Indian English: tutto ciò che devi sapere
L’Indian English è una delle varietà di inglese più diffuse al mondo, parlata da milioni di persone in India e dalla diaspora indiana. Nato durante il periodo coloniale britannico, l’Indian English si è evoluto nel tempo, sviluppando caratteristiche uniche che lo distinguono dall’inglese britannico e da altre varietà di inglese. In questo articolo, analizzeremo la storia, le peculiarità linguistiche e la diffusione di questa affascinante varietà linguistica. L’India, con la sua straordinaria diversità linguistica e culturale, offre un contesto ideale per lo studio del contatto linguistico e dell’evoluzione delle lingue. L’Indian English è un esempio lampante di come una lingua possa adattarsi e trasformarsi in risposta a fattori storici, sociali e culturali. La sua evoluzione riflette la complessa storia dell’India e le sue interazioni con il mondo anglofono, mantenendo una forte connessione con il ricco patrimonio linguistico del subcontinente indiano.
Cos’è l’Indian English? Definizione e status attuale
L’Indian English, a differenza del global, è la varietà di inglese parlata in India. Si tratta di una lingua con caratteristiche proprie, influenzata dal contatto con le numerose lingue locali indiane, tra cui l’hindi, il tamil, il bengalese e molte altre. L’Indian English è parlato come seconda lingua da circa il 3% della popolazione indiana, in un contesto di multilinguismo e plurilinguismo diffuso, in cui convivono moltissime lingue locali e regionali. Nonostante la sua diffusione relativamente limitata in termini percentuali, l’Indian English riveste un ruolo fondamentale come lingua franca, soprattutto nella comunicazione interregionale, nell’amministrazione, nell’istruzione superiore e nei media. Ha, infatti, raggiunto uno status ufficiale, sancito dalla Costituzione indiana, che lo riconosce come lingua ufficiale insieme all’hindi e ad altre lingue ufficiali a livello statale e regionale.
Storia dell’Indian English: origini e sviluppo
Per comprendere appieno l’Indian English, è necessario ripercorrere le tappe storiche che hanno portato alla sua formazione. La sua storia è strettamente legata alla presenza britannica in India, durata oltre tre secoli.
Il contesto storico: la colonizzazione britannica e il British Raj
L’India è stata una colonia amministrativa inglese dal 1858 al 1947, anno in cui ha ottenuto l’indipendenza. Durante questo periodo, la popolazione locale era chiamata a svolgere funzioni amministrative locali, permettendo alla Gran Bretagna di esercitare un controllo capillare sul territorio in modo indiretto.
La Compagnia Britannica delle Indie Orientali e il commercio delle spezie
Inizialmente, la presenza britannica in India era legata agli interessi commerciali della Compagnia Britannica delle Indie Orientali. L’India, infatti, si trovava in una posizione strategica per la rotta del commercio delle spezie, che interessava particolarmente l’Oceano Indiano. La Compagnia esercitò un potere sempre crescente sul territorio indiano, trasformandolo gradualmente in una colonia di fatto.
L’incoronazione della regina Vittoria e l’inizio del British Raj
Il periodo di dominazione britannica in India è conosciuto come British Raj, termine hindi che significa “regno”. Questo periodo ebbe inizio formalmente nel 1858, in seguito alla rivolta dei Sepoy, e portò all’incoronazione della regina Vittoria come imperatrice dell’India nel 1877. Fu proprio in questo contesto storico che si affermò e si sviluppò l’Indian English.
Le fasi di sviluppo dell’Indian English
Lo sviluppo dell’Indian English può essere suddiviso in quattro fasi principali, che riflettono l’evoluzione del rapporto tra colonizzatori e colonizzati e il ruolo crescente della lingua inglese nella società indiana.
Missionary phase
La Missionary phase, fase missionaria, inizia nel 1600 con la concessione del monopolio commerciale alla Compagnia delle Indie Orientali da parte della regina Elisabetta II. In questa fase, l’inglese era utilizzato principalmente dai missionari per diffondere il cristianesimo e dai commercianti per le loro attività.
Local demand phase
La Local demand phase, fase della domanda locale, si caratterizza per un graduale aumento dell’interesse da parte di una piccola porzione di indiani verso lo studio della lingua inglese. Questo interesse era motivato da opportunità di lavoro e di ascesa sociale all’interno dell’amministrazione coloniale.
Educational phase: il Minute on education di Lord Macaulay
La Educational phase, fase educativa, inizia nel 1765 e segna una svolta decisiva. Un momento chiave di questa fase fu la pubblicazione, nel 1835, del Minute on Education di Lord Macaulay. Questo documento aveva l’obiettivo di creare una classe sociale indiana istruita in inglese, che fungesse da intermediario tra i colonizzatori britannici e la popolazione locale. L’introduzione di un sistema educativo basato sulla lingua inglese ebbe un impatto profondo sulla diffusione e sull’evoluzione dell’Indian English, che si avviò verso la formalizzazione e la codificazione.
British Raj e l’indipendenza dell’India
Il British Raj rappresenta l’ultima fase del dominio coloniale britannico. L’inglese si consolidò come lingua dell’amministrazione, dell’istruzione superiore e della comunicazione interregionale. Nel 1947, l’India ottenne l’indipendenza, diventando una nazione democratica e indipendente. L’hindi fu adottata come lingua ufficiale dell’Unione, affiancata dall’inglese come lingua ufficiale “associata”, a testimonianza del ruolo che l’inglese ha assunto, specialmente nel contesto della globalizzazione.
Caratteristiche linguistiche dell’Indian English
L’Indian English presenta una serie di caratteristiche linguistiche peculiari che lo differenziano dall’inglese standard e dalle altre varietà di inglese. Queste caratteristiche riguardano la fonologia, la morfosintassi, il lessico e la semantica.
Prestiti linguistici e lessico
Una delle caratteristiche principali dell’Indian English è la presenza di numerosi prestiti linguistici provenienti dalle lingue locali indiane, in particolare dall’hindi, ma anche dal tamil, dal bengalese e da altre lingue dravidiche e indoarie. Termini come bazaar (mercato), pijama (pigiama) e shampoo sono entrati nell’uso comune anche nell’inglese standard, ma nell’Indian English si riscontra un’ampia varietà di prestiti adattati alla fonologia e alla grammatica inglese. Si parla in questo caso di anglicismi, con prestiti integrali o adattati. Fenomeni tipici dell’influsso del sostrato linguistico locale, ovvero l’influenza delle lingue parlate precedentemente in un determinato territorio, sull’evoluzione di una lingua che si è sovrapposta, in questo caso l’inglese, lingua di superstrato, che ha esercitato la propria influenza sulle lingue locali. Si verificano anche fenomeni di interferenza linguistica, con l’utilizzo di calchi, ovvero traduzioni letterali di espressioni idiomatiche da una lingua locale all’inglese.
Peculiarità fonetiche dell’Indian English
L’Indian English presenta alcune peculiarità fonetiche distintive, che riguardano la pronuncia di specifici suoni. Queste differenze sono spesso dovute all’influenza delle lingue locali indiane e contribuiscono a rendere l’Indian English immediatamente riconoscibile.
La pronuncia della [r] non rotica
Una delle caratteristiche più evidenti è la tendenza a pronunciare la [r] in modo non rotico, come nell’inglese britannico standard. La [r] non viene quindi pronunciata quando si trova alla fine di una sillaba o prima di una consonante.
La pronuncia dei suoni dentali fricativi
I suoni dentali fricativi [ð], [θ] e [θʼ], presenti nell’inglese standard, sono spesso difficili da gestire per i parlanti indiani, in quanto non hanno corrispondenti nelle loro lingue materne. Questi suoni vengono spesso sostituiti con suoni simili, come [d], [t] o [tʰ].
Particolarità morfosintattiche
L’Indian English presenta alcune particolarità anche a livello morfosintattico. Ad esempio, in alcune zone dell’India si tende a usare la prima persona plurale (“we”) per riferirsi a se stessi, ovvero alla prima persona singolare (“I”). Questo fenomeno, noto come “royal we” o “pluralis maiestatis”, è un’eredità dell’inglese formale usato durante il periodo coloniale. Altre differenze riguardano l’uso dei tempi verbali, degli articoli e delle preposizioni, spesso influenzato dalle strutture grammaticali delle lingue locali. Si parla in questo caso di diglossia, quando due lingue o varietà di lingua sono utilizzate in ambiti e contesti comunicativi differenti, e code-switching e code-mixing, rispettivamente il passaggio netto da una lingua all’altra o la mescolanza di elementi di lingue diverse all’interno della stessa frase.
L’Indian English oggi: diffusione e attitudine dei parlanti
Oggi l’Indian English è una varietà di inglese vibrante e in continua evoluzione. La sua diffusione è legata non solo a fattori storici, ma anche al ruolo dell’India come potenza economica emergente e all’importanza dell’inglese come lingua della comunicazione internazionale. L’attitudine dei parlanti indiani verso l’Indian English è complessa e variegata. Da un lato, c’è chi considera l’Indian English una varietà legittima e dotata di una propria identità, dall’altro, c’è chi lo percepisce come un “bad English“, un inglese “scorretto” rispetto all’inglese britannico standard o all’inglese americano. Molti indiani tendono a utilizzare l’Indian English in contesti informali, mentre in situazioni più formali, o quando parlano con stranieri, cercano di avvicinarsi a un inglese più standard. Nonostante le critiche, l’Indian English è sempre più accettato e riconosciuto a livello internazionale, anche grazie alla crescente influenza della cultura indiana nel mondo. L’educazione bilingue è sempre più diffusa, e favorisce la coesistenza di Indian English e lingue locali. L’intelligibilità tra le diverse varietà di inglese resta comunque alta, e l’Indian English contribuisce all’arricchimento del panorama linguistico globale.
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