiamo l’abolizione delle prove pratiche e una totale concentrazione sui cinque classici confuciani a cui poi si aggiungeranno i quattro libri, perché si riteneva che proprio in base ai principi dei neoconfuciani si dovesse procedere alla purificazione del proprio Qi, studiando i testi che contenevano i principi morali, più che studiare cose pratiche.

Quindi, i testi utilizzati, sono i quattro libri selezionati da Zhu Xi:

  • 大学 (Dàxué) il Grande studio;
  • 中庸 (Zhōngyōng) il Giusto mezzo;  
  • 论语 (Lúnyǔ) i Dialoghi;
  • 孟子 (Mèngzǐ) il Mencio.

E poi i soliti cinque classici confuciani:

  • 易经 (Yìjīng) il Classico dei mutamenti;
  • 诗经 (Shījīng) il Classico delle odi;
  • 书经 ( Shūjīng) il Classico dei documenti;
  • 礼记  (Lǐjì) il Classico dei riti;
  • 麟经 (Línjīng) gli Annali delle primavere e degli autunni.

In totale, erano più di 400 mila caratteri, quasi mezzo milioni di caratteri che gli studenti dovevano leggere, imparare a memoria, saper riscrivere, e soprattutto, dovevano studiare anche tutti i vari commenti che erano stati fatti nei vari passaggi dei libri.

CHI POTEVA PARTECIPARE AGLI ESAMI?

È vero che aperto a tutti, ma con delle eccezioni. Erano esclusi: 

  • Dal punto di vista sociale, coloro che fino a tre generazioni precedenti facevano parte del popolo impuro, dove per popolo impuro, nell’ottica confuciana, si identificano coloro facenti un mestiere considerato di basso livello: cantanti, attori, ballerini e così via. Se dopo tre generazioni, si era cambiata professione, si poteva partecipare
  • Coloro che erano in lutto, soprattutto per i genitori. Per il principio confuciano della ‘’pietà filiale’’ che era rispettato molto seriamente, bisognava, infatti, stare a lutto per tre anni quando si aveva perso i genitori, e dunque non si poteva partecipare agli esami. Questo non era un divieto sociale generale, dipendeva dall’evento.

Non c’era però un limite di età, c’erano anche persone di 70/80 anni che si presentavano agli esami. 

Ovviamente, era un sistema che, al di là di queste limitazioni, era aperto a tutti, però, serviva una certa disponibilità economica: non solo per studiare, perché  i testi erano costosi ma, soprattutto, era raro che venisse sottratta la forza lavoro alla famiglia. Ciò significa che se si proveniva da una famiglia di contadini e si aveva già difficoltà ad ottenere un raccolto soddisfacente, finanziare per tutta la vita l’istruzione del figlio maschio era un sacrificio economico che la famiglia non poteva permettersi. Quindi, c’è, implicitamente, una forma di discriminazione, che però, non è sancita ufficialmente. Tuttavia, sia nelle fonti storiche, che nei romanzi, succedeva che, se in un piccolo villaggio rurale c’era un giovane particolarmente bravo, allora la comunità intera faceva dei sacrifici per permettere a questo giovane di studiare. 

IN COSA CONSISTEVA IL SISTEMA DEGLI ESAMI: LIVELLI PRELIMINARI

Parliamo di ‘’sistema’’ degli esami perché era molto complesso e si articolava su vari livelli: si trattava di una serie di esami che procedevano a livello piramidale, dal contesto territoriale più locale fino al centro. Ovviamente man mano erano sempre più selettivi, propedeutici l’uno all’altro, cioè dovevi passarli secondo quest’ordine, e, chiaramente, solo una piccola parte riusciva a superare tutti i livelli.

Il livello più basso era il livello preliminare agli esami più importanti, che iniziava nel distretto, nella contea.

Alle 4 del mattino, i candidati si alzavano con un colpo di cannone, la sveglia; con un secondo colpo, verso le 5/5.30, i candidati uscivano di casa, e al terzo colpo entravano nei cancelli, infatti, come vedremo, c’era una struttura che ospitava solo gli esami. I candidati venivano accompagnati per verificare l’identità, portavano del materiale con sé – inchiostro, pennello, anche del cibo – venivano messi in questa grande sala, avevano dei banchi a cui sedersi, il foglio su cui scrivere le risposte alle domande che venivano fatte girare dagli inservienti su  grandi cartelli, e ovviamente, erano rigidamente controllati. 

L’esame prevedeva la stesura di un breve saggio, a partire da una frase dei quattro libri, un commento di un passaggio specifico, e una poesia. Già dopo la prima prova usciva una prima graduatoria, e venivano scritti i nomi dei vari candidati in circolo come se fossero un orologio: il primo classificato era scritto in cima, e i nomi degli altri erano scritti in senso anti-orario e procedevano fino ad arrivare a quello che era andato peggio. L’esame, in totale, durava circa venti giorni, perché le prove si svolgevano in giorni diversi, quindi occupavano quasi 3 settimane.

Chi passava il livello di distretto, veniva poi accettato all’altro livello preliminare; al livello della prefettura, che, era molto simile, anche se con piccole differenze, anche qui rituali, ma la graduatoria era messa in senso opposto, non anti-orario, ma orario, e abbiamo circa una metà di promossi, a livello di prefettura. Quelli che superavano il livello di prefettura potevano arrivare al terzo livello preliminare, ovvero il livello di qualificazione, che poi, se superato, permetteva di arrivare al grande esame provinciale.  Chi superava la terza prova preliminare, era ufficialmente studente: si riceveva così un cappello particolare, una spilla, si poteva indossare l’abito tipico dei letterati, che era blu scuro con il bordo nero. Coloro che avevano avuto questo titolo ricevevano a casa la comunicazione ufficiale su foglio rosso, di buon auspicio, e si organizzavano vere e proprie feste di laurea. 

Gli studenti, a questo punto,  rispetto ai laureati di oggi, ricevevano un piccolo salario, a prescindere, solo per il fatto di aver superato gli esami, e, per un reddito di laurea, avevano un bel po’ di privilegi sociali, venivano considerati classe elevata. Molti lavorano presso lo Yamen, l’ufficio amministrativo a livello locale, la prefettura, la provincia. Dallo Stato veniva ricevuto questo piccolo salario come laureato, poi se si lavorava per lo Yamen, si veniva pagati di tasca propria dal funzionario che a sua volta era pagato dallo Stato, ma doveva mettere a budget uno stipendio di sua tasca. 

Chi aveva superato questo primo livello aveva diritto di passare all’esame provinciale, molto più importante perché se ne teneva uno per tutta la provincia; d’altronde, le provincie dell’Impero cinese non erano le provincie che intendiamo noi, parliamo di province cinesi grandi come stati europei piccoli. Quindi,  c’era moltissima gente che partecipava e, infatti, uno su cento veniva promosso, ma si poteva arrivare fino a diecimila candidati. 

L’ESAME PROVINCIALE

L’esame provinciale  si teneva ogni tre anni, regolato secondo lo zodiaco cinese: generalmente si svolgeva negli anni del topo, cane, cavallo e gallo, nell’ottavo giorno dell’ottavo mese. Quindi, gli esami provinciali si svolgono in un’unica località per tutta la grande provincia, che è il capoluogo, e aveva una sua struttura apposita: il quartiere degli esami, dove i candidati non andavano soltanto per gli esami, ma si trasferivano per tre giorni e due notti lì. Era una costruzione con una grande sala e tante piccole celle individuali, in cui il candidato stava giorno e notte, quindi scriveva e dormiva in questa celletta e poi, alla fine degli esami, se ne andava. La grande porta di questo comprensorio veniva sigillata durante gli esami e quando è capitato che sia morto qualcuno dentro, la porta rimaneva chiusa e veniva aperta solo alla fine degli esami. 

Il primo giorno serviva solo per l’identificazione, la sistemazione, e poi due giorni per le prove. La prima sessione riguardava i quattro libri, la seconda i cinque classici. Ritornati a casa dopo la seconda prova, si ritornava per una terza prova, che era una breve discussione orale, e se si superava questo esame importante, si otteneva un titolo superiore; il titolo di Juren. Il Juren era già  un membro dell’élite, qualcuno che aveva superato, almeno a livello provinciale, gli esami. Già a partire dal livello provinciale si può capire l’importanza e il prestigio che ricopriva il sistema degli esami, la pressione sociale che avevano questi giovani nel partecipare a questa sessione d’esame nel quale si giocavano non solo il loro prestigio personale, ma il prestigio di tutta la famiglia. 

L’ESAME METROPOLITANO E L’ESAME DI PALAZZO

Dopo l’esame provinciale, si poteva accedere ad un ulteriore livello, il penultimo, ed era l’esame metropolitano, che avveniva nella capitale imperiale, e si svolgeva sempre ogni tre anni, ma ovviamente non nello stesso periodo dell’esame provinciale (ogni tre anni, l’anno successivo, rispetto a quello provinciale). Anche questo era diviso in 3 sessioni, si svolgeva nell’apposito quartiere degli esami della capitale e a presiedere l’esame, in persona, c’era il ministro dei riti, e la scatolina con le domande veniva consegnata dall’imperatore stesso. Il livello era ancora più complicato, si parla della produzione di cinque saggi, e il numero medio di promossi era di circa 200 per tutto l’impero; solo 200 per un impero vasto come quello cinese. 

Infine, l’ultimo livello l’esame del palazzo, quindi non solo nella capitale, ma anche all’interno del palazzo imperiale. Era un ulteriore livello  introdotto dai Song per creare una connessione ancora più stretta tra gli intellettuali e l’imperatore. Veniva organizzato ogni 3 anni, e chi lo superava aveva questo titolo prestigiosissimo di ‘’Jinshi’’, cioè studioso introdotto a palazzo, e qui parliamo quindi dei più importanti funzionari, intellettuali, che riuscivano ad arrivare a questo livello. 

La ritualità, essendo nel palazzo imperiale, era ancora più ricca, con ingressi importanti per i candidati, e con l’imperatore in persona che supervisionava nella sala. L’imperatore non doveva correggere i compiti ovviamente, c’erano 8 esaminatori principali scelti da lui che davano un giudizio, e poi si faceva la media, però, l’imperatore, in quanto tale, aveva sempre l’ultima parola, e dunque poteva rivedere il giudizio sui compiti, aveva voce in capitolo sulla graduatoria finale. Tutti coloro che passavano l’esame a questo livello venivano poi scritti negli archivi, ma anche nelle stele commemorative che ancora oggi ci danno dei nomi di coloro che hanno superato gli esami, in particolare anche a livello locale, delle varie provincie, delle varie città d’origine dei candidati, che erano molto orgogliose che i loro cittadini avessero passato l’esame e fossero dei “Jinshi’’. 

QUALI ERANO GLI EFFETTI DI QUESTI ESAMI?

L’editoria si è notevolmente sviluppata per permettere lo studio dei cinque classici e dei quattro libri, ma anche di testi con i modelli delle migliori risposte che i candidati precedenti avevano dato. Questo sistema permette una relativa mobilità sociale, ma, allo stesso tempo, questa mobilità sociale, viene assorbita dal sistema imperiale e viene permessa in maniera non traumatica, cioè non senza bisogno di scatenare una rivoluzione. Per passare da un livello sociale all’altro, si poteva provare a passare gli esami, favorendo una motivazione per mantenere la fedeltà alla dinastia. 

Il sistema degli esami verrà poi abolito nel 1905, il che porterà all’inevitabile collasso dell’ossatura del sistema imperiale, dal punto di vista culturale, sociale, istituzionale. Quindi, non ci deve stupire che l’abolizione degli esami, vista dalla dinastia Sui come una tecnica per modernizzare la Cina, contribuirà al collasso della dinastia imperiale, perché dopo sei anni dall’abolizione del sistema degli esami, il sistema imperiale collasserà dando vita alla repubblica. In Cina, oggi, il grande incubo di molti studenti cinesi rimane il 高考‘’Gāokǎo’’, l’esame di ammissione universitaria, che è molto selettivo; se non si ottiene un buon voto all’esame finale, non si può accedere ad una buona università e quindi la scalata sociale sarà quasi impossibile. 

Fonte immagine di copertina: Wikipedia

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