Joseph Goebbels: il diavolo della propaganda nazista

Joseph Goebbels: il diavolo della propaganda nazista

Joseph Goebbels: il diavolo della propaganda nazista

Joseph Goebbels era un uomo colto, intelligente, freddo, uno dei più importanti gerarchi nazisti. Nato il 29 Ottobre 1897 a Rheydt, una cittadina della bassa Renania, Goebbels fin da bambino soffre di una malattia al midollo osseo e per tutta la vita è costretto a camminare con una gamba più corta dell’altra. A causa di questa menomazione non può partecipare alla prima guerra mondiale e così, profondamente deluso, dedica ogni suo sforzo allo studio. 

Quando la Germania imperiale crolla con la rivoluzione di novembre del 1918, quando i Freikorps, i tedeschi armati tornati a casa dal fronte, decidono di massacrare i propri concittadini che hanno abbracciato il comunismo, in questo periodo di enorme confusione, il giovane Joseph Goebbels si rifugia nella politica. La sua è una scelta precisa, quella del nazionalsocialismo, nazionalsocialismo che lo spinge ad ascoltare i comizi degli oratori più appassionati. Dopo aver presenziato a numerosi comizi e frequentato le sezioni locali del Partito, a metà degli anni ’20 Gregor Strasser, Dirigente Organizzativo del Partito, lo segnala ad Hitler; nel 1925 i due finalmente hanno l’opportunità di conoscersi. Goebbels che inizialmente aveva criticato Hitler, soprattutto dopo il Putsch di Monaco, è profondamente ammaliato da questa figura, che ben presto lo prende in simpatia e decide di metterlo alla prova facendogli tenere un discorso a Monaco che si rivela di grande successo

Da qui parte la scalata del nazionalsocialismo, che aveva come idea di base quella di prendersi il potere in Germania attraverso la democrazia. Verso la fine dell’ottobre del 1926, Hitler nomina Joseph Goebbels responsabile di Berlino, con l’obiettivo di conquistare la capitale tedesca, considerata una città rossa dato che la maggior parte degli elettori era socialista o comunista. Ma il fascino e la determinazione di Goebbels riescono ad attirare verso il nazionalsocialismo numerosi elettori e questo è solo l’inizio della sua ascesa. Nel 1928 entra in Parlamento e nel 1933, anno della nomina a cancelliere di Hitler, viene nominato Ministro per l’educazione popolare e della propaganda, incarico che terrà per 12 anni, fino alla sua morte.

Al momento dell’ascesa al potere di Hitler la Germania possiede un sistema di informazione molto sviluppato: il numero di quotidiani che produce annualmente supera di gran lunga quello di qualsiasi altra nazione industrializzata. Inoltre l’industria cinematografica tedesca è tra le migliori al mondo e il cinema e la radio sono le due muove grandi dimensioni dell’intrattenimento di massa. Goebbels arriva a controllare tutti i settori culturali della Germania nazista, dalla musica al teatro ed intuisce che la battaglia della cultura sia fondamentale per la conquista politica delle masse. Joseph Goebbels diventa un vero e proprio dittatore della cultura del Terzo Reich, rappresentando il principale artefice delle campagne di arianizzazione della cultura, rifiutando categoricamente la cosiddetta arte degenerata, costringendo all’esilio tantissimi artisti e scienziati, ebrei e non, come Albert Einstein, Sigmund Freud e Bertold Brecht. Nei suoi roghi organizzati a Berlino brucia migliaia di libri istigando gli studenti nazionalsocialisti ad andare alla ricerca delle opere proibite dal regime e di eliminarle definitivamente. 

Joseph Goebbels a livello comunicativo è incredibilmente spigliato, inonda le radio, la stampa e i cinegiornali della sua propaganda con tecniche di linguaggio che impressionano le masse e le soggiogano completamente. Il ministro nazista comprende alla perfezione i gusti del pubblico, a cui propone la commedia o il dramma storico piuttosto che i film politici. Allo stesso tempo Goebbels frequenta teatri, controlla sceneggiature e suggerisce attori per i film da produrre. Quando scoppia la guerra diventa l’uomo del microfono, colui che gestisce tutta la comunicazione del Reich instradandola in un’unica direzione, quella della vittoria definitiva per ottenere il famoso spazio vitale, ciò che secondo Hitler serve alla Germania per prosperare. 

Il ministro nazista è inoltre ossessionato dalla questione ebraica. Fin dall’inizio vede gli ebrei, sia in patria che all’estero, come una fonte di disgrazie per la Germania. Famoso un suo articolo sulla sua rivista settimanale Das Reich dal titolo Gli ebrei volevano la guerra, ora ce l’hanno! Dando così voce al grande piano nazista: incolpare gli ebrei in quanto causa della guerra, dando inizio a quella che è decidono di chiamare Soluzione Finale. 

Durante la guerra Joseph Goebbels riceve dal Führer due importanti nomine: Ministro plenipotenziario per la mobilitazione alla guerra totale e Generale delle Forze Armate Tedesche con l’incarico della difesa di Berlino. Hitler poi lo nomina anche Cancelliere del Reich così che alla sua morte, il 30 aprile 1945, subentra al cancellierato rimanendo in carica solo per un giorno, fino alla sua morte.

Secondo una versione dei fatti, Goebbels di comune accordo con la moglie Magda, a guerra ormai persa, avrebbe narcotizzato i figli avvelenandoli nel sonno con del cianuro, dopodiché avrebbe sparato alla moglie e si sarebbe infine tolto la vita. I corpi furono sepolti in modo anonimo e solo nel 1970 cremati dai russi per poi essere dispersi nel fiume Elba. 

Goebbels fu il gerarca nazista più fedele ad Hitler, ne era innamorato intellettualmente e restò al suo fianco fino alla morte, confermandosi il nazista più vicino al Führer. La macchina della propaganda di Goebbels visto il suo successo ha reso probabilmente il ministro tedesco uno dei più grandi pubblicitari mai esistiti, a prescindere dai messaggi che lanciava. Goebbels riuscì a tenere sotto scacco per 12 anni le menti di milioni e milioni di tedeschi attraverso una comunicazione furba, intelligente ed aggressiva. Purtroppo i principi sui quali si basava la propaganda durante la dittatura nazista sono applicati ancora oggi, in una realtà che dovrebbe vedere la democrazia protagonista. Bisognerebbe fermarsi ed iniziare a riflettere su questa preoccupante verità.

 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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