Kimono giapponese: tradizione e bellezza

Kimono giapponese

Indicando originariamente qualsiasi tipo di abito, il termine “kimono” deriva dalle parole giapponesi ki (indossare) e mono (cosa), col tempo però poi ha assunto il significato specifico dell’indumento che conosciamo oggi. Il kimono, altro non è che l’abito tradizionale giapponese per eccellenza, simbolo di eleganza e soprattutto portatore di una grande e storia culturale.

L’abbigliamento giapponese iniziò a essere influenzato dallo stili cinese dell’hanfu verso il periodo Nara (710–794); in questo periodo gli abiti erano formati da più pezzi separati, con tuniche e pantaloni o gonne.

Evoluzione del kimono giapponese: un viaggio tra i diversi periodi storici del paese

Nel corso del periodo Heian (794–1192), l’aristocrazia imperiale cominciò a elaborare un’estetica del vestire più autonoma, sempre più influenzata dal popolo cinese. Emerse il jūnihitoe, (anche chiamato kimono a 12 strati) un sontuoso abito cerimoniale femminile costituito da dodici strati di tessuto e stratificato con una grande armonia cromatica. Indossato esclusivamente e unicamente da donne di alto lignaggio, rappresentava un ideale di eleganza formale e prestigio sociale tipico della cultura di corte dell’epoca. È qui che i giapponesi hanno iniziato a sviluppare una moda autenticamente giapponese, distintamente diversa per identità e significato dai capi su misura cinesi

Nel periodo Muromachi (1336–1573), si assiste a un’evoluzione significativa dell’abbigliamento tradizionale giapponese. L’indumento tipico di quel periodo era il kosode che tradotto significa ‘maniche piccole’. Inizialmente concepito come un indumento intimo ma con il passar del tempo, si iniziò a considerare parte dell’abbigliamento quotidiano sia femminile che maschile, questo indumento fu universalmente accettato come ‘dress-code’. Forme ed estetiche più formali e solenni iniziarono ad essere anche incorporate nella patria giapponese e si iniziò ad ottenere il vero precursore del Kimono moderno.

Durante il periodo Edo (1603–1868) il kimono come lo conosciamo oggi viene a delinearsi. Il modello diventa ben definito: lunghezze, colori e decorazioni cambiano a seconda della classe sociale, dell’età, della stagione e persino del sesso. Le fanciulle indossano un kimono, chiamato furisode, dalle maniche lunghissime mentre le signore sposate preferivano un kimono dalle maniche più corte. In età Edo, il kimono non era soltanto un indumento, ma un vero e proprio linguaggio visivo: esprimeva appartenenza sociale, gusti personali e persino stati d’animo. Gli artigiani ormai erano specializzati sia in tinta sia in decorazione. E il kimono divenne un simbolo della società giapponese.

Speciale approfondimento sulle maniche del kimono furisode

Il furisode è un tipo di kimono tradizionalmente indossato da giovani donne nubili, in occasioni speciali come la Cerimonia della Maggiore Età (Seijin Shiki), matrimoni (come invitate o parenti) o cerimoniali. Particolarmente vistoso per le sue maniche lunghissime, che possono raggiungere i 100-110 cm di lunghezza, sono riccamente decorate con motivi floreali, paesaggi stagionali, simboli di buon auspicio o animali. Ondeggiando elegantemente riproducono un effetto teatrale e poetico. Le maniche del furisode sono molto più di un vezzo estetico: secondo la tradizione, le maniche lunghe aiutarono le giovani ragazze a catturare l’attenzione di un potenziale marito muovendosi in modo aggraziato. Addirittura, in passato si pensava che potessero scacciare gli spiriti maligni o portare fortuna. Non si tratta solo di semplici maniche ma un vero e proprio linguaggio simbolico, parlano di giovinezza, eleganza e tradizione.

Silenziosa nobiltà: Il fascino del kimono giapponese per uomo

Il kimono da uomo è una versione molto più sobria e semplice rispetto a quello femminile, ma non per questo meno ricca di significato e tradizione. Di solito, i colori sono più scuri e tenui, come il nero, il grigio o il blu, e presenta pochi, se non addirittura nessun, motivi decorativi. Si indossa con un obi (cintura) più sottile rispetto a quello femminile e spesso è accompagnato da un haori, una giacca corta, e dai hakama, pantaloni larghi a pieghe, specialmente in occasioni formali. Tradizionalmente, il kimono da uomo è associato a eventi importanti come matrimoni, cerimonie del tè, funerali o pratiche come il budo (arti marziali). Oggi, viene indossato raramente nella vita di tutti i giorni, ma continua a rappresentare un simbolo forte della cultura giapponese e dell’eleganza discreta maschile.

Sebbene indossato solo in occasioni speciali, oggi il kimono rimane uno dei più potenti simboli dell’identità giapponese. Ammirato in tutto il mondo per la sua bellezza, storia e significato profondo.

Fonte immagine: Pixabay

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