L’espressione “Japan bashing”, traducibile come “attacco al Giappone”, descrive un fenomeno di critica aspra e generalizzata nei confronti del Giappone, della sua politica economica e, in alcuni casi, della sua cultura, che si diffuse soprattutto negli Stati Uniti durante gli anni ’80. Tale fenomeno, pur trovando terreno fertile nella crescente competizione economica tra le due nazioni, affondava le sue radici in un sentimento anti-giapponese preesistente, legato alle vicende della Seconda Guerra Mondiale e alle azioni compiute dal Giappone durante la sua fase imperialista.
Japan bashing: le conseguenze dell’imperialismo giapponese
Sebbene il termine “Japan bashing” si sia affermato negli anni ’80, il risentimento nei confronti del Giappone era già presente in alcuni settori della società americana e non solo, come conseguenza delle atrocità commesse dall’esercito giapponese durante il periodo imperialista. L’espansionismo nipponico, infatti, aveva portato all’occupazione di vasti territori in Asia, tra cui la Cina e la Corea, e al compimento di crimini efferati, come il massacro di Nanchino, in cui persero la vita migliaia di civili cinesi, e il caso delle cosiddette “comfort women”, donne coreane e di altre nazionalità ridotte in schiavitù sessuale per soddisfare le esigenze dell’esercito giapponese. Tali episodi, ancora oggi oggetto di accese controversie, avevano generato un profondo sentimento di ostilità nei confronti del Giappone, nonostante il governo giapponese abbia in seguito ammesso le proprie responsabilità, sebbene, a detta di molti, senza un adeguato risarcimento alle vittime e alle loro famiglie.
Le radici del Japan bashing: contesto storico e ascesa economica del Giappone
Per comprendere appieno la retorica e le dinamiche del Japan bashing, è fondamentale analizzare il contesto storico e culturale degli anni ’80. In quel decennio, il Giappone si affermò come una delle principali potenze economiche mondiali, raggiungendo e in alcuni settori superando gli Stati Uniti, che pure erano stati i suoi principali alleati e sostenitori nel secondo dopoguerra. Dopo la sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale, infatti, gli Stati Uniti avevano favorito la ricostruzione e la ripresa economica del Giappone, con l’obiettivo di farne un baluardo contro l’espansione del comunismo in Asia. Si era instaurato, in questo modo, un rapporto di interdipendenza, che negli anni ’80, tuttavia, appariva sempre più sbilanciato a favore del Giappone. La crescita economica del paese del Sol Levante, trainata da un’aggressiva politica di esportazioni, soprattutto nei settori automobilistico ed elettronico, aveva creato un forte squilibrio nella bilancia commerciale con gli Stati Uniti. Gli americani, infatti, importavano massicciamente prodotti giapponesi, mentre faticavano a penetrare nel mercato nipponico, percepito come chiuso e protezionistico.
La percezione del Giappone come minaccia e le critiche alla sua democrazia
Il Japan bashing, dunque, scaturì in parte dalla percezione del Giappone come una minaccia economica, un concorrente sleale che, attraverso una sorta di “invasione commerciale”, stava mettendo in ginocchio l’industria americana. Questa visione, alimentata da una propaganda anti-giapponese che riprendeva i toni e le immagini della Seconda Guerra Mondiale, contribuì a diffondere un clima di sospetto e di ostilità nei confronti del Giappone e dei suoi cittadini. Si diffusero timori, per quanto infondati, di una possibile “invasione” economica e culturale da parte del Giappone, e non mancarono le critiche al sistema politico e sociale giapponese, accusato di essere poco democratico e troppo chiuso verso l’esterno. I giapponesi venivano spesso dipinti come un popolo avido, aggressivo e privo di scrupoli, pronto a tutto pur di conquistare i mercati mondiali.
Oggi, il fenomeno del Japan bashing ha perso gran parte della sua forza, anche se persistono, a livello latente, stereotipi e pregiudizi nei confronti della cultura giapponese. La maggiore integrazione economica e culturale tra Giappone e Stati Uniti, unita a una più approfondita conoscenza reciproca, ha contribuito a smorzare le tensioni e a favorire una visione più equilibrata e realistica del rapporto tra le due nazioni.
Fonte immagine: Wikipedia