Nel corso del secolo scorso, il tema dell’apprendimento linguistico è stato al centro di molte teorie elaborate dagli studiosi del linguaggio e dei processi cognitivi. Il modello dell’interlingua di Selinker rientra tra le ipotesi del filone cognitivo-funzionale ed è frutto di un cambio radicale circa la prospettiva adottata in riferimento all’errore.
A partire dagli anni ’70, contrariamente alla visione contrastiva dei comportamentisti, l’errore inizia ad essere visto come specchio superficiale del sistema linguistico elaborato dall’apprendente. Pertanto, partendo da un’analisi degli errori commessi dagli studenti, il docente è in grado di comprendere in che fase di apprendimento si trovi l’alunno, così da poter mettere in pratica delle strategie funzionali al miglioramento delle sue capacità. L’ipotesi dell’interlingua di Selinker si basa proprio su questi presupposti.
Cos’è l’interlingua di Selinker?
Con il termine interlingua, Selinker fa riferimento a una capacità transitoria con una grammatica infieri, dotata di sistematicità e regolarità. Più nello specifico, l’interlingua è il sistema linguistico che l’apprendente ricava a partire dalla sistematizzazione di ipotesi in merito alla lingua da apprendere. Secondo il modello dell’interlingua di Selinker, tale sistema è dinamico: può e deve cambiare. Il suo cambiamento è progresso, cioè avvicinamento alla lingua target.
Qualora l’interlingua rimanga stabile, si incorre nel fenomeno noto come fossilizzazione, per cui non si verificano miglioramenti e progressi in termini di conoscenze e competenze linguistiche. In tal caso, si può addirittura parlare di una regressione, spesso causata dal mancato esercizio delle proprie conoscenze. A tal proposito, è sempre importante ricordare che la difficoltà e la dedizione con cui si fanno progressi nella conoscenza della L2 è direttamente proporzionale alla velocità con cui si perde padronanza linguistica a causa del temporaneo abbandono dello studio e dell’esercizio della lingua in questione.
Competenza transitoria e sistematica: i 4 processi dell’interlingua
Dopo aver spiegato per sommi capi la complessa teoria dell’interlingua di Selinker, è opportuno menzionare anche i quattro processi che la caratterizzano più nel dettaglio:
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Il transfert linguistico
Il transfert linguistico rappresenta il primo dei quattro processi che costituiscono il modello dell’interlingua di Selinker e si basa sulla teoria circa la profonda influenza esercitata dalla lingua materna dell’apprendente sul processo di apprendimento linguistico della L2. Ad esempio, nel francese L2 di anglofoni è molto frequente la costruzione con pronome oggetto postverbale: le chien a mangé les come transfert linguistico dell’inglese L1 (the dog ate them, cioè il cane li ha mangiati).
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Il transfert di insegnamento
Esso scaturisce dagli errori dovuti all’indebita applicazione di regole e strutture su cui normalmente punta l’insegnamento e, dunque, all’insistenza su alcuni aspetti di L2 a scapito di altri che magari non vengono ben compresi o assimilati dall’apprendente. Alla luce di ciò, è giusto concludere che questo secondo processo dell’interlingua è strettamente legato al lavoro del docente e alla sua capacità di applicare le strategie più consone rispetto ai bisogni linguistici degli alunni.
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Le strategie di acquisizione di L2
Il terzo processo del modello dell’interlingua di Selinker riguarda le strategie di acquisizione della seconda lingua, cioè il modo in cui l’apprendente affronta il materiale fornito dal docente, ad esempio la tendenza ad omettere o semplificare i morfemi grammaticali.
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Le strategie di comunicazione in L2
Come facilmente intuibile, quando si parla di strategie di comunicazione in L2 si fa riferimento alla possibilità di identificare il modo in cui l’apprendente affronta la comunicazione con i parlanti nativi di L2, per esempio, facendo appello al loro aiuto in caso di stato d’ansia o mancanza di strumenti mediante cui riuscire ad esprimere il proprio pensiero.
Conoscevate il modello dell’interlingua di Selinker? Dopo averne compreso le basi teoriche, facendo riferimento alla vostra esperienza personale, riconoscete in queste fasi le varie tappe attraversate nel processo di apprendimento di una seconda lingua?
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