Kodawari è il concetto filosofico giapponese che spinge a cercare la perfezione con dedizione, accettando che il traguardo ideale è irraggiungibile.
Molto probabilmente la maggior parte di noi può individuare un momento del proprio passato che ci ha messo sulla nostra strada: un evento stimolante, una sfida che ci ha dato un assaggio dell’ideale. Qualcosa che ci ha fatti sentire vivi (forse per la prima volta) e ci ha aperto alla nuova prospettiva di poter realizzare i nostri sogni, alimentando così la nostra motivazione. Ma poiché questo accade spesso in giovane età, potremmo non capire nemmeno cosa ci sta succedendo. Ciò che avvertiamo dentro è più un istinto che ci fa capire che stiamo guardando nella giusta direzione: ci sentiamo all’inizio di un percorso che ci porterà da qualche parte di significativo.
Ma per quanto belli siano questi momenti di ispirazione, non sono sufficienti. Il fuoco creato da quella scintilla iniziale si affievolisce e abbiamo bisogno di più carburante. Ma la realtà della vita è che a volte non si riesce a trovare quel carburante: abbiamo bisogno di un modello mentale diverso, una disciplina che ci faccia andare avanti a prescindere da tutto. Quella disciplina si esprime perfettamente nel principio filosofico giapponese kodawari.
Il significato del concetto kodawari
L’energia kodawari è un salto di fede che porta a pensare che il domani potrebbe essere migliore di oggi se si fa del proprio meglio in qualcosa. È ottimismo mescolato alla consapevolezza che è necessario anche il duro lavoro: l’ottimismo senza duro lavoro è ingenuità, ma insieme hanno un potenziale enorme.
In breve, kodawari (in giapponese:こだわり) significa ricerca della perfezione, passione, perseveranza, impegno e attenzione ai dettagli. Ma anche molto di più. È un concetto intero la cui definizione richiede almeno qualche paragrafo e una volta che ci si è veramente connessi sul suo significato, questa parola può diventare un segnaposto all’interno della propria vita e visione del mondo.
È il fulcro dell’ikigai, per cui ci si prende cura straordinariamente dei piccoli dettagli, andando oltre il semplice far bene un compito per il gusto di farlo.
La chiave del principio kodawari è di natura personale, parzialmente radicata nell’orgoglio, ma non quello meschino. È il tipo di orgoglio personale che si prova quando si sa di aver fatto del proprio meglio da soli: quella sensazione di consapevolezza derivata dalla presenza più profonda dentro noi stessi con cui ci osserviamo e ci facciamo un’analisi di coscienza. Ogni volta che ignoriamo questa disciplina ci sentiamo più deboli e allo stesso tempo, quando ci impegniamo in linea con essa ci sentiamo più forti. Tale disciplina non è ingranata in qualche progetto grandioso per impressionare gli altri o per ottenere una convalida esterna. Al contrario, è il nostro standard personale e il modo in cui promuoviamo il rispetto di noi stessi all’esterno.
Ma mentre si apprezza la bellezza del processo lungo il cammino, ci si rende anche conto che non si arriva mai completamente da nessuna parte: dopotutto, siamo prigionieri del momento presente e non è chiaro dove ci porta il nostro cammino. Kodawari non giustifica il nostro duro lavoro per ottenere guadagni esterni temporanei, ma ci porta a realizzare che non c’è un perché dietro ciò che si fa. O meglio, il perché è il duro lavoro: l’essere il meglio che si può essere è di per sé il significato della vita.
Così radicata nel significato di kodawari è la consapevolezza che la perfezione non può essere raggiunta, pur continuandola a perseguire.
Certo, è un luogo comune dire che “la vita è il viaggio, non la destinazione” e l’abuso di queste frasi fatte in modo sconsiderato, ha portato a renderle vuote nell’immaginario collettivo, di conseguenza i luoghi comuni come questo hanno una cattiva reputazione per essere giudicati superficiali e indegni di una riflessione profonda. Ma il problema con i luoghi comuni è che sono veri, anche se la maggior parte di noi dimentica il perché.
Come possiamo applicare il principio kodawari alla nostra vita e crescere ?
-Identificando le cose che contano davvero per noi stessi e impegnandoci con passione, dando il massimo.
-Sviluppando disciplina e creando una routine che ci consenta di dedicare tempo ed energia alle nostre priorità.
-Abbracciando una mentalità di miglioramento continuo e apportando regolarmente piccoli aggiustamenti per migliorare le nostre prestazioni nel tempo.
-Impostando standard elevati per noi stessi e sforzandoci di superare le nostre aspettative alzando costantemente l’asticella.
-Facendo attenzione ai dettagli in tutto ciò che facciamo e prendendoci del tempo per fare revisioni, assicurandoci che ogni componente soddisfi i nostri standard.
-Cercando feedback e usandoli in modo costruttivo.
–Riflettendo quotidianamente sulle nostre esperienze o successi e identificando le aree che necessitano miglioramento.
-Coltivando un atteggiamento di apprendimento continuo e cogliendo le opportunità per acquisire conoscenze/competenze che contribuiscono alla nostra crescita.
–Evitando il più possibile il multitasking, concentrandoci su un compito alla volta, dedicandogli tutta la nostra attenzione.
–Affrontando le sfide con determinazione, considerando gli insuccessi come opportunità per imparare e migliorare.
Dando il meglio di te, ogni volta. Questo è Kodawari.
Quindi kodawari è il principio di vita filosofico che afferma che si dovrebbe perseguire la perfezione, pur sapendo fin dall’inizio che la perfezione non arriverà mai. Non c’è niente di sbagliato nella scintilla ispiratrice che ci fa partire alla ricerca della propria arte. Quindi, fate del kodawari stesso il vostro carburante ispiratore. Godetevi il sano senso di orgoglio della consapevolezza di essere stati scrupolosi e attenti ai dettagli delle vostre azioni e il kodawari tenderà a diffondersi per tutta la vostra vita ispirando il prossimo a dare il proprio meglio.
Forse questo è l’assioma che sta alla base del concetto: il senso della vita deriva dall’assumersi la responsabilità di fare del proprio meglio, facendo tutto ciò che si fa con piena concentrazione e perseveranza.
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