Kawaii: significato e influenza sulla cultura giapponese

Kawaii: significato e influenza sulla cultura giapponese

Il termine giapponese “kawaii” (かわいい) viene utilizzato per indicare qualcosa di carino o adorabile. Dagli anni 80 in poi, nella cultura giapponese, il termine fu usato anche per denotare i personaggi e oggetti di manga, anime e videogiochi. Non si tratta, dunque, solo di un’etichetta, ma di un vero e proprio modo di fare, di vestire, di parlare e di scrivere tipico in Giappone. Vediamo il significato più ampio del termine e come ha influenzato la cultura giapponese.

Kawaii: storia del termine

Il termine “kawaii” ha diverse accezioni: può indicare “carino“, ma anche “piccolo”, “buffo”, “infantile”, e i colori associati sono solitamente quelli chiari, come rosa, azzurro, lilla e bianco. I personaggi kawaii, infatti, sono caratterizzati da lineamenti infantili e graziosi, occhi rotondi, grandi e luccicanti.

Il termine deriva dall’espressione “kao hayushi” (顔映し),”faccia illuminata”, che fa riferimento al viso arrossito. Dal periodo Taishō alla seconda guerra mondiale, il termine era “kawayushi”, che poi divenne “kawayui” e infine “kawaii”. Originalmente, la parola tendeva ad indicare qualcosa di “timido“. Molte parole in giapponese derivano dalla parola “kawaii”: “kawairashii” (可愛らしい) ovvero “adorabile” o “dolce”, kawaigaru (可愛がる) ovvero “innamorarsi” o “incantarsi”, kawaige (可愛げ), cioè “fascino di un bambino innocente”, e kawaisō (かわいそう), cioè “patetico”, che rimanda al significato originario del termine. L’idea di “carino” sottolinea che l’oggetto\il soggetto innocente comunica agli altri un sentimento di empatia, di innocenza e di affetto. 

In realtà, la cultura kawaii ha origini ancora più antiche nell’arte giapponese; infatti, piccoli animali venivano rappresentati in numerose statuette di terracotta e ceramica.

Dagli anni ’70 in poi, le studentesse giapponesi iniziarono a scrivere secondo un nuovo stile, caratterizzato da caratteri grandi e dalla forma arrotondata, e da disegnini di cuori e stelle. Questa scrittura incomprensibile fu però vietata in diverse scuole.

A partire dagli anni ’90, i giovani hanno diffuso diversi termini collegati al kawaii, come “erokawaii” (エロかわいい) che indica qualcosa di carino e sensuale al tempo stesso; “busa-kawaii” (ブサかわいい) è un termine che indica qualcosa di carino e brutto contemporaneamente.

L’influenza su manga, anime e videogiochi

Il kawaii influenzò enormemente molti personaggi di manga, anime e videogiochi.

Negli anni 40, Osamu Tezuka fu il primo a diffondere elementi dello stile kawaii: egli rappresentò i suoi personaggi con occhi grandi, rotondi ed espressivi, caratteristiche tipiche dei personaggi degli anime occidentali, e aggiunse decorazioni come cuori, stelle e fiori. Prima della seconda guerra mondiale, invece, i giapponesi rappresentavano loro stessi con i lineamenti orientali tipici, come occhi piccoli e della forma allungata.

Tra i personaggi più conosciuti degli anime giapponesi che contribuirono alla diffusione degli elementi kawaii c’è sicuramente Doraemon, personaggio del manga scritto da Fujiko Fujio.

Altri personaggi sono Hello Kitty, Hello! Spank, Heidi, Sailor Moon, Hamtaro e molti altri.

 

Fonte immagine: Pixabay 

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