La pittrice giapponese Katsushika Ōi è stata spesso oscurata da una figura molto importante nell’arte giapponese: Hokusai. Grazie alla decisione di mettere la propria firma su molte delle sue opere (cosa inconsueta per l’epoca) e anche grazie ai suoi numerosi allievi, il ricordo di questa grande artista di tardo periodo Edo è arrivato fino ad oggi.
Come mai però Hokusai avrebbe oscurato la fama della giovane pittrice Katsushika Ōi?
Ebbene Hokusai nella sua vita ha avuto diverse donne e soprattutto diversi figli: Katsushika Ōi è quindi la figlia di Katsushika Hokusai, nata dal secondo matrimonio di quest’ultimo, circa nel 1800. Anche l’origine del nome Ōi è incerto, poiché il suo nome reale sembra essere Sakae o Ei. Per alcuni il nomignolo Ōi deriverebbe dal fatto che il padre per chiamarla diceva “Ōi,ōi!”, ovvero il nostro “Ehi, tu”.
Da bambina lei, insieme alle sorelle, aiutava il padre con la bottega di famiglia e contemporaneamente imparava anche il mestiere di pittrice. All’età di 24 anni si sposa, con un allievo del padre, anch’esso studente di pittura. Il matrimonio dura solo tre anni, prima che Katsushika Ōi ritorni alla casa paterna. Uno dei motivi a causare il divorzio sembrano essere stati dei continui commenti sgradevoli sull’arte del marito, che Katsushika Ōi non apprezzava come pittore, ritenendolo mediocre. Quando ritorna alla casa del padre, allo stesso suo modo, diventa ossessionata dalla pittura.
Tra tutti i figli di Hokusai, di sicuro la vena artistica del padre era confluita maggiormente in Katsushika Ōi, infatti, stesso il padre ammise di non riuscire a competere con la figlia nella raffigurazione pittorica delle belle donne, i Bijin-ga (immagini raffiguranti belle donne nel genere ukiyo-e). Mentre si andava affermando come artista e perfezionava sempre di più la tecnica, Katsushika Ōi accudiva anche il padre che si era avviato alla vecchiaia e a varie malattie. Insieme al padre, Katsushika Ōi insegnò a molti allievi e tra questi alcuni la definirono una personalità eccentrica, ambiziosa ma anche molto generosa.
Katsushika aveva un obiettivo: rendere la sua arte immortale. In quanto donna probabilmente, in quel periodo storico, la sua ambizione era vista come un eccesso di eccentricità; disprezzava inoltre le consuete mansioni femminili, trascurando ad esempio la cura della casa. Questo suo lato bizzarro e al di fuori della norma sociale era controbilanciato dalla scelta di accudire il padre invecchiato e la sorellina cieca. Purtroppo, dopo la morte del padre si rifugia in una casa di Tokyo, scegliendo una vita solitaria e tranquilla.
Lo stile innovativo di Katsushika Ōi
Le sue opere, rispetto al tradizionale stile dell’ukiyo-e che appaiono piatte e con figure stilizzate, riportano delle innovazioni. Katsushika Ōi sceglie di utilizzare nei suoi dipinti dei giochi di luci e ombre, per creare effetti di luminosità o profondità. Sperimenta inoltre la prospettiva occidentale e la dinamicità delle scene ricreate. Tra le sue opere più importanti figura Notturno in Yoshiwara, in cui viene evidenziato il contrasto creato dalle luci delle lanterne con l’oscurità che circonda la casa da tè raffigurata. Appone, in questo ukiyo-e, la sua firma all’interno delle lanterne.
Fonte foto: Wikipedia, pera di Katsushika Ōi – intitolata Notturno in Yoshiwara