In epoca medievale si giunse a una totale cristianizzazione del tempo.
Per dirla in altro modo, si passò dal tempo pagano al tempo cristiano.
Infatti, con l’affermazione del cristianesimo, anche il modo di concepire e misurare il tempo, a partire da quello della vita quotidiana per arrivare alla storia umana nel suo insieme, andò incontro a trasformazioni profonde.
Tuttavia, tali trasformazioni furono graduali.
Dobbiamo dire che, in un calendario risalente alla metà del V secolo, quando l’impero romano d’Occidente non era ancora crollato, ricorrono già alcune feste cristiane, quali il Natale e la Pasqua.
Ma in tale calendario, continuano a essere registrate anche ricorrenze come i giochi del circo o le date di nascita degli imperatori.
Tuttavia, a mano a mano che ci addentriamo nel Medioevo, le feste pagane sono progressivamente rimosse dal calendario e sostituite con un articolato sistema di celebrazioni cristiane legate agli eventi chiave della vita di Gesù, oppure al culto degli apostoli e dei martiri.
In molti casi la Chiesa non stravolse il sistema di feste preesistente, ma cercò di adattarlo.
Per esempio, nella tradizione romana il 24 marzo era consacrato a un rito chiamato semplicemente “Sangue”.
In quel giorno i sacerdoti della Grande Madre, una divinità di origine orientale, si flagellavano a sangue in onore della dea.
Ebbene, proprio in quella data, la Chiesa fissò la festa della istituzione dell’eucaristia per ricordare il giorno in cui Gesù aveva offerto il suo corpo e il suo sangue, nel corso dell’ultima cena.
In pratica, al sangue dei sacerdoti pagani si sostituiva il sangue con cui il Cristo aveva salvato l’umanità.
Altre volte l’intervento della Chiesa sul calendario assumeva piuttosto l’aspetto di un trasloco.
Per esempio, questo avvenne coi Saturnali che i romani celebravano a metà dicembre.
In occasione di tale festa i romani si abbandonavano a ogni tipo di baldoria in cui erano consentite molte libertà e trasgressioni.
Inoltre, i romani in occasione dei Saturnali si scambiavano regali.
Quando però la Chiesa fissò il 25 dicembre la nascita di Gesù, i Saturnali vennero a trovarsi pericolosamente vicini a una delle feste cristiane più importanti.
Per tale ragione, i Saturnali furono spostati al febbraio-marzo e divennero gli antenati del moderno Carnevale.
L’usanza di scambiarsi regali nei Saturnali fu invece assorbita dalla nuova festa cristiana tanto che rimane ancora oggi una caratteristica di fondamentale importanza del Natale.
Dobbiamo dire che, ancora al Cristianesimo, si deve la definitiva affermazione della settimana, come nuova forma di scansione del tempo.
In realtà, l’uso di un periodo ciclico di sette giorni era già presente nelle civiltà mesopotamiche.
Tale uso si era anche diffuso nel mondo greco-romano in cui ogni giorno era legato a uno dei pianeti conosciuti a quel tempo.
Dobbiamo precisare che, in quel periodo storico, i corpi celesti conosciuti erano: Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere, Saturno.
Tuttavia, fino all’epoca di Costantino (all’inizio del IV secolo d.C.), nel calendario romano prevalevano altri modi di scandire il tempo.
Tali scansioni temporali erano legate a ricorrenze fisse.
Per fare un esempio concreto, citiamo le Calende che coincidevano sempre con il primo giorno del mese.
Esistevano poi nel calendario romano altre scansioni temporali legate a ricorrenze fisse come le None e le Idi.
Ma la Chiesa non si limitò ad assumere solo il controllo del tempo riguardante la storia umana nel suo insieme.
Infatti, la Chiesa assunse anche il controllo del tempo quotidiano, quello del lavoro, dello svago, del pranzo, della cena, del sonno e della veglia.
Il compito della Chiesa fu certamente facilitato dal fatto che la visione del mondo e della vita della grandissima maggioranza degli uomini e delle donne del Medioevo, era condizionata in modo praticamente totalizzante dalla dottrina e dalla morale cristiana.
Per quanto riguarda il controllo del tempo quotidiano da parte della Chiesa, nel corso dell’Alto Medioevo, in particolare in Italia, si diffuse sempre più un edificio del tutto sconosciuto nel mondo greco e romano, ovvero il campanile.
Esso, eretto vicino alle chiese e cappelle che venivano edificate dovunque sul territorio, rivestì una importanza eccezionale nel Medioevo.
Con i suoi colpi battuti a ore regolari, la torre campanaria scandiva i ritmi della giornata, richiamava i fedeli alle celebrazioni liturgiche, nonché segnava l’inizio e la fine del lavoro.
Dobbiamo mettere in evidenza che le cosiddette ore canoniche nelle quali i monaci erano tenuti a riunirsi in preghiera (la terza, cioè le nove del mattino; la sesta, cioè mezzogiorno; la nona che coincideva con le tre del pomeriggio, ecc.), finivano così per regolare e controllare l’esistenza dell’intera società.
La prova della diffusione universale di questa scansione temporale si ricava facilmente dalle diverse lingue esistenti in Europa: così, se il termine spagnolo “siesta” ricorda quella dell’ora canonica corrispondente al nostro mezzogiorno, una parola inglese come “afternoon” (pomeriggio) significa letteralmente “dopo la nona”.
Tale parola della lingua inglese indica dunque, propriamente la parte della giornata successiva alle tre pomeridiane.
Un altro segno della cristianizzazione del tempo nel Medioevo, era il fatto che oltre alla Bibbia i libri più diffusi nel Medioevo furono senz’altro i cosiddetti Libri del Leone, destinati alla preghiera personale quotidiana.
Il contenuto di tali libri era ordinato in diverse sezioni: si cominciava dal calendario e si proseguiva con varie preghiere, suddivise nelle otto ore canoniche della giornata per finire con i salmi e le preghiere ai santi.
Tuttavia, il segno più vistoso della cristianizzazione del tempo avvenuta nell’Europa medievale, è però un altro e riguarda addirittura l’intero arco della storia umana.
Intorno al 525 d.C., l’allora pontefice Giovanni I, affidò al monaco Dionigi il Piccolo il compito di redigere una tabella per calcolare la data precisa della festività di Pasqua.
Nell’assolvere questo compito, Dionigi il Piccolo propose anche di calcolare gli anni a partire dalla nascita di Cristo, da lui fissata il 25 dicembre dell’anno 753 dalla fondazione di Roma (che per noi così è avvenuta tradizionalmente nel 753 a.C.).
Non esiste nessun dubbio che l’innovazione proposta da Dionigi aveva un fortissimo ed evidentissimo valore simbolico: la nascita di Gesù Cristo diventava il vero e proprio spartiacque della storia umana.
Per dirla in altro modo, la nascita di Cristo diventava, grazie all’innovazione di Dionigi, l’evento centrale che divideva definitivamente la storia umana, in un “prima” e un “dopo”.
Per altro, la nuova scansione del tempo si affermò con molta gradualità nell’uso corrente.
Infatti, il primo documento pubblico che impiegava la datazione introdotta da Dionigi risale al IX secolo, e ancora più tempo ci volle perché si diffondesse l’uso, nelle espressioni “a.C.” e “d.C.” a noi così familiari.
Dobbiamo dire che l’espressione “d.C.” venne sostituita nella tradizione anglosassone dalla sigla A.D. cioè “Anno Domini”.
Tuttavia, nonostante lo strepitoso successo della sua innovazione, il calcolo di Dionigi era scorretto, dal momento che Gesù
Prof. Giovanni Pellegrino