Quasi sicuramente sarà capitato a molti, tra un video di Youtube e l’altro, di assistere ad annunci pubblicitari in cui viene promosso un metodo alternativo per imparare o migliorare le proprie abilità in una lingua straniera. Si tratta dell’apprendimento passivo, in particolar modo, nelle ore notturne, durante la fase REM. Ma è possibile imparare una lingua mentre si dorme?
Probabilmente molti di voi, nel leggere queste parole, penserebbero subito ad un nuovo escamotage per spingere le persone a spendere i propri soldi in qualcosa di futile, come le televendite degli anni 90, dove si pubblicizzavano strani aggeggi per la perdita miracolosa dei chili di troppo. La domanda sorge spontanea: «Come si può apprendere mentre si è addormentati?», vediamolo subito.
C’è del vero in questa vostra preoccupazione, anche se la situazione è molto più articolata e complessa di come si presenta. Difatti, se presa in modo superficiale questa teoria sembra esser fuoriuscita da un film di fantascienza o da quel famoso episodio del cartone animato americano Dexter’s Laboratory.
In quest’episodio il piccolo genio della scienza Dexter vuole imparare una lingua mentre si dorme, il francese, ma il cd si inceppa e ripete unicamente l’espressione Omelette du fromage, l’effetto ottenuto, ovviamente in un’ottica molto fantasiosa, è quello di riuscire a dire soltanto questa locuzione per l’intera giornata successiva.
Un simpatico episodio ironico che fa cenno però a diversi aspetti della neurobiologia.
«Plasticity, then, in the wide sense of the word, means the possession of a structure weak enough to yield to an influence, but strong enough not to yield all at once. Each relatively stable phase of equilibrium in such a structure is marked by what we may call a new set of habits. Organic matter, especially nervous tissue, seems endowed with a very extraordinary degree of plasticity of this sort; so that we may without hesitation lay down as our first proposition the following, that the phenomena of habit in living beings are due to plasticity of the organic materials of which their bodies are composed».
-William James
Plasticità come chiave per imparare una lingua mentre si dorme
La plasticità cerebrale in senso lato descrive la capacità del cervello umano di modificarsi in funzione degli stimoli ricevuti dal mondo esterno, i quali sono in grado di attivarne determinate aree. La plasticità tuttavia la ritroviamo anche alla base dei percorsi cognitivi che hanno portato l’essere umano all’acquisizione di un linguaggio, essa possiede un ruolo centrale nel processo evolutivo del cervello. Imparando una lingua o più, un bambino acquisisce, inconsciamente, l’abilità di interiorizzazione dei suoni ascoltati. Non è un caso che bambini poliglotti siano anche più inclini allo studio della musica come disciplina o del canto.
Partendo dal presupposto che il nostro cervello apprende una lingua basandosi su due parametri, quello della grammatica e quello della semantica, possiamo pensare che la facoltà di assimilare una lingua per via indiretta, tramite un esposizione continua, non solo appartiene all’essere umano, ma appartiene all’uomo adulto come al bambino.
Da ciò ne consegue l’abilità innata di assimilazione passiva. Quando si parla di imparare una lingua mentre si dorme, in realtà ci si riferisce ad un processo cognitivo che avviene senza che noi fossimo coscienti, ma allo stesso tempo, il nostro cervello è impossibilitato dall’entrare in fase REM. Saremo costantemente nella fase del sonno che la precede, un addormentamento molto leggero. Motivo per cui ci sembrerà, a lungo andare, di non aver mai riposato abbastanza. L’apprendimento passivo, inoltre ha maggiori possibilità di funzionare, sia da sveglio che da addormentato, se le nozioni che riceviamo come input sono già state ascoltate almeno una volta, o ne abbiamo in qualche maniera, anche per via indiretta, fatto esperienza. In questi casi si parla di riattivazione di memoria a breve termine. Per imparare una lingua mentre si dorme nel miglior modo bisognerebbe prediligere dei discorsi tenuti da native speakers, senza l’intento di rendere il loro parlato più lento e chiaro, così da interiorizzare non solo alcune parole o l’accento, ma in special modo imparare ad acquisire il pattern sonoro della lingua in questione. Una volta che lo comprendiamo ci sembrerà molto più semplice parlare la lingua straniera.
In conclusione, è possibile credere di poter imparare una lingua mentre si dorme? La risposta è si, se attuato nel modo corretto e si hanno le giuste aspettative.
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