Kefiah: storia, significato e diffusione di un simbolo
La Kefiah, o kufiyya (كوفية), è molto più di un semplice copricapo: è un simbolo intriso di storia, cultura e identità, profondamente radicato nella tradizione araba e mediorientale. Indossata in diverse varianti in tutto il Medio Oriente, la Kefiah ha assunto nel tempo significati politici e sociali, diventando un’icona della resistenza palestinese e un simbolo di solidarietà con il popolo palestinese. In questo articolo, ne analizzeremo le origini, i diversi usi e i significati simbolici, senza dimenticare di accennare alla sua evoluzione come accessorio di moda e alla sua diffusione globale. La Kefiah è un oggetto ricco di storia e di significati, che riflette le complessità del Medio Oriente e le sue dinamiche socio-politiche. La sua diffusione a livello globale testimonia la sua forza simbolica e la sua capacità di trascendere i confini geografici e culturali.
Kefiah: origini e diffusione del tradizionale copricapo arabo
La Kefiah è un copricapo tradizionale diffuso in tutto il Medio Oriente, non solo nel mondo arabo, ma anche in paesi come la regione curda della Turchia, dove è conosciuta come poshu o pushi. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ma è certo che la Kefiah fosse originariamente utilizzata dai beduini, le popolazioni nomadi del deserto, come protezione dal sole, dalla sabbia e dal freddo.
Cos’è la Kefiah: materiali, colori e tipologie
Tradizionalmente, la Kefiah è realizzata in seta, cotone, lana o lino, e presenta un caratteristico motivo a scacchi. I colori più diffusi sono il bianco e nero, ma esistono anche varianti in rosso e bianco o blu e bianco. Viene indossata in modo da ricadere sulla nuca, passando per il lato del collo, mentre la restante stoffa viene disposta in modo da cadere sulle spalle. Per fissarla intorno alla fronte, si utilizza una corda intrecciata di cotone, chiamata عقال, ʿiqāl.
Kefiah: varianti regionali e terminologia
Il nome stesso della Kefiah varia a seconda della regione e del paese. Sebbene “Kefiah” sia il termine più diffuso a livello internazionale, in Arabia Saudita e in Bahrain, e in generale nelle regioni del Golfo Persico, è conosciuta come ghutra, hatta, shemagh o sudra. Queste variazioni linguistiche riflettono la ricchezza e la diversità delle culture del Medio Oriente. L’origine del termine “Kefiah” è da ricondurre alla città di Kufa (o الكوفة), in Iraq, uno dei centri più importanti dell’Islam delle origini.
La storia della Kefiah: dal copricapo beduino al simbolo politico
La Kefiah ha una storia lunga e complessa, che si intreccia con le vicende politiche e sociali del Medio Oriente. Da semplice copricapo utilizzato dai beduini e dai contadini, la Kefiah si è trasformata in un potente simbolo politico, carico di significati e di implicazioni.
Un simbolo della resistenza palestinese
È soprattutto a partire dagli anni Trenta del XX secolo che la Kefiah assume una valenza politica, diventando un simbolo del patriottismo e della resistenza palestinese. In particolare, durante la grande rivolta araba del 1936 contro il mandato britannico e l’immigrazione sionista, la Kefiah venne adottata dai rivoltosi in contrapposizione al fez, il copricapo di origine ottomana, allora simbolo dell’establishment. La Kefiah divenne quindi un segno di identità nazionale e di resistenza all’occupazione.
Yasser Arafat e l’iconica Kefiah
La figura che più di ogni altra ha contribuito a renderla un simbolo internazionale della causa palestinese è Yasser ‘Arafat, leader storico dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) ed ex presidente della Palestina. Arafat indossava quasi sempre una Kefiah bianca e nera, che divenne un tratto distintivo della sua immagine pubblica e un simbolo della lotta per l’indipendenza palestinese, riconosciuto in tutto il mondo.
Leila Khaled e l’uso della Kefiah come hijab
Un’altra figura emblematica associata alla Kefiah è Leila Khaled, un’attivista e membro dell’ala armata del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Leila Khaled è spesso ritratta con una Kefiah indossata a mo’ di hijab, il velo islamico, a dimostrazione di come questo copricapo possa assumere significati diversi a seconda del contesto e del modo in cui viene portato.
La Kefiah come simbolo patriottico: colori e motivi
I colori e i motivi sono carichi di simbolismo e riflettono le diverse anime del movimento nazionale palestinese.
Il significato dei colori
I colori della Kefiah hanno assunto nel tempo specifiche connotazioni politiche e ideologiche.
Bianco e nero: OLP, al Fath e la prima intifada
La Kefiah bianca e nera è tradizionalmente associata all’OLP, ad al Fath, il principale movimento nazionalista palestinese fondato da Yasser Arafat, e alla prima intifada, la rivolta popolare palestinese contro l’occupazione israeliana scoppiata nel 1987.
Rosso e bianco: movimenti marxisti e beduini del Vicino Oriente
La Kefiah rossa e bianca, invece, è stata spesso utilizzata dai movimenti marxisti palestinesi, come il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Secondo altre interpretazioni, il colore bianco e rosso è semplicemente associato ai nomadi beduini del Vicino Oriente, senza una specifica connotazione politica.
I motivi: un’interpretazione simbolica
Anche i motivi geometrici tessuti sono oggetto di diverse interpretazioni simboliche, sebbene non vi sia un consenso unanime sul loro significato.
Strisce nere ondulate: forza, resilienza e perseveranza
Le strisce nere ondulate che la attraversano vengono spesso interpretate come un simbolo della forza, della resilienza e della perseveranza del popolo palestinese di fronte alle avversità.
Strisce nere piene: vie commerciali e scambi
Le strisce nere piene sono state interpretate come una rappresentazione delle vie commerciali e degli scambi che hanno storicamente attraversato la Palestina, crocevia di culture e civiltà.
Reti nere: marinai palestinesi e Mar Mediterraneo
Le reti nere, che ricordano una rete da pesca, vengono associate ai marinai palestinesi e al loro legame con il Mar Mediterraneo, un elemento fondamentale dell’identità e della storia palestinese.
La produzione della Kefiah: tra Cina e Palestina
Negli ultimi decenni, la produzione della Kefiah ha subito gli effetti della globalizzazione. A partire dagli anni 2000, infatti, molti produttori cinesi hanno iniziato a importare Kefiah a basso costo, mettendo in crisi i laboratori palestinesi. Questo fenomeno ha portato alla chiusura di molte tessitorie tradizionali in Palestina. Nonostante ciò, a Hebron, in Cisgiordania, resiste ancora l’ultima tessitoria palestinese, Hirbawi, che continua a produrla secondo i metodi tradizionali. L’azienda, fondata nel 1961, è diventata un simbolo della resistenza economica palestinese e un baluardo della tradizione tessile locale, anche attraverso la vendita online e il commercio equo e solidale. L’azienda, grazie alla qualità dei suoi prodotti e al suo impegno per la preservazione del patrimonio culturale palestinese, ha visto crescere le sue vendite, diventando un punto di riferimento per chi cerca una Kefiah autentica, Made in Palestine, e non teme la concorrenza del Made in China.
fonte immagine: Wikipedia
Di Yves Picq http://veton.picq.fr – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3947415