Quello del viaggio onirico è uno degli espedienti narrativi più fruttuosi e apprezzati nella storia del cinema e della letteratura.
Il numero di collegamenti intertestuali che è possibile fare tra opere lontane secoli le une dalle altre è vastissimo; scopriamo insieme questo affascinante caso, analizzando alcuni degli esempi più famosi di viaggi onirici nei diversi media artistici!
Sandman – Neil Gaiman
Riconosciuta come una delle migliori saghe fumettistiche di sempre, è stata pubblicata sotto la DC Comics Press (“Batman”, “Superman”, “Lanterna verde” e molti altri…) dal 1988 al 1996, e a sua volta apertamente ispirata al mito del Dio dei sogni, Morfeo, nato nell’antica Grecia. Il protagonista, conosciuto come Sogno o Morfeo, si muove all’interno di una realtà fantastica, vestendo la divina carica di membro degli Eterni, un gruppo di sette entità: Destino, Morte, Distruzione, Desiderio, Disperazione e Delirio. I sette fratelli sono l’incarnazione di sentimenti, atti e passioni che esistono da prima che l’uomo potesse concepire l’idea di divinità e che rimarranno in vita anche dopo la morte dell’ultimo Dio. Ognuno di loro esercita il proprio potere su un “territorio”, e insieme decidono le sorti dell’esistenza stessa.
Il Battello Ebbro – Arthur Rimbaud
Celebre poesia del poète maudit, scritta nel 1871, che racconta in prima persona le vicende di un’imbarcazione priva di capitano ed equipaggio, ormai in balia delle onde e delle correnti. È altamente probabile che il testo poetico sia riferito, almeno in parte, alle notorie esperienze del poeta maledetto con l’uso di droghe, viste le atmosfere surreali e da sogno; un tripudio di colori che si presenta come una vera e propria allucinazione.
Il viaggio viene dipinto come lo scorrere d’un fiume, un flusso che Rimbaud decide di non interrompere, lasciandosi trascinare dalla corrente per evitare di contrastare l’evoluzione del viaggio stesso.
Paprika – Sognando un sogno – Satoshi Kon
Pellicola animata del maestro visionario nipponico del viaggio onirico risalente al 2006, tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore Yatsutaka Tsutsui.
La protagonista, Atsuko Chiba, è una psicoterapeuta che cura i traumi dei suoi pazienti interagendo direttamente con la loro dimensione onirica interiore, penetrando nei sogni ed estrapolandone l’inconscio tramite un dispositivo di ultima generazione per la cura dei disturbi psichiatrici: il DC-Mini.
Camminando su un sottilissimo filo al limite tra sanità e follia, sogno e realtà, la dottoressa, accompagnata da Paprika, suo stesso alter ego onirico, si addentrerà nelle profondità della mente umana, in una pellicola che utilizza i sogni e le pulsioni primordiali dell’essere umano per criticare in maniera caustica ma velata la società giapponese, cosa che Kon era tanto bravo a fare.
The Matrix – Lana & Lily Wachowski
La trilogia fantascientifica simbolo del movimento cyberpunk scritta a partire dal 1999 dalle sorelle (al tempo fratelli) Wachowski. La pellicola è un buon esempio di citazione diretta all’avventura di Alice nel Paese delle Meraviglie (ci sono anche forti richiami a Ghost in the Shell di Mamoru Oshii), essendo basata sull’esistenza di una realtà alternativa che il protagonista Neo raggiunge tramite l’aiuto del misterioso Morpheus che la definisce come “la tana del Bianconiglio”, nella celebre scena della scelta tra pillola azzurra e pillola rossa.
Il Mago di Oz
Film classe 1939 diretto da Victor Fleming e ispirato al romanzo “Il Meraviglioso mago di Oz” del 1900, primo dei quattordici libri di Oz dello scrittore statunitense Frank Baum.
La protagonista, Dorothy, è molto vicina alla giovane Chihiro de “La Città Incantata”, celebre film dello Studio Ghibli premiato con un Oscar per miglior film d’animazione nel 2003, dato che viene trascinata anche lei in un mondo nuovo col desiderio costante di voler tornare a casa e riabbracciare i propri cari. Inoltre, il tema del viaggio onirico come ricerca è presente in entrambe le opere.
Fonte immagine di copertina: Paprika – Sognando un sogno